di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Una guerra interna, combattuta all’ombra di strategie e incontri più o meno riservati, e che in realtà sta mal celando ciò che da settimane si sta consumando tra le segreterie di Lamezia e Catanzaro del Partito democratico. Una rotta caldissima lungo la quale corre il futuro dei dem dell’area centrale della Calabria e che avrà risvolti concreti molto presto. In palio c’è, infatti, la corsa alle prossime elezioni regionali e un posto in Consiglio.
RAPPORTI TESI I rapporti tra il Pd lametino e la segreteria del capoluogo sono tesi ormai da tempo, già dallo scorso anno, quando a Lamezia la scelta del candidato a sindaco è stata più complicata del previsto, fino alla convergenza in extremis sulla figura “esterna” di Eugenio Guarascio. Ma a far precipitare ulteriormente una situazione di per sé già in bilico, è stata l’approvazione della doppia preferenza di genere in Consiglio e che, di fatto, ha spalancato nuovi e imprevisti scenari in vista della prossima tornata elettorale. Nella circoscrizione della Calabria centrale, infatti, saranno 8 i consiglieri eletti e 4 potrebbero essere donne.
CONTRASTI PER LE REGIONALI Scenario che ha così scatenato il “braccio di ferro” tra il segretario provinciale del Pd di Catanzaro, Gianluca Cuda, e quello lametino, Antonio Sirianni, fino alle dimissioni di quest’ultimo per “motivi personali”. Alla base ci sarebbero, invece, contrasti insanabili con la direzione provinciale, fino alla necessità di farsi ormai da parte dopo solo 15 mesi. Divergenze legate ai nomi dei possibili candidati alle prossime regionali. Se da una parte è quasi certa la volontà di scendere in campo da parte di Aquila Villella, nelle intenzioni di Cuda ci sarebbe quella di candidare e sostenere un’altra figura dem lametina, Annita Vitale, considerata molto vicina alla corrente Oliverio.
LA REAZIONE DEI GIOVANI DEL PD La “guerra fredda” tra il Pd catanzarese e quello lametino non si è placata neanche dopo la nomina di Franco Lucia come nuovo coordinatore cittadino, tutt’altro. A buttare benzina sul fuoco, infatti, ci hanno pensato i “Giovani Pd” di Lamezia attraverso un comunicato al veleno: «Il partito – scrivono – ha al suo interno dei gruppi di potere o come le chiamano loro “sensibilità” e ci conferma che la denuncia di Sirianni era giusta. Non sapevamo che in un partito si scegliessero i coordinatori e chi andrà a dettare la futura linea politica ascoltando le sensibilità, delle quali a quanto pare i giovani non fanno parte perché vengono solo considerati da queste persone come manovalanza e belle facce da esporre alle elezioni». «Credevamo – spiegano ancora – che Assemblea degli iscritti e direttivo dovessero decidere e fare dei passaggi politici per non uccidere definitivamente questo partito, ma ci sbagliavamo. Queste sensibilità, che vorremmo venissero rese pubbliche ai tesserati tutti, hanno deciso in una stanza buia il futuro e le sorti di questo partito che si era rimesso in piedi dalle macerie escludendo noi giovani e i tesserati».
L’APERTURA Fa discutere inoltre l’invito “all’apertura” ripetuto quasi come un mantra dallo stesso Cuda ma anche da altri esponenti della sinistra come il consigliere comunale di Lamezia, Rosario Piccioni, e quello dell’esponente di Italia Viva, Sebastiano Barbanti. Appelli che coincidono per entrambi probabilmente con l’occasione di prepararsi il terreno e per sperare in un posto al sole in vista delle regionali. Un invito all’apertura che potrebbe raccogliere a sorpresa anche Luigi Muraca, ex candidato alle ultime regionali tra le fila del centrodestra e a sostegno della compianta presidente, Jole Santelli e già vicino al Pd quest’estate. Ipotesi poi tramontata ma che potrebbe tornare attuale alle prossime elezioni regionali.
L’asse caldissimo tra il Pd di Lamezia e la segreteria provinciale di Catanzaro non è altro che lo specchio delle tensioni e dei focolai tutt’ora attivi tra i dem calabresi. A far discutere nei giorni scorsi era stata l’esclusione (a sorpresa) di Enza Bruno Bossio dal vertice dem (qui la notizia). E poi c’è il rapporto ormai ai ferri corti tra il commissario provinciale Franco Iacucci e il Pd di Crotone. Al momento, dunque, pare caduto nel vuoto l’appello del commissario del Partito Democratico calabrese, Giuseppe Graziano di «Costruire tutti insieme una coalizione forte per battere le destre».
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