COSENZA Il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, come molti altri sindaci calabresi, ha inteso sollecitare la Regione Calabria e il Ministero del Lavoro perché si proceda alla stabilizzazione degli ex percettori di mobilità in deroga. Lo ha fatto attraverso un apposito atto di indirizzo approvato con disposizione presidenziale numero 107 del 4 dicembre 2020.
La storia di questi lavoratori è lunga e contorta: a seguito della grave crisi economica-finanziaria del lontano 2008, sono andati persi molti posti di lavoro, soprattutto nel meridione d’Italia. La maggior parte dei nuovi disoccupati, rientrava in una fascia di età avanzata e quindi con maggior difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in accordo con le Regioni e le Province Autonome (secondo la propria disponibilità), ha concesso l’Istituto della mobilità in deroga, cioè un’indennità a favore dei lavoratori non più beneficiari dell’indennità di mobilità prevista dalla Legge 223/1991 nonostante fossero in possesso dei requisiti previsti dalla Legge stessa.
«Come Provincia di Cosenza, per l’anno in corso, ci erano stati assegnati 60 di questi percettori che svolgevano la loro attività di tirocinio sia negli uffici, anche in quelli dove si registrava carenza di personale, sia sulle strade provinciali. Questi lavoratori, negli anni, hanno assicurato servizi importanti rivolti ai cittadini, pur rimanendo – sottolinea il presidente Franco Iacucci – in uno stato di precariato e, a seguito della terribile emergenza sanitaria in corso, i cosiddetti tirocini sono attualmente sospesi, così come è sospeso anche il pagamento dell’esigua indennità che percepivano a volte anche con notevoli ritardi.
Bisogna tener conto, inoltre, che gli Enti locali sono, da sempre, afflitti da una cronica carenza di personale come ha fatto notare anche l’UPI nell’audizione svolta al Ministero in merito all’ultima legge di bilancio, chiedendo un piano straordinario per la rapida immissione di personale specializzato. Da un lato, quindi, abbiamo gli Enti locali che necessitano di nuove professionalità, dall’altro tirocinanti che dal 2008 non riusciamo a far reinserire nel mondo del lavoro. Non è più tollerabile la loro permanenza nel limbo del precariato, senza alcuna prospettiva di futuro e senza alcuna dignità. È arrivato il momento di mettersi concretamente al lavoro per individuare la giusta soluzione per procedere alla stabilizzazione di questi lavoratori che da anni svolgono nella pubblica amministrazione un prezioso e insostituibile lavoro. Insieme ai sindaci porteremo avanti questa battaglia finché non otterremo risposte concrete».
Nel biennio 2011-2012 sono state avviate le cosiddette “Politiche Attive”, che prevedevano percorsi di riqualificazione e formazione, per gli ex lavoratori facenti parti di questo nuovo bacino e che hanno permesso loro di svolgere mansioni di supporto al personale dipendente presso vari enti locali, uffici giudiziari e imprese private.
Dal 2016, il Dipartimento lavoro della Regione Calabria ha infine proseguito con la linea della riqualificazione di questi lavoratori, avviando una serie di manifestazioni d’interesse rivolte: agli Enti locali, alle Imprese private, al MIUR, al MIBACT, agli Uffici Giudiziari con l’attivazione di tirocini, inizialmente per la durata di 6 mesi, poi prorogati di altri 6 e infine di un ulteriore anno consentendo così una continuità presso lo stesso ente dello stesso lavoratore, con conseguente acquisizione di competenza, professionalità e specializzazione per il settore di riferimento.
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