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Condannato a 9 anni e 7 mesi l'usuraio di Lamezia che aveva in casa un arsenale

Carmelo Furci era stato arrestato il 12 novembre 2019 dai finanzieri lametini. Avrebbe prestato denaro a commercianti con un tasso di interesse del 121% annuo. In un appartamento, i militari avevan…

Pubblicato il: 09/12/2020 – 16:09
Condannato a 9 anni e 7 mesi l'usuraio di Lamezia che aveva in casa un arsenale

LAMEZIA TERME Il gup del Tribunale di Lamezia Terme, ha condannato a 9 anni e 7 mesi di reclusione e 29.629,00 euro di multa Carmelo Furci, accusato di quattro casi usura, estorsione, e illeciti in materia di illecita detenzione di armi. Il giudice ha, inoltre, disposto la confisca di quanto sequestrato a Furci in occasione del suo arresto: 167mila euro in contanti, trovati dai militari del Nucleo Mobile del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme confezionati in mazzette tenute sottovuoto, strumenti e titoli finanziari, saldi positivi sul conto corrente e due automobili. Regge pienamente, dunque, l’impianto accusatorio formulato dalla Procura di Lamezia Terme, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Falcone, che aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. Il giudice ha inoltre condannato Furci a risarcire le parti civili costituite in giudizio. Su quattro parti offese riconosciute solo una si è costituita parte civile: una coppia di commercianti rappresentata dagli avvocati Carlo Carere (che ha rappresentato anche l’Associazione Antiracket lametina) e Luca Scaramuzzino. Furci era stato arrestato il 12 novembre 2019 dai finanzieri lametini in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip Emma Sonni su richiesta del procuratore della Repubblica Salvatore Curcio e del sostituto Giuseppe Falcone. Per l’accusa l’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Gambardella, avrebbe prestato denaro a due commercianti, titolari di un tabacchino, (ai quali nel corso delle indagini si sono aggiunte altre vittime) per un ammontare complessivo di 100mila euro al tasso di interesse del 121% annuo e per ottenere la restituzione del denaro li avrebbe minacciati di morte.
Nel corso delle operazioni per l’arresto, i finanzieri, durante una serie di perquisizioni in appartamenti in uso all’indagato, avevano poi trovato un vero e proprio arsenale, costituito da sette pistole, due revolver e cinque semiautomatiche, tutte funzionanti, oltre a dieci caricatori e 645 munizioni di vario calibro, oltre sette quintali di artifizi pirotecnici di varia categoria, ed un ordigno esplosivo costruito artigianalmente del peso di circa ottocento grammi di micidiale potenzialità lesiva. Nella circostanza gli investigatori trovarono anche 167mila euro in contanti, dei quali 165mila suddivisi in 31 “mazzette” confezionate “sottovuoto”, nascoste in un intercapedine di un mobile e 12 grammi di marijuana ed indumenti in dotazione alla polizia penitenziaria. (ale. tru.)

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