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Il centrosinistra si "sveglia", in arrivo il primo tavolo per le Regionali

Nei prossimi giorni in programma un vertice per incominciare a delineare perimetro dell’alleanza, programma e profilo del candidato presidente. I “nodi” maggiori soprattutto in casa Pd e Movimento …

Pubblicato il: 11/12/2020 – 18:39
Il centrosinistra si "sveglia", in arrivo il primo tavolo per le Regionali

CATANZARO Il tavolo tanto atteso e tanto invocato sta per arrivare. Le diplomazie del Pd e del centrosinistra in queste ore si stanno scrollando di dosso lentezze e ritardi e stanno mettendo a punto il primo vertice – in vista delle prossime elezioni regionali – che potrebbe tenersi tra tra due o tre giorni, una volta definito l’elenco degli invitati a uno schieramento che – nelle intenzioni soprattutto dei democrat – si vuole il più ampio possibile. Dopo l’attendismo dei giorni scorsi, dettato dalla speranza (al momento vana) di un rinvio della data del 14 febbraio, il centrosinistra ora prova ad accelerare. Da qui l’attivismo del commissario del Pd Stefano Graziano, impegnato, nell’ottica del mantra dell’allargamento della coalizione e dell’unità della stessa, nel contattare le forze alleate a Roma – dal M5S a Italia Viva ad Articolo 1 – e il civismo progressista, da Io Resto in Calabria a Pino Aprile e via discorrendo, che si sta muovendo in Calabria e riunirle attorno a un tavolo nel quale ragionare anzitutto sul perimetro della coalizione, il cui “collante” iniziale sarà la necessità di sconfiggere il centrodestra ma poi dovrà trovare la quadra anche su tante altre cose, dal programma elettorale al candidato presidente. Comunque, il primo step – quello di vedersi e di cominciare a ragionare – è in arrivo, per come sollecitato da tanti, a partire dai renziani, con il senatore di Iv Ernesto Magorno che ha lanciato un messaggio (dal sapore di ultimatum) indirizzato soprattutto al Pd.
Il cantiere del centrosinistra dunque entra nel vivo anche se in un contesto ancora molto frastagliato, per le turbolenze interne che vivono soprattutto il Pd e il M5S, uscito lacerato dal voto sul Mes. Nei ragionamenti romani si sostiene che il M5S stavolta l’alleanza con il Pd in Calabria la gradirebbe molto e la vorrebbe fare, e anche buona parte dei parlamentari calabresi mostra segnali di apertura, una propensione ad allearsi con i dem ovviamente a condizioni precise e molto rigorose, ma tra i pentastellati resta uno “zoccolo duro” che non ne vuole sapere di abbracciarsi ai democrat senza se e senza ma. C’è poi la questione del candidato presidente: alla luce della infelice esperienza delle ultime Regionali stavolta l’idea di ricorrere a un candidato politico anche in casa democrat è molto forte, ma qui potrebbe esserci il primo scoglio da superare nel confronto con il Movimento 5 Stelle e con i civici. E c’è poi la solita “balcanizzata” dinamica interna al Pd, con sacche di guerriglia un po’ dappertutto: in queste ore si starebbe facendo strada l’ipotesi di una riorganizzazione a Catanzaro e Crotone. I democrat, comunque, restano il baricentro della coalizione di centrosinistra e per questo si stanno incaricando in queste ore di insediare e rendere operativo il tavolo, in modo da cominciare a ragionare e a produrre delle scelte per le Regionali, lavorando anche al profilo di un candidato alla presidenza che sia competitivo e autorevole: ovviamente, le frecce nell’arco dei dem sono tante, da Nicola Irto ad Antonio Viscomi. Ma questa partita del candidato, che poi è quella più delicata, non sarà giocata nell’immediato. (a. c.)

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