MILANO «Con il commissario Guido Longo ci incontriamo tutti i giorni e stiamo lavorando bene fianco a fianco e questa è una cosa buona per i calabresi. Il fatto che la sanità in Calabria sia commissariata da 10 anni è un fatto grave. Quando facevo il giornalista sono stato il primo a scrivere di commistioni tra mafie, politica e massonerie varie. Il problema è che il commissariamento non è servito a niente”. Lo ha detto il governatore della Calabria Antonio Spirlì, ospite di “Che Tempo Che Fa” su Rai3. «Oggi la gente muore per strada cercando di raggiungere il Nord per farsi curare – aggiunge Spirlì – , ma quando arriva al Nord viene curata da medici calabresi. Questa per noi è una sconfitta, perché vuol dire che in questi 10 anni siamo anche stati derubati di intelligenze e professionalità». «Se volete bene a questa terra state lontani per il momento», è il messaggio che Spirlì rilancia a coloro che potrebbero rientrare in regione per Natale e che ricalca quello diffuso con la defunta governatrice Jole Santelli la scorsa primavera. Per quanto riguarda la situazione attuale della regione Spirlì ha affermato: «In Calabria siamo in attesa delle decisioni del governo a prescindere», specificando che attualmente ci troviamo in zona arancione anche se «qualche Comune l’ho dipinto io di rosso perché c’era un aumento dei contagi». Il governatore facente funzioni della Calabria non si trattiene a innescare polemiche quando si tocca l’argomento Gino Strada ed Emergency. «La Calabria è una regione aperta a chiunque voglia venire a lavorare, senza polemiche», ha detto riferendosi agli ospedali da campo che Emergency sta gestendo. ”C’è tanto bisogno di medici e di personale nei pronto soccorso” delle zone dove opera l’organizzazione ma lo staff della Ong, a suo dire, non sarebbe “disponibile ad andare”. Una frase (forse fuori contesto visto che il personale medico non può liberamente allocarsi dove desidera) che non tende la mano a una amichevole collaborazione con la Ong. Sui fondi destinati al Sud Spirlì, ha affermato di non volere innescare una nuova questione meridionale, «perché credo che le intelligenze politiche di oggi siano diverse rispetto a quelle del passato». Piuttosto, secondo Spirlì chi sta pagando le restrizioni del Dpcm sono, soprattutto nei paesini, i ristoratori i quali spesso hanno attività a conduzione familiare. Cosa fare per mandare avanti l’economia e non ammalarsi?, ha chiesto il conduttore Fabio Fazio. La soluzione per Nino Spirlì è il controllo delle regole che potrebbe essere delegato ai 70mila agenti che il ministero dell’Interno impiegherà durante le festività natalizie.
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