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Principe e Talarico contro la chiusura delle scuole a Rende

I due consiglieri di opposizione esprimono forti perplessità circa l’operato del primo cittadino Marcello Manna in merito alle disposizioni che riguardano la chiusura degli edifici scolastici

Pubblicato il: 09/12/2020 – 18:46
Principe e Talarico contro la chiusura delle scuole a Rende

RENDE Sulla chiusura delle scuole, disposta con ordinanza fino al prossimo 22 dicembre e che si protrarrà per tutto il periodo di feste natalizie, disposte con ordinanza dal sindaco di Rende, Marcello Manna, è intervenuto il leader dell’opposizione Sandro Principe, che ha dimostrato tutta la sua contrarietà alla disposizione adottata dal primo cittadino. «Il sindaco Manna, sommerso dalle proteste delle famiglie, convoca il comitato tecnico-scientifico comunale, presieduto da un chirurgo e, dopo un lungo esame dei dati del contagio a Rende, decide la riapertura delle scuole. Senonché, il Presidente, cavaliere del Santo Sepolcro, si chiude in preghiera e viene illuminato da una frase: “Cavaliere rifletti bene sui dati del contagio e dai il consiglio giusto al tuo sindaco”. Il cavaliere, sprona il suo destriero meccanico, entra affannato nella stanza del sindaco e gli dice: “Marce’ dobbiamo chiudere!”. E Marcello, atleta della chiusura e della riapertura, questa volta chiude». Così scrive Sandro Principe, consigliere comunale della Federazione Riformista di Rende, dal suo profilo Facebook. «Purtroppo, non è una barzelletta ma parliamo della scuola – prosegue Principe – che deve educare i nostri bambini ed i nostri ragazzi alla socialità e deve formarli ad affrontare la vita, trasmettendo loro adeguata conoscenza. L’attività scolastica, in costanza di pandemia, non può essere affrontata con pressapochismo ed in mancanza di specifiche competenze in materie delicate come la virologia, l’immunologia e la epidemiologia. Queste competenze prescindono dalla riconoscenza e dalle compensazioni politiche. È proprio vero – conclude – questa amministrazione è inesistente, non programma, non realizza, non è in grado di gestire le emergenze». Sugli stessi toni è la posizione anche del consigliere di minoranza Mimmo Talarico. «Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che qualsiasi scelta, anche la più saggia e ponderata, genera, in questo caso, critiche e opposizioni. Tuttavia, nel caso di Rende e non solo, siamo difronte a un Sindaco che sin dall’inizio della pandemia non ha esercitato i suoi poteri e ancor meno ha applicato il principio della responsabilità che nel diritto e nella vita pratica, si accompagna con il principio di precauzione. Sin da marzo il Sindaco (i sindaci) avrebbe dovuto creare le condizioni di sicurezza per il ritorno a scuola (parliamo di settembre) che sono state stabilite dal comitato tecnico scientifico nazionale – scrive Mimmo Talarico -.  Le scuole e le amministrazioni comunali hanno lavorato, quasi ovunque, per creare queste condizioni: distanziamento, mascherine, igiene. In ogni istituto c’è un rigido protocollo di sicurezza anti COVID.  Il sindaco, qui e altrove, avrebbe dovuto  monitorare, di concerto con le altre autorità sanitarie, l’andamento dell’epidemia; operare con le unità speciali istituite per l’occorrenza; organizzare, laddove necessario, altre attività di prevenzione e soprattutto avrebbe dovuto informare la città, ogni giorno, sull’andamento dei contagi. Cosa accade, invece, nella città di Rende: martedì il sindaco firma un’ordinanza per la chiusura, revocando quella di lunedì con cui disponeva l’apertura. Secondo alcuni ha fatto bene, secondo altri ha fatto male. Secondo me ha fatto bene se ha operato sulla base di dati certi e dopo aver svolto una ricognizione sullo stato della sicurezza delle nostre scuole. Ha fatto male se ha operato d’istinto, registrando gli umori e quantificando i vantaggi e gli svantaggi in termini di consenso sulla sua persona. A questo punto la domanda sorge spontanea: se lunedì scorso ha deciso di aprire, evidentemente le scuole erano in sicurezza, i contagi in calo e la sorgente dei contagi lontana dalle scuole. A mezzogiorno di martedì, invece ricompaiono il rischio epidemico e l’insicurezza delle scuole. A quale sindaco credere, a quello del lunedì o a quello del martedì, e soprattutto a quale stregone si rivolge prima di emettere le sue ordinanze? Se diamo uno sguardo al resto della Calabria, notiamo che alcuni comuni chiudono le scuole e altri no, a parità di diffusione dei contagi.  Anche qui è spontaneo chiedersi: sulla base di quali dati scientifici, e soprattutto laddove hanno chiuso, come a Rende, perché non è stato messo in discussione il protocollo di sicurezza? La “schizofrenia” di questi giorni ha inferto un grave colpo alla credibilità delle istituzioni più prossime ai cittadini. Le nostre comunità, già di molto stressate avrebbero, invece, bisogno in questo particolare momento, di istituzioni sincere e credibili. Si approfitti, almeno, della pausa natalizia per recuperare il tempo perduto e consentire il rientro a scuola in piena sicurezza».

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