CATANZARO La “fronda” non sfonda ma resta in campo, sia pure con diverse gradazioni. Il governo Conte scampa al pericolo Mes (che passa, dopo il sì della Camera, anche al Senato con 156 voti favorevoli) ma il Movimento 5 Stelle esce comunque lacerato dal voto. E resta lacerato anche nella sua configurazione regionale, se si considera che una pattuglia di parlamentari pentastellati calabresi – in pratica, un terzo del totale – si è sfilata dalla linea della maggioranza, sia pure con atteggiamenti diversificati: hanno votato contro la risoluzione della maggioranza – secondo quanto hanno riportato le agenzie di stampa nazionali – Francesco Forciniti e Francesco Sapia alla Camera e Bianca Laura Granato al Senato, mentre altri senatori – Nicola Morra, Margherita Corrado e Rosa Abate – si sono orientati per l’astensione.
La scelta è stata commentata dai senatori calabresi (assieme ai colleghi Angrisani, Crucioli e Trentacoste) in una nota pubblicata sui social. «Non abbiamo potuto votare a favore dell’odierna risoluzione di maggioranza – spiegano – ritenendo che gli indirizzi con essa impartiti al governo siano inefficaci nel difendere gli interessi dei nostri concittadini ed incoerenti con il programma del MoVimento 5 Stelle. Auspichiamo che in futuro decisioni di tale delicatezza vengano affrontate con reale e tempestiva condivisione, con maggiore trasparenza, per non mettere a rischio la credibilità del MoVimento e l’affidabilità di questo esecutivo».
Alla fine, comunque, la mediazione portata avanti dall’ala governativa del M5S con l’ala movimentista di Di Battista e della ex ministro Barbara Lezzi ha attenuato la portata e la pericolosità dei “dissidenti” per quanto riguarda gli effetti immediati sulla tenuta del governo, ma sul piano politico si conferma sempre dei più la “balcanizzazione” dei pentastellati, una “balcanizzazione” che naturalmente si riflette anche sui territori. Del resto, la litigiosità del M5S non è una novità, nemmeno alle nostre latitudini, se solo si ricorda cosa è successo alle Regionali di gennaio, con la candidatura a governatore del prof universitario Francesco Aiello palesemente sconfessata da una fetta consistente dei portavoce al Parlamento, a partite dal solito Morra.
Divisioni che evidentemente si ripresentano anche in questa fase di preparazione alla campagna elettorale per il voto in Calabria nel 2021: sul tavolo dei pentastellati l’eterno dilemma se correre da soli o con forze solo civiche o riproporre l’alleanza nazionale oltre che con forze civiche anche con un accordo con il Pd, per il quale non mancano le aperture così come le resistenze e soprattutto le contrarietà. Al tirar delle somme all’esito della “partita” sul Mes, si può già dire che contro l’abbraccio con i dem, comunque in generale sempre molto complicato, verosimilmente si schiereranno i “dissidenti” del Mes. (a. cant.)
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