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Figli e figliastri della sanità: fondi per il Covid ma si "dimentica" l'Utic di Rossano

Nei due ospedali di Corigliano Rossano da ieri sono finiti i guanti e le tute. Scorte di un giorno per gli altri dispositivi di protezione individuale. Pronto soccorso del “Giannettasio” al collass…

Pubblicato il: 16/12/2020 – 16:37
Figli e figliastri della sanità: fondi per il Covid ma si "dimentica" l'Utic di Rossano

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO La cosa è paradossale. Paradossale che un ospedale – sede di un centro Covid – non abbia più a disposizione dispositivi di protezione individuale.
A comunicarlo alla direzione sanitaria ed a tutti i reparti dello spoke di Corigliano Rossano è la dirigente dalla Farmacia ospedaliera, attraverso una lettera in cui riferisce di aver esaurito le scorte.
Dopo una «precedente comunicazione» comunica che a partire da ieri «il nostro servizio di Farmacia è sprovvisto completamente di guanti monouso e tute. Per quanto riguarda il resto delle forniture di dispositivi di protezione individuali ha una copertura di massimo due o tre giorni, per cui non è in grado di espletare forniture secondo le richieste delle unità operative che continuano a pervenire».
Più che una difficolta è un grave problema – sul quale era intervenuto nei giorni scorsi anche il consigliere comunale Gino Promenzio, probabilmente sensibile alla questione da medico – che allarma soprattutto i reparti come i due pronto soccorso. Quello del “Giannettasio”, nelle ultime ore è stato preso d’assalto ed è al collasso perché i pazienti in attesa di ricovero nelle varie unità operative sono costretti ad attendere l’esito del tampone nei locali del reparto, in isolamento, anche per giorni.
Un modus operandi che intasa ulteriormente il pronto soccorso e che, per come riferiscono autorevoli fonti ospedaliere, potrebbe essere risolto individuando anche nei vari reparti i locali per l’isolamento dei pazienti in attesa di un posto letto in degenza e dell’esito del tampone, spesso non rapidissimo. Il macchinario, infatti, non viene attivato se non vi sono un certo numero di test da processare, circa un centinaio a turno.
Sempre a proposito di Pronto soccorso, sembra al momento scongiurata la chiusura di quello del “Compagna”. Il direttor del Dea, Natale Straface, non solo ha ottenuto l’aiuto di qualche infermiere – aspetta ancora manforte fra i medici – ma sarebbero in fase istruttoria i lavori di manutenzione.
Al “Compagna”, inoltre, a breve potrebbe essere attivata la Stroke Unit in Neurologia, con fondi già reperiti mentre l’Unità di terapia intensiva cardiologica, chiusa al “Giannettasio” oltre un anno fa per dei lavori e mai riaperta – oggi quei locali ospitano il reparto Covid – e per la quale necessitano circa 400 mila euro, sembra essere caduta nell’oblio. Peraltro si tratta dell’unica Utic in un’area compresa fra l’Alto Crotonese e l’Alto Jonio cosentino, che sempre più spesso si rivolge alla Basilicata per le cure.
CURE IN BASILICATA Eppure, se ci si cura fuori regione si fa “peccato”, perché il debito sanitario calabrese si gonfia. Ma andatelo a dire proprio alle comunità dell’Alto Jonio, che ormai da anni preferiscono curarsi all’ospedale di Policoro che nel frattempo si è attrezzato per ospitare il surplus di utenti calabresi. Meglio, quindi, percorrere 40 chilometri di statale 106 sicura e a quattro corsie verso la Basilicata che imboccare la “mulattiera” verso sud per andare a curarsi a Corigliano Rossano, a Cosenza o Castrovillari. «I miei concittadini – ha spiegato il sindaco di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzia durante l’ultima puntata del talk de L’altro Corriere Tv, “Un eco dallo Jonio” – sono abituati a recarsi a Policoro. Da qui (la statale 106 a quattro corsie inizia proprio a Roseto, ndr) nessuno prende minimamente in considerazione di doversi curare a Corigliano Rossano o negli altri ospedali della provincia». Come per la comunità rosetana, la sanità lucana è ormai meta preferita per il bacino d’utenza dell’Alto Jonio, alcune decine di migliaia di abitanti.
CARDIOLOGIA Da ieri, frattanto, proprio la cardiologia dello spoke di Corigliano Rossano ha un nuovo responsabile, seppur ad interim. Si tratta del dottor Giovanni Bisignani, in servizio a Castrovillari. Il reparto presto potrebbe essere dotato della telecardiologia (in attesa dell’emodinamica), ma soprattutto del reperimento dei finanziamenti per la riattivazione dei sette posti letto nell’Unità di terapia intensiva cardiologica. L’argomento è stato sul tavolo di un incontro, nel pomeriggio di oggi, fra il sindaco Flavio Stasi, anche nella sua qualità di presidente della conferenza dei sindaci, e la direzione dell’Asp di Cosenza. Ma siamo sempre nell’ordine delle “parole”.
FIGLI E FIGLIASTRI Insomma, quando ci sono da individuare risorse per mantenere in vita un reparto piuttosto che per l’emergenza, ecco rispuntare la solita solfa dei figli e dei figliastri. Soprattutto se si tratta di reperire fondi – pronti e a quanto pare sull’unghia – per l’emergenza Covid, nulla di nulla per la Cardiologia e l’Utic. (l.latella@corrierecal.it)

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