CATANZARO O trasmettono dati incompleti su bilanci e numeri e costo del personale o non li trasmettono affatto. Il sottogoverno di enti strumentali, fondazioni, agenzie, aziende, società partecipate e controllate continua a rappresentare il “sommerso” della Regione Calabria. Anche l’ultimo giudizio di parifica della Corte dei Conti sul rendiconto 2019 conferma l’esistenza di questo “mondo di mezzo” (o “di sotto”) i cui contorni restano sempre indefiniti e spesso opachi, malgrado negli ultimi tempi gli occhi della Regioni si siano fatti più attenti. Un “mondo” di enti, società, aziende e fondazioni sempre “elefantiaco”, visto che nel quadriennio 2016-2019 l’incidenza del costo del loro personale sul bilancio ella regione è stato pari a 900 milioni, e a 230 milioni nel solo 2019».
CONCILIAZIONE A SINGHIOZZO Nella relazione per la parifica del rendiconto 2019 la Corte dei Conti anzitutto ricorda che «il decreto legislativo 118 del 2011 prevede la conciliazione crediti e debiti della Regione nei confronti delle società partecipare e controllare e degli enti strumentali», am questa conciliazione allo stato non è definita perché – scrive la magistratura contabile – La stessa Regione evidenzia che, a causa della mancata trasmissione delle informazioni da parte di tutti i Dipartimenti regionali, la procedura i riconciliazione non ha potuto riguardare tutti gli enti coinvolti». La sezione di controllo della Corte dei Conti «pertanto rileva che la Regione “non è stata in grado di esporre, per alcuni enti, dati verificabili – e quindi certi – per assenza di comunicazioni da parte degli organismi pagatori, mancato rilascio delle asseverazioni richieste dall’ordinamento e mancata disponibilità dei rendiconti aggiornati delle società partecipate. In ogni caso ha preso atto che, rispetto ai decorsi esercizi, la Regione si è attivata per assicurare la circolarizzazione dei debiti e crediti verso gli organismi partecipati e raccomanda di proseguire nel cammino intrapreso nell’operazione di conciliazione curando che, laddove emergessero debiti per la Regione, siano inseriti in bilancio. Anche il pubblico ministero – annota poi la Corte dei Conti – rileva che la conciliazione imposta dalla legge è adempimento fondamentale che consente di delineare iil quadro complessivo della reale situazione debitoria/creditoria degli enti strumentali e partecipati e, quindi, della Regione, che consente di evitare l’emersione di debiti occulti che generebbero contenziosi, esecuzioni, debiti fuori bilancio, con gravi ripercussioni sugli equilibri di bilancio per la mancanza di adeguate coperture».
LA SPESA PER IL PERSONALE Altro capitolo affrontato dalla Corte dei Conti: la «notevole» incidenza sulla spesa che ha il costo del personale delle società partecipate e degli enti strumentali (spesa indiretta). «Se per la Regione, nel 2019, sono state registrate complessivamente 3.208 unità con una spesa totale di oltre 118 milioni, il mondo delle partecipate e degli enti strumentali – rimarca la magistratura contabile – ha determinato un costo indiretto per il personale di gran lunga superiore. La sezione di controllo ha chiesto all’ente di comunicare la consistenza numerica di questo personale e gli oneri sostenuti nonché gli oneri per consulenti e incarichi professionali conferiti dai predetti enti partecipati. la Regione ha fornito un riscontro parziale, sostanzialmente solo per alcune società partecipate (5 su 15), alcune delle quali in stato di liquidazione e fallimento e solo per alcuni enti strumentali (8 su 12) e fondazioni (2 su 5), in ogni caso anche per queste società ed enti ha trasmesso dati parziali». La Corte dei Conti infine sostiene che «nel periodo 2016-19 si è registrata una riduzione del personale impiegati e della relativa spesa, salvo per i l’anno 2019 in cui, nonostante una riduzione di 141 unità, la spesa è aumentata di quasi 2 milioni di euro. L’incidenza indiretta dei costi del personale sul bilancio della Regione è stata per il 2019 di oltre 230 milioni, nel quadriennio 2016-19 di oltre 900 milioni». (a. c.)
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