CORIGLIANO ROSSANO Stasi sotto il tiro incrociato delle opposizioni. In tema sanitario il sindaco di Corigliano non la sta passando liscia e se da una parte Gino Promenzio chiede le sue dimissioni, dall’altra i gruppi consiliari dell’Udc e del Coraggio di cambiare lo definiscono come “Re Sole”.
«Per mesi, fin dal suo insediamento, in tempi lontani dal Covid – dichiara Promenzio – abbiamo chiesto incessantemente al sindaco di lottare per la riapertura dei reparti chiusi del Compagna e del Giannettasio, per il loro rafforzamento, per l’ottenimento di nuove energie professionali e per la loro innovazione tecnologica e per la messa in sicurezza. Pensavamo, ingenuamente, che il ruolo di presidente della conferenza dei sindaci in materia sanitaria della provincia di Cosenza, potesse dargli ancora maggior prestigio e, quindi, capacità contrattuale». Ed invece, «durante questi 16 mesi di disastro stasiano, molti reparti “ordinari” tra Corigliano e Rossano sono stati chiusi, indeboliti, sguarniti. A ciò ha contribuito soprattutto la costituzione del reparto Covid, preteso fortemente, caso unico di sindaco, da Stasi e “ottenuto in regalo” da Cosenza, una volta constatata la notevole ingenuità del primo cittadino di Corigliano-Rossano. Oggi – prosegue il leader di Civico e Popolare – l’Ospedale di Rossano è un tripudio di promiscuità, di rischi per cittadini e operatori, di astensione dalle cure dei malati. Un paesaggio deserto, tetro ed insicuro. In cui lavora gente da ringraziare ad ogni passo. E mentre Stasi gioca ai soldatini con la sua maggioranza, quel che resta dell’Ospedale di Corigliano crolla. Lo dice il primario del Pronto Soccorso, costretto a chiudere per carenze di personale e strutturale».
Per Promenzio, Stasi è «un sindaco senza spina dorsale politica, ignorato dal commissario dell’Asp, capace di andare, in presenza alla riunione della Commissione Sanità del Comune di Cosenza, farsi tour domenicali tra gli Ospedali di san Giovanni in Fiore, Acri e Cariati, ma contestualmente snobbare il consiglio Comunale monotematico della terza città della Calabria, voluto dal ragazzo col megafono fulminato. Lo stesso Stasi, titolare del Polo Covid ormai a lui intestato, ha sempre annuito ad ogni imposizione fatta dalla Bettellini, a scapito del Giannettasio e del Compagna senza mai alzare una barricata, mai la voce. Prima dieci, poi, venti, poi trenta posti Covid a Rossano mentre a Corigliano chiudiamo. Solo comunicazioni, al nostro primo cittadino, tra l’altro, assente volontario alle rivendicazioni del territorio da Cariati a Trebisacce, dove sindaci e cittadini stanno in piazza per riaprire gli ospedali. La misura è colma. Se ne vada».
IL “COMPAGNA” RISCHIA DI CHIUDERE «PER LA MIOPIA DEL RE SOLE» «L’Asp di Cosenza – aggiungono Vincenzo Scarcello, Raffaele Vulcano, Gennaro Scorza e Adele Olivo – cincischia e non riesce a fare un piano manageriale degno di questo nome, il sindaco è andato in letargo mentre il direttore sanitario dello Spoke ha deciso bene di dribblare tutti i guai e andarsene in ferie. Che grande messaggio di responsabilità da parte di tutti».
«L’ospedale “Compagna” – insistono – rischia di chiudere battenti, a partire dal Pronto soccorso per colpa della miopia di una classe politica che oggi gestisce alla meno peggio la nostra città. Non si sta facendo nulla per tutelare il presidio di Corigliano. L’unica priorità del sindaco oggi è quella di tenere al riparo da tutto il “suo” reparto Covid. Se poi fuori dalla porta di quel Reparto c’è il delirio poco importa: il risultato è salvaguardato».
Nel chiedersi quali siano i risultati ottenuti in questi mesi dall’amministrazione comunale, i quattro consiglieri comunali di opposizione addossano a Stasi tutti i problemi. «Se oggi siamo in questa situazione, con i due ospedali che orami sono una bomba di contagio, senza medici, con i Pronto soccorso che non funzionano e che addirittura rischiano di chiudere la colpa è solo sua. Perché si è incaponito nella realizzazione di un Polo Covid, non curante di tutti gli altri problemi gravi di cui era afflitta la nostra precaria rete ospedaliera. Il nosocomio di Corigliano sta diventando un serbatoio di medici da trasferire a Rossano. Ma, poi, a Rossano i medici si ammalano ed il risultato è che abbiamo due presidi che oggi non funzionano, più di quanto già non funzionassero. Quando invece, soprattutto in questo momento, si dovrebbe fare di tutto per tutelare proprio l’ospedale “Compagna”, fornendolo del personale necessario, proprio per evitare il collasso del “Giannettasio”. Cosa sta facendo per evitare tutto questo? Un bel nulla».
«Ma capiamo l’assenza del sindaco – si avviano alla conclusione – impegnato com’è stato in questi giorni, a far quadrare i conti della maggioranza nelle beghe legate alle poltrone. Diceva di essere “diverso” (da chi poi?), parlava di trasparenza e vedeva intrallazzi ovunque. Ora capiamo, per il primo cittadino la politica e l’amministrazione pubblica sono una forma di potere e di comando assoluti dove tutto ha necessità di ruotare attorno al suo ego. Se poi la gente muore negli ospedali poco importa, perché poi basta un post su Facebook per chiudere la partita e dire “mi dispiace”. Ora il Re Sole ha nominato un nuovo cortigiano, speriamo serva a risolvere i tanti e innumerevoli problemi che affliggono la nostra città per sola ed esclusiva incapacità di questa Amministrazione comunale di saperli gestire. Non ci sono più alibi, non ci sono scusanti né possibilità di prendersela con chicchessia».
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