REGGIO CALABRIA In collegamento video a fronte delle misure in vigore per il contenimento della diffusione dei contagi da Covid-19, la conferenza stampa sull’operazione che alle prime luci della mattinata odierna ha gettato ombre sulle recenti elezioni amministrative di Reggio Calabria.
«Quello odierno è solo il primo step dell’inchiesta. – specifica il procuratore Giovanni Bombardieri – C’è tanto materiale che sta per essere acquisito nel corso delle perquisizioni».
Il primo segmento dell’indagine effettuata dalla Digos di Reggio Calabria e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, dagli agenti della Questura, con il supporto del Compartimento Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Reggio Calabria e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria, riguarda due soggetti, destinatari delle misure cautelari emesse dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria: il consigliere comunale eletto nella lista del Partito Democratico, Antonino Castorina e il presidente del seggio numero 184 all’ultima tornata elettoale, Carmelo Giustra indagati per una serie di reati tra cui falso in atto pubblico e brogli elettorali.
Un’indagine nata dall’intuizione degli agenti presenti ai seggi che si rivolge a «verificare una serie di irregolarità ed accertare le vicende che hanno rilievo penale», dunque non le elezioni nel complesso «perché non è interesse della procura».
«UN SISTEMA PREORDINATO» Durante i ballottaggi dello scorso 20 e 21 settembre, vengono notati dei movimenti sospetti in prossimità di alcuni seggi. «Da qui sono partiti gli accertamenti che hanno portato a riscontrare una serie di soggetti identificati per conoscenza personale. All’esito degli accertamenti è stato rilevato un elevato numero di duplicati di certificati elettorali per lo più appartenenti a soggetti anziani, di cui 4 deceduti – alcuni addirittura nel 2018 e un altro recentemente, nel mese di settembre – o di altri soggetti, come ad esempio una donna da anni trasferitasi in un altro continente», spiega il procuratore Giovanni Bombardieri.
Si arriva così ad un primo risultato investigativo: «Oggi possiamo dire che ci sono almeno cento duplicati di certificati da cui emergono una serie di particolarità. Castorina aveva chiesto un ingente numero di duplicati all’ufficio di Santa Caterina, ottenendo la quasi totalità dei rilasci (280 su 320). Alcuni dei soggetti contattati non hanno rilasciato alcuna procura per il duplicato, né hanno dichiarato smarrimento o addirittura non si sono mai recati a votare».
«I duplicati – aggiunge il procuratore aggiunto di Reggio, Gerardo Dominijanni – risultano dunque rilasciati senza che vi fosse documentazione a supporto. Molti si riferivano a determinate sezioni e da qui siamo risaliti al coinvolgimento del presidente di seggio posto oggi agli arresti domiciliari».
Il questore sottolinea inoltre come il sistema indagato «non sia una questione estemporanea, ma meccanismo preordinato da tempo che coinvolge più soggetti». E tra le difficoltà iniziali, anche quella di capire quali soggetti avessero rilasciato tale documentazione. «A Castorina è stata data la possibilità di fare tutto questo attraverso delle condotte che gli hanno consentito di nominare dei presidenti di seggio compiacenti. E attraverso presidenti di seggio e scrutatori compiacenti, si può arrivare a determinare questa falsità nei registri. Solo dopo il nostro intervento è stato possibile avere le credenziali per determinare i soggetti che avevano rilasciato i certificati».
LA NOMINA DI GIUSTRA Tra le incongruenze accertate dagli inquirenti, la nomina di Carmelo Giustra quale presidente del seggio numero 184. «I presidenti di seggio vengono nominati dalla Corte d’Appello con una procedura specifica. – spiega Bombardieri – Può capitare che un soggetto, una volta nominato non si presenti o rinunci all’incarico e spetterà al sindaco sostituirli».
Nel caso di specie, il seggio vacante viene “riempito” direttamente da Antonino Castorina che procede in prima battuta alla nomina di Giustra per la sezione numero 172 salvo poi dirottarlo nella 184, appunto quella «dove vengono rilasciati una serie di duplicati di certificati elettorali oggetto dell’accertamento. Le nomine fatte da Castorina vengono in seguito ratificate dal sindaco Falcomatà, ma sulla rilevanza penale della condotta, il procuratore di Reggio non si sbilancia: «Ci sono altri indagati, ma in questa fase bisogna fermarsi ad analizzare solo le posizioni e le condotte dei soggetti raggiunti dai provvedimenti cautelari».
MIGLIAIA DI CERTIFICATI ESAMINATI A conclusione degli interventi, il capo della Digos Nicodemo Liotti sottolinea le «difficoltà emotive» oltre che di tipo pratico legate alle indagini: «Abbiamo verificato migliaia di duplicati per accertarne la veridicità ideologica e materiale. Un lavoro che ci impegnerà anche nei prossimi mesi. Non è una bella giornata per la nostra città perché verificare fatti così gravi riguardanti le elezioni rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni». (f.d.)
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