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«Prevenzione ed economia del territorio calabrese»

di Michele Sapia*

Pubblicato il: 07/12/2020 – 11:26
«Prevenzione ed economia del territorio calabrese»

Mentre siamo concentrati sull’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da Covid-19 e sulle sue conseguenze socio-economiche, proprio nella fase in cui il Governo si appresta a varare un “recovery plan” per l’impiego delle risorse europee finalizzate alla ripartenza contenute nel pacchetto Next Generation EU, deve essere adeguatamente affrontato il tema degli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia del nostro territorio.
Anche il grido d’allarme lanciato sabato 5 dicembre, dalle colonne di “Avvenire”, in un articolo dedicato alla crisi climatica, deve far riflettere.
«Secondo due studi innovativi della Fondazione Sviluppo Sostenibile e del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici – scrive il giornalista –, già solo l’incremento della temperatura fino a 2°C determinerà un crollo del 3,7% del Pil su base nazionale nei prossimi trent’anni. E dell’8,5% se si considera il periodo compreso tra il 2021 e il 2080. Un danno importante, ma che non sarà assorbito in modo omogeneo. Infatti, i cambiamenti climatici aumenteranno la disuguaglianza economica e gli impatti negativi saranno più elevati nelle zone più povere del Paese».
Gli eventi atmosferici aggravano la già precaria situazione economica del territorio calabrese.
Oggi più di ieri serve sinergia, non polemiche e divisioni; occorre remare verso la stessa direzione e con determinazione sulla strada decisiva della prevenzione, che non è un tema da campagna elettorale, ma una scelta strategica ed oggi irrinunciabile che non può avere magliette o colori politici.
È indispensabile prevenire gli effetti disastrosi del climate chance sull’economia del territorio regionale.
La prevenzione, però, non si fa con le parole, buoni propositi o dichiarazioni, ma con progetti e investimenti, pianificazione e azione sul territorio tramite il presidio umano.
Dopo gli allagamenti e i disagi verificatisi nella provincia di Crotone e Cosenza anche la provincia di Reggio e di Vibo sono state flagellate, con danni anche alle postazioni di imbarco per la Sicilia e con torrenti che minacciano strade e viabilità. Cosa faremo nei prossimi anni? Riusciremo entro il 2030 ad avviare scelte politiche per favorire il presidio umano in una regione storicamente fragile e prevalentemente montana?
È importante, dunque, non perdere altro tempo e investire in prevenzione per tutelare l’ambiente che significa al tempo stesso tutelare il territorio e le persone, le aree interne, la montagna e le coste, programmando gli interventi necessari e cogliendo tutte le opportunità finanziarie; cogliendo già oggi, con responsabilità e impegno, le occasioni che le risorse europee, nazionale e regionali offrono. Servono scelte forti e chiare, individuando priorità e competenze per favorire sicurezza idrica e riforestazione, incentivare e sostenere la presenza del presidio umano che garantisce un controllo del territorio, assicurando infrastrutture e servizi anche nelle aree interne.
La Calabria, infatti, ha davanti una grande sfida per avviare un cambio di velocità nel settore ambientale-forestale e sono necessarie scelte lungimiranti, anche alla luce della nuova legge europea sul clima.
Le risorse già disponibili e quelle che dall’UE arriveranno nel nostro Paese per il rilancio, devono essere occasione per programmare e attuare politiche finalizzate alla riduzione dell’inquinamento, alla lotta al dissesto idrogeologico e allo spopolamento.
Salvaguardare il patrimonio boschivo significa tutelare tutto il territorio (ambiente e comunità), un binomio che deve camminare insieme: l’ambiente – come afferma Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’” – è la «casa comune» delle donne e degli uomini.
Ed è importante sottolineare che una maggiore cura del territorio è premessa indispensabile per una crescita della filiera agroalimentare e di altri comparti produttivi.
Per tutto questo, non ci stancheremo mai di ribadire, specialmente in questa realtà regionale, che sono necessari confronto e sinergie. Bisogna favorire il confronto perché qui in Calabria serve una vera e propria rivoluzione culturale sul tema della prevenzione. Da soli non si va da nessuna parte.
La drammatica esperienza della pandemia deve davvero fare riflettere tutti coloro che hanno responsabilità politiche e sociali, con onestà intellettuale, sugli errori e le scelte sbagliate di cui i cittadini pagano le conseguenze e sul modo di preparare per le prossime generazioni (Next Generation EU) un futuro migliore, partendo dalla salvaguardia di un patrimonio ambientale e paesaggistico che il mondo ci invidia. Saremmo degli irresponsabili se continuassimo a tenere gli occhi chiusi di fronte all’evidenza dei fatti, intervenendo solamente per affrontare le emergenze quando si sono già verificate.
*Segretario Generale Fai Cisl Calabria

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