di Gaetano Megna
CROTONE Volano gli stracci nella maggioranza al Comune di Crotone e il consigliere comunale Fabrizio Meo annuncia di volere presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Si è rischiato lo scontro fisico tra consiglieri di maggioranza, evitato probabilmente dall’intervento del sindaco della città pitagorica, Vincenzo Voce, che ha chiesto a due rappresentanti del civico consesso di abbandonare l’aula, dove si era da poco votato per l’elezione del presidente della terza commissione consiliare (Affari sociali).
Secondo quanto riferisce il capogruppo di “Città libera” (lista che fa parte della maggioranza consiliare), Fabrizio Meo, tutto avrebbe comunque avuto inizio in seguito all’ingerenza di Voce per la scelta del candidato a presidente della commissione consiliare. Meo racconta di avere raccolto le confidenze di alcuni rappresentanti dell’opposizione, secondo i quali il sindaco Voce li avrebbe contattati per chiedere un voto contrario alla proposta di Antonella Passalacqua alla carica della presidenza della terza commissione, e alla proposta dello stesso Meo a presidente della commissione cultura. Sempre secondo il racconto di Meo, il sindaco avrebbe caldeggiato l’elezione a presidente della terza commissione di Alessandro Manica. Sono stati Manica e Passalacqua, entrambi di maggioranza, a candidarsi alla presidenza della terza commissione consiliare. Il voto sarebbe finito alla pari: 14 consensi ciascuno. A questo punto, sempre secondo il racconto di Meo (la seduta si è tenuta a porte chiuse), il presidente del consiglio comunale avrebbe detto che non c’era stata parità nel voto in quanto c’erano stati passaggi di consiglieri da un gruppo ad un altro: due consiglieri comunali erano transitati dal gruppo di “Crotone che cambia” a quelli di “Stanchi dei soliti” e “Tesoro Calabria”. In seguito a questo passaggio, il voto del rappresentante di “Crotone che cambia”, che si era espresso a favore della Passalacqua, non valeva più quattro, ma due. Secondo questa considerazione, la situazione che veniva a determinarsi, quindi, era che Manica aveva avuto 16 voti e Passalacqua 12. Non c’era parità. Su questo aspetto si è aperta la polemica.
Meo ha chiesto l’applicazione dell’articolo 8 bis del regolamento comunale che recita: «I Consiglieri che, nella prima seduta, dichiarano di non far parte del gruppo nella cui lista sono stati eletti, né dichiarano di aderire ad altra formazione politica rappresentata anche in un solo ramo del Parlamento italiano, costituiscono unico gruppo denominato “Gruppo Misto”». I due consiglieri comunali, quindi, non potevano passare in un altro gruppo, perché la proposta non era avvenuta nella prima seduta e non potevano nemmeno passare da una lista civica ad un’altra in quanto il passaggio poteva avvenire solo in un partito rappresentato in uno dei due rami del Parlamento.
Sempre secondo il racconto di Meo, il segretario comunale dopo avere espresso una prima posizione favorevole al transito da un gruppo all’altro, avrebbe rivisto il proprio giudizio. Lo scontro avrebbe riguardato i consiglieri di maggioranza, che tra una parola e l’altra hanno rischiato di perdere le staffe. Senza l’avveduto intervento di Voce la situazione ha rischiati di sfuggire di mano.
MEO: «STO SOLO RICHIAMANDO AL RISPETTO DELLE NORME» Dal consigliere comunale Fabrizio Meo arriva una precisazione che non modifica il racconto dei fatti reso dal Corriere della Calabria. La riportiamo integralmente: «Egregio Professore, mi vedo costretto, considerato il modo con cui estende l’articolo a sottolineare solo due aspetti: è Lei ad avermi cercato nella tarda serata e ad avermi richiesto chiarimenti, ho inteso fornirli solo in ossequio al vecchio cronista, non a caso, diversamente dal solito, il mio telefono era spento; ho riportato solo qualche aspetto della paradossale situazione che continuo a reputare non meritevole di mie dichiarazioni se non nel senso di richiamare tutte le figure istituzionali a svolgere, secondo legge e regolamenti, funzioni appunto istituzionali corrette. Fattispecie di piccolo cabotaggio così riportate assurgono, soprattutto con questi interpreti, a pettegolezzi davvero ancora più ignobili di quelli che già sono fino ad oggi. Mi spiace dunque essere più volte citato come colui il quale ambisce a fare dichiarazioni, piuttosto che come chi sta ulteriormente suggerendo e richiamando al senso di responsabilità istituzionale ed al semplice rispetto delle norme più volte calpestate. La saluto». (redazione@corrierecal.it)
x
x