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Nocera e la "guerra" politica. Vicesindaco rinviato a giudizio per diffamazione contro la Gigliotti

Le vicenda di una storica azienda familiare e gli intrecci con la politica, fino alla caduta dall’amministrazione del sindaco Gigliotti. Dopo una feroce campagna elettorale (anche sui social) il vi…

Pubblicato il: 06/12/2020 – 18:59
Nocera e la "guerra" politica. Vicesindaco rinviato a giudizio per diffamazione contro la Gigliotti

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME
Intrecci societari e familiari, legati a doppio filo con la politica, con risvolti negativi sull’economia di un paese e sull’attività amministrativa comunale di Nocera Terinese, con la conseguente destabilizzazione di un centro, di fatto, cruciale nelle dinamiche sociali ed economiche della costa tirrenica catanzarese. Una trama ultradecennale, simile ad una vecchia fiction, ma tradotta nella realtà attraverso denunce, carte bollate e rinvii a giudizio.
Fino al reato di diffamazione e due rinvii a giudizio: quello di Gregorio Lillo Odoardi, ex presidente del Consorzio Agricolo Scavigno, da cui è stato ormai defenestrato, e del vicesindaco di Nocera Terinese Francesco Cardamone, carabiniere in servizio.
Da una parte, dunque, la storia di una prestigiosa azienda vitivinicola calabrese, dall’altra un ex sindaco, Fernanda Gigliotti, tra le più rilevanti figure della scena politica del piccolo comune, al centro di furiosi dibattiti e scontri con l’opposizione.
Ed è proprio durante l’amministrazione comunale della Gigliotti, eletta a giugno 2016, che la guerra esplosa in seno al Consorzio Scavigno raggiunge il punto di non ritorno. Una vicenda familiare e societaria che ha avuto importanti ripercussioni giudiziari fra le parti private, che ha consumato tradimenti, insulti sui social in piena campagna elettorale e un braccio di ferro tra fratelli ancora tutt’altro che definito.

LA VICENDA Al centro della vicenda, dunque, c’è lo storico Consorzio che negli anni 2000  ottiene delle concessioni edilizie dal Comune di Nocera Terinese per la costruzione di un opificio industriale finanziato con un  Pif 3,7 milioni di euro.
Nel 2009, tuttavia, alcuni componenti del Consorzio scoprono, tra le tante cose,  che parte dei fondi ottenuti sarebbe stata “distratta” per l’acquisto di strumentazione per laboratori di analisi, a loro dire non utili all’attività agricola, per di più affidati alla gestione di semplici operai e riportati nel bilancio del consorzio.
E così l’asse societario retto da Gregorio Lillo Odoardi si rompe con pesanti ripercussioni sulle sorti del Consorzio che, cinque anni dopo, verrà posto in liquidazione da Gregorio Lillo che nel frattempo ha continuato a produrre e commercializzare il vino con un’altra azienda in favore della quale aveva trasferito licenze ed autorizzazioni di proprietà del Consorzio. Nel 2014, infine, durante l’amministrazione di Rino Rocca, da sempre legato alla famiglia Odoardi, gli immobili di proprietà del Consorzio Scavigno vengono accatastati in favore dell’Azienda Agricola di Gregorio Lillo Odoardi, con atto a sua firma, nonostante l’assenza di qualunque documento che attesti la cessione dei beni. In seguito verrà accertato anche il trasferimento della produzione di vino dal Consorzio in favore di Gregorio Lillo Odoardi, verrà denunciata una presunta distrazione della somma di 475mila euro dal Consorzio sul conto personale del Gregorio Lillo Odoardi e il trasferimento  dei requisiti sanitari del Consorzio in favore di Gregorio Lillo Odoardi.

GLI INTRECCI CON LA POLITICA Una guerra societaria complessa, tutt’altro che esaurita e che riserverà sicuramente molte altre sorprese. Tuttavia, ad oggi, la liquidazione è stata revocata e lo storico Consorzio Agricolo  Scavigno è ritornato ad operare. Perché la vicenda Odoardi condiziona il sindaco Gigliotti fino a diventare una concausa della sua caduta? Tutte queste guerre intestine, in realtà, erano già scoppiate da tempo ma sono emerse agli onori della cronaca solo durante l’amministrazione Gigliotti proprio perché, dopo una denuncia contro il Comune e contro l’Asp, colpevoli di avere fino a quel momento “consentito” a Gregorio Lillo Odoardi di utilizzare le autorizzazioni sanitarie del Consorzio, era stata revocata  l’autorizzazione sanitaria da parte dell’Asp e, quindi, anche il Comune veniva chiamato in causa  dall’autorità giudiziaria e ha dovuto consegnare tutti gli atti prodotti dagli uffici comunali e riferiti alle aziende coinvolte. Le conseguenze arrivano poco dopo quando,  nella prima settimana di gennaio del 2018, il responsabile Suap del Comune di Nocera revoca la Scia rilasciata all’Azienda Agricola Odoardi di Gregorio Lillo Odoardi, con l’effetto immediato di alimentare la crisi  interna alla maggioranza in Comune, sorta per altre ragioni  come il “no” del sindaco ad alcune  speculazioni edilizie,  sfociata nella sfiducia al sindaco Gigliotti da parte del vicesindaco Rino Rocca e del suo gruppo.

LE ACCUSE La revoca dell’autorizzazione all’azienda agricola scatena nei mesi successivi una lunga battaglia a suon di post su Facebook e comizi elettorali al veleno. Come quello del 24 maggio 2019, nel comizio di chiusura, quando l’attuale vicesindaco di Nocera, Francesco Cardamone, si lascia andare ad una serie di affermazioni gravi e di accuse specifiche  rivolte all’avversaria in corsa alla guida del Comune di Nocera come quella di «aver determinato il licenziamento degli operai e lasciato a casa tante famiglie senza lavoro e di essere la diretta responsabile della chiusura aziendale». Accuse poi ribadite da Gregorio Lillo Odoardi sul suo profilo Facebook per tutto  sabato 25 e domenica 26, giorno della terza chiamata al voto nella cittadina tirrenica in meno di tre anni. Una campagna elettorale  furiosa e non sempre centrata sulle esigenze reali della collettività di Nocera Terinese, che portò alla sconfitta proprio della Gigliotti con uno scarto di poche decine di voti  e con oltre 140 “schede nulle”.
LE CONSEGUENZE Gli echi di quella sconfitta e di quella campagna elettorale risuonano ancora e, mentre è ancora in corso la battaglia legale nel Consorzio Agricolo Scavigno, Gregorio Lillo Odoardi e Francesco Cardamone sono stati già rinviati a giudizio per il reato di diffamazione (ex art. 595) tra di loro in concorso, aggravato, contro l’ex sindaco di Nocera, Fernanda Gigliotti. Gli stessi dovranno comparire davanti al Tribunale di Lamezia Terme il 12 aprile 2021. L’avvocato Gigliotti, intanto, ha preannunciato la costituzione di parte civile ed ha dichiarato che «con le  calunnie e le bugie avranno anche vinto le elezioni, ma  la verità e  la giustizia terrena a mano a mano arriva».

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