Cari colleghi sindaci,
ci accingiamo a vivere un Natale diverso, segnato da un’emergenza sanitaria che nel breve tempo si è trasformata in crisi economica e sociale che ha riversato su noi amministratori di prossimità nuove e complesse responsabilità.
E’ un Natale di incertezze e paure, ma è nostro compito mantenere saldo come una stella cometa il senso profondo del nostro ruolo di servizio, cura e amore verso le comunità. Lo sguardo sull’attualità non deve mai venire meno, purtroppo.
Ancora una volta l’Istat – ad esempio – ci racconta di un Sud e di una Calabria densa di fragilità: in cui gli ultimi continuano a restare ai margini immersi in una lotta per la sopravvivenza, dove diritti primari come quelli al lavoro, alla salute e all’istruzione non riescono a trovare piena realizzazione. Una Calabria spoglia di servizi e condannata alla marginalità, se è vero come è vero che il calo demografico è costante e assistiamo ognuno nelle proprie comunità a una fuga senza ritorno della nostra gioventù.
A fronte di questo drammatico quadro, colpisce la boriosa inconcludenza e l’irresponsabile disinvoltura del ceto politico calabrese, in questi giorni impegnatissimo in vista delle elezioni regionali nel chiuso delle proprie stanze a giocare con il destino della nostra terra, senza produrre uno straccio di idea di riscatto, senza disegnare un ideale orizzonte di emancipazione e crescita, senza mai interrogarsi su responsabilità singole e collettive, ma strenuamente impegnato solo nella conservazione di se stesso e del proprio piccolo mondo antico. Un deserto di valori e tensioni ideali ci accompagna nella nostra quotidianità e pochi rimangono i punti di riferimento per le persone, costrette a una condizione di solitudine e vera e propria povertà. Restano in campo come ultimi difensori delle istituzioni gli amministratori locali, i sindaci che a mani nude e con il solo orgoglio della fascia tricolore si misurano con piccoli e grandi problemi della nostra gente, accolgono le sofferenze, le rielaborano in soluzioni e non si voltano mai dall’altra parte.
La Calabria terra bellissima, autentica e vera ha bisogno d’altro, merita altro e chiunque ricopra un ruolo pubblico – dentro ai partiti, le istituzioni, le associazioni di categoria, i sindacati – dovrebbe interrogare la propria coscienza e chiedersi se stia realmente fornendo un contributo alla causa, cosa debba fare di più per incidere in positivo nella vita della propria terra. Si prenda esempio da papa Francesco e dalla sua indomabile volontà di modificare i paradigmi del vivere: “In una società malata che volta le spalle al dolore e che è “analfabeta” nella cura dei deboli e dei fragili, tutti siamo chiamati a farci prossimi all’altro” – ci scrive nella sua lettera enciclica “Fratelli tutti”. Con queste parole cariche di valore intendo inviare a voi tutti il mio augurio di buon Natale.
*sindaco di Diamante e senatore
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