ROMA «Sono preoccupato per quello che potrà succedere a gennaio o febbraio quando si vedranno le conseguenze degli atteggiamenti avuti durante il periodo Natalizio. Vedo un Paese superficiale perché si dimentica che ogni giorno abbiamo centinaia di morti. Questo non viene considerato con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione». Lo ha detto Gino Strada, fondatore di Emergency a “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata su Rai 3. Dal Covid «non ne usciremo prima di 2-3 anni, la responsabilità di ognuno è fondamentale». Poi in tema di vaccinazioni, Strada ha sostenuto: «Penso sia pericolosa non tanto la corsa al vaccino ma la competizione sul mercato, sappiamo quanto possa determinare le scelte e i comportamenti sanitari è un tema non affrontato con la dovuta attenzione». Poi rispondendo a una domanda diretta dell’Annunziata, il fondatore di Emergency ha detto: «Certamente io mi vaccinerò».Poi ha analizzato la situazione della sanità in Calabria. «Il Covid ha messo in luce le fragilità del nostro sistema sanitario: per diversi anni si è smantellata la sanità pubblica, ci sono stati tagli regolari ad ogni Finanziaria, blocco delle assunzioni, chiusura di ospedali, 18 solo in Calabria. Tutto questo mentre c’era una massiccia invasione del privato della sanità: prima si diceva ministro della Sanità pubblica ora della Salute, non so se è un augurio o un brindisi». «La sanità pubblica e privata – ha sostenuto – dovrebbero essere rigorosamente divise, non ci dovrebbe essere interazione. È un settore attraente per gli investitori ma è utile o dannoso per il cittadino che per funzionare la medicina privata si attinga dal pubblico? Ogni anno spariscono 25-30 miliardi che dalla sanità pubblica si spostano verso la privata».
«In Calabria – ha ricordato Strada – il 70% delle risorse regionali sono spese per la sanità: ma queste risorse vanno tutte nel privato e la sanità viene depauperata; quando ci si trova a far fronte ad una emergenza i limiti si evidenziano».
Strada ha poi affrontato l’impegno di Emergency in Calabria: «Ho accettato di andare in Calabria perché mi è stato chiesto dal Governo e dalla Protezione civile, abbiamo messo in piedi un secondo reparto Covid nell’ospedale di Crotone; ho parlato con il commissario Longo, persona piena di voglia di fare, e siamo in attesa di capire se possiamo fare qualcosa in più, ne riparleremo nelle prossime settimane».
«Interveniamo in Italia da 13 anni con poliambulatori fissi e mobili, anche nella prima fase dell’emergenza Covid. È un lavoro mirato a quelli che non hanno accesso alla sanità che non sono solo migranti ma anche italiani», ha aggiunto. «Quando il presidente facente funzioni della Calabria ha detto che a Polistena non abbiamo dato una mano, ha detto una cosa assurda: lui abita a 3 km da lì ma non è mai andato a vedere il poliambulatorio; poi un medico non può entrare in una struttura e dire “posso dare una mano”, la legge non lo consente. Comunque sottotraccia abbiamo trattato centinaia di migliaia di persone in questi anni in Italia», ha concluso Strada.
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