di Alessia Truzzolillo
LAMEZIA TERME «Ministro ci stia vicino». Poche ma sentite parole sono state pronunciate da parte del presidente della Corte d’Appello Domenico Introcaso al ministro Alfonso Bonafede nel corso del sopralluogo che il capo del dicastero alla Giustizia ha effettuato nella nuova aula bunker a Lamezia Terme. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri non ha proferito parola o commento. D’altronde non si trattava di una inaugurazione ma di un più tecnico sopralluogo. Per il procuratore ha parlato lo sguardo soddisfatto dietro la mascherina per la realizzazione di una delle aule bunker più grandi al mondo dopo oltre un anno di battaglie e richieste. Al giro di ricognizione hanno preso parte anche il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, e il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo.
«La risposta è nei fatti», ha detto oggi il ministro Bonafede. «Nel luglio 2020 – ha aggiunto – noi abbiamo firmato il protocollo d’intesa per la realizzazione di questa aula bunker, a distanza di cinque mesi l’aula bunker è praticamente pronta. Parliamo di una struttura con la capienza di circa un migliaio di persone in distanziamento anti-covid. Secondo me possiamo dirlo con orgoglio: è un momento in cui le istituzioni dimostrano che quando c’è la volontà di portare avanti un progetto e di realizzarlo, quel progetto viene realizzato non solo in tempi rapidi ma, permettetemi di dirlo, anche in tempi difficili. Perché in un periodo come quello che sta vivendo il nostro Paese, il fatto che la Pubblica amministrazione abbia portato avanti un progetto così ambizioso è un segnale in generale molto incoraggiante. Il governo porta avanti la lotta contro le mafie senza tregua. Ed è una lotta alle mafie che si porta avanti quotidianamente e questa aula bunker è anche un segnale di presenza dello Stato qui in Calabria, un terra difficile. Perché deve essere chiaro i processi, anche quelli più impegnativi, sono processi che si celebrano in questa terra, in Calabria, dove lo Stato è presente. Questo è anche un segnale di speranza per tutti quei magistrati che ogni giorno portano avanti la lotta alla ‘ndrangheta, tra mille difficoltà. Ma è un segnale per tutti gli addetti ai lavori, gli avvocati che potranno usufruire qui di un’aula bunker che è rappresenta un progetto importante». Bonafede ha ringraziato il presidente Introcaso e il procuratore Gratteri e tutta la conferenza permanente «perché questo è anche il simbolo di una collaborazione tra il ministero, gli uffici giudiziari e la Regione».
ORGANICO A proposito della carenza di organico «il cammino è sempre lungo – ha detto il ministro – ma c’è stato un’ampliamento di pianta organica su questo distretto, da quando io sono ministro. Parliamo di 22 magistrati in più. Abbiamo lavorato anche sul personale amministrativo: 150 unità in più. C’è tanto da fare ma c’è l’impegno a far sentire che lo Stato c’è».
LA SODDISFAZIONE DI FALVO «Finalmente vedrà la luce quest’aula che è stata realizzata in tempi record – ha detto il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo – e si è riusciti a portare il processo Rinascita-Scott in Calabria e questo grazie alla testardaggine di Nicola Gratteri che ci ha messo il cuore per realizzare questa aula bunker. L’ultimo tassello che manca è quello della sicurezza del quale discuteremo col presidente della Corte d’Appello e con Procuratore Generale se dovremo occuparcene noi da Vibo o loro da Catanzaro». Un’aula bunker, quella costruita a Lamezia, che potrebbe essere utilizzata per processi dai grandi numeri anche da altre regioni che non sono attrezzate «come non lo era Catanzaro fino a quando non è stata realizzata quest’opera che è una grande opportunità per la giustizia italiana. E di tutto questo dobbiamo dire grazie a Nicola Gratteri».
«La ‘ndrangheta, lo abbiamo detto più volte, deve essere processata qui dove nasce e dove purtroppo prolifera», ha aggiunto Falvo. Anche Falvo ha affrontato il problema dell’organico: «Io l’ho segnalato anche alla commissione parlamentare antimafia quando sono stati a Vibo. Spero che si prenda sempre più coscienza della situazione reale calabrese e di quanto è stato trascurato Catanzaro negli anni il distretto di Corte d’Appello di Catanzaro». Secondo Falvo la Calabria, nonostante ospiti i processi di mafia più importanti, non è appetibile per i magistrati e «la propensione a venire a Catanzaro non è alta a causa delle condizioni di lavoro e, purtroppo, anche di vita». A Vibo c’è anche una forte carenza di gip e gup che sono solamente in due anche se il procuratore ha chiesto l’aumento a tre gip. Un problema del quale si sta occupando anche la Commissione parlamentare antimafia. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
x
x