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Regionali, il futuro dei grillini dipende dal… Mes

Il dibattito sul “Fondo Salva Stati” è uno spartiacque anche per le elezioni del 2021: Movimento 5 Stelle lacerato anche in Calabria. L’alleanza “impossibile” con il Pd e la partita in solitaria di…

Pubblicato il: 07/12/2020 – 20:33
Regionali, il futuro dei grillini dipende dal… Mes

CATANZARO Il 9 dicembre è lo “spartiacque”. Il voto sulla riforma del Mes dirà tante cose, sul piano nazionale ma anche regionale. Occhi puntati sul Movimento 5 Stelle e sulla spaccatura sempre più profonda tra i pentastellati: da un lato l’ala governista impersonata da Gigi Di Maio e Vito Crimi e dall’altro l’ala movimentista che fa essenzialmente riferimento ad Alessandro Di Battista. Una dicotomia che – riferiscono fonti grilline – attraversa anche la deputazione parlamentare M5S della Calabria, con una certa preponderanza tra gli eletti calabresi per la posizione anti-riforma del Mes. Gli analisti politici sostengono che la “partita” nazionale, che mette in forte discussione la tenuta del governo giallorosso, avrà inevitabilmente ripercussioni anche in ottica Regionali in Calabria, tema quest’ultimo al momento di fatto non ancora affrontato in casa M5S, nel senso che tra i pentastellati la discussione è ferma alla linea di principio emersa dagli Stati generali: quella di un’apertura ad alleanze anche con partiti tradizionali tipo il Pd, a determinate condizioni.
Sul piano operativo comunque, questa linea è abbastanza fuffa, nel senso che non ha portato a niente con riguardo alla Calabria. Del resto, al momento la priorità dei vertici M5S è ben altra, per questo molti grillini confermano che ad oggi non c’è assolutamente nulla di concreto per quanto riguarda le elezioni regionali del 2021, rispetto alle quali la gran parte dei pentastellati già lamenta, comunque, un grave ritardo. Il fatto è che tutto è condizionato dall’esito della votazione sulla riforma del Mes, che una consistente parte del Movimento non vuole e l’ha detto apertamente, anzi l’ha anche messo nero su bianco in un documento firmato anche da vari parlamentari calabresi. Tra i “frondisti” pronti a votare no anche al prezzo di far saltare il governo Conte ci sarebbe la maggioranza dei deputati e senatori calabresi, come Nicola Morra, Rosa Abate, Margherita Corrado, Bianca Laura Granato (protagonista qualche giorno fa – per come riportato dall’Adnkronos – di un duro scambio di vedute con Crimi), Francesco Forciniti, Francesco Sapia. Più “governativi” invece sono dati Anna Laura Orrico, Massimo Misiti, Riccardo Tucci, Dalila Nesci, Giuseppe Auddino. Poi ci sono alcuni “imperscrutabili”. Insomma, anche la rappresentanza M5S di Calabria è divisa e balcanizzata, anche se questa non è nemmeno una novità se solo si tiene a mente la “faida” interna alle Regionali dello scorso gennaio, con il palese disimpegno di tanti big pentastellati, in primis il solito Morra.
Nella pancia del M5S sono in tanti che sostengono che Morra – lo dimostrerebbe anche la “guerra” in atto contro il centrodestra per le sue esternazioni sulla Santelli – stia giocando una partita tutta sua personale, tesa alla disgregazione del Movimento, al punto che – riferiscono fonti interne ai pentastellati – in realtà il senatore ligure di elezione calabrese sotto sotto starebbe facendo più di un pensierino a una candidatura alla Regione. Sotto quali insegne peraltro sarebbe tutto da capire visto che il Movimento 5 Stelle è a forte rischio scisma con il voto sul Mes.
Si dice che alla fine si troverà il modo di non far cadere il governo, con l’escamotage dell’uscita dei parlamentari frondisti dall’aula al momento del voto in modo da non far crollare la maggioranza giallorossa, ma lo spettro della scissione al momento è tutt’altro che scongiurato. In ogni caso, è evidente che lo “spartiacque” di mercoledì vale anche per le Regionali in Calabria: se le cose precipitano a Roma, verrà seppellita anche la già flebile possibilità di un un’alleanza con il Pd, ritenuta del resto realisticamente percorribile da una minoranza dei grillini. (c. ant.)

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