REGGIO CALABRIA È destinata ad allargarsi l’inchiesta sul consigliere comunale di Reggio Calabria Antonino Castorina, del Pd, finito agli arresti domiciliari per la vicenda dei duplicati delle tessere elettorali utilizzati per far risultare il voto di centinaia di cittadini anziani, tra cui alcuni deceduti, che in realtà non si sono recati alle urne alle comunali del 20 e 21 settembre. Nella sua ordinanza, emessa su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Paolo Petrolo, infatti, il giudice per le indagini preliminari Stefania Rachele sottolinea che «in relazione alle condotte di ‘falso’ Castorina assume la qualificazione di concorrente morale in concorso con esecutori materiali non ancora identificati».
«La falsificazione e alterazione dei registri e delle schede elettorali – si legge nel provvedimento – è stata commessa dall’indagato con ignoti in corso di identificazione i quali, certamente, vanno individuati e ricercati tra i presidenti dei vari seggi elettorali e tra gli scrutatori». Nei confronti di Castorina, quindi, per il giudice sussiste sia il «pericolo di inquinamento delle prove» sia quello di «reiterazione del reato». Dall’inchiesta, inoltre, è emersa «una non comune capacità di infiltrazione nelle maglie delle inefficienze degli uffici pubblici».
Il consigliere comunale ha dimostrato addirittura «una evidente capacità di influenzare anche l’operato del sindaco Giuseppe Falcomatà (come nel caso della scelta dei presidenti di sezione, ndr). Attraverso una consolidata e tentacolare rete relazionale – scrive il gip – Castorina ha permesso di mettere in piedi un sistema di condotte illecite. Preoccupante risulta, pertanto, la capacità dell’indagato di infiltrarsi nelle scelte amministrative ai massimi livelli delle istituzioni comunali».
È questo il motivo per cui il gip ha deciso gli arresti domiciliari per Castorina. «Le modalità di consumazione delle condotte, dunque, rendono altamente probabile – sono le conclusioni dell’ordinanza – che, in assenza di cautela, l’indagato persista nello svolgimento di attività politica e amministrativa, avvalendosi di un modus operanti analogo a quello fotografato dall’attività di indagine, tanta è la spregiudicatezza e la totale indifferenza verso i procedimenti democratici di formazione della volontà popolare». (Ansa)
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