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Statuto di Corigliano Rossano, opposizione all'attacco: «Commissione radical chic, lustrini e paillette»

Olivo, Promenzio, Madeo, Madeo, Scarcello, Vulcano, Scorza e Baffa si chiedono «dove sia finito il coinvolgimento del popolo. Lavori consiliari elitari, siamo pronti a operare in modo autonomo sull…

Pubblicato il: 16/12/2020 – 12:55
Statuto di Corigliano Rossano, opposizione all'attacco: «Commissione radical chic, lustrini e paillette»

CORIGLIANO ROSSANO Troppo «radical chic», troppi «lustrini, paillette e cotillon». Le opposizioni consiliari di Corigliano Rossano criticano l’operato e la gestione della Commissione Statuto che da mesi ormai, sta lavorando alla “magna carta” della città nuova. Uno strumento fondamentale per la gestione della cosa pubblica che detterà l’auto-organizzazione e le regole dell’Amministrazione comunale.
Per Adele Olivo (Cci), Gino Promenzio (Civico Popolare), Rosellina Madeo (Fiori d’Arancio), Francesco Madeo (Gente di Mare) e Costantino Baffa (Lega), Vincenzo Scarcello, Raffaele Vulcano e Gennaro Scorza (Udc) la commissione presieduta da Maria Salimbeni, dopo sette mesi di attività, «sta perdendo solo tempo mentre la città è piombata in una crisi d’identità profonda, difficilissima da gestire. Tra prologhi, preamboli e ouverture, sta venendo fuori la profonda incapacità della maggioranza consiliare di saper proporre persino un’idea di quella che dovrebbe essere la linea guida per governare Corigliano-Rossano».
«Tutto questo – insistono – avviene mentre i cittadini continuano a sbattersi a destra e a manca tra gli uffici comunali senza avere un punto di riferimento, mentre gli stessi dipendenti comunali sono avvolti da una condizione di disorientamento e frustrazione per il caos che regna negli uffici e l’intero territorio comunale rimane privo di manutenzione. Questa condizione di immobilismo e di totale assenza di idee crea sprechi infiniti. Basta pensare che oggi per sostituire un flessibile in un qualsiasi punto della città, una squadra di manutenzione arriva a percorrere anche 70 km. E questo perché non si riesce ancora a dare un’organizzazione all’apparato comunale, non si riescono a riorganizzare gli uffici e non si riescono ad istituire i Municipi».
Per gli otto consiglieri comunali di opposizione, «tutto è impantanato nella negligenza e nell’incapacità politica di chi guida la Commissione consiliare Statuto, di partorire strumenti e progettualità. Non sarà sicuramente un caso nemmeno l’impostazione della stessa commissione al suo lavoro diventato uno strumento elitario di confronto, aperto a pochi e soliti interventi, spesso anche inconcludenti». Olivo, i due Madeo, Promenzio, Baffa, Scarcello, Vulcano e Scorza si chiedono dove sia il coinvolgimento nel popolo, «in cosa si sono tramutati i confronti con le parti sociali, con il mondo delle professioni, con l’universo complesso dei giovani? Sappiamo solo – proseguono – che dopo un anno e mezzo forse riusciremo a partorire i primi sei articoli del nuovo Statuto. Di questo passo ci vorranno dieci anni per avere la prima bozza del documento su cui confrontarsi».
Critiche severe, dunque, che puntano la «capacità, il coraggio e la responsabilità di mettere nero su bianco idee e proposte nel confronto. Una vergogna inaudita sulla quale, pur da consiglieri comunali di opposizione e nelle vesti di voce critica all’interno della Commissione, non vogliamo avere più responsabilità. Se non ci sarà un’inversione di rotta immediata, se non si metteranno da parte lustrini, paillette e cotillon e se non si uscirà fuori da quell’aurea radical chic in cui è finita la Commissione Statuto, siamo pronti a lavorare per conto nostro elaborando con capacità e metodo uno Statuto comunale, degno di questo nome, che possa mettere subito cittadini, uffici, il Consiglio comunale e lo stesso esecutivo civico – concludono – nelle condizioni ideali per poter vivere in una grande e sicuramente complessa città che oggi rimane vergognosamente ripiegata su se stessa».
Quella sugli organi di rappresentanza come i Municipi, ad esempio, è teoria necessaria – perché di trasmigrarla sulla carta ancora non se ne parla – assai dibattuta, vista la complessità e la vastità territoriale. Come altrettanto necessario appare in sé un nuovo statuto. Dalla fusione in poi, infatti, è stato adottato quello in uso all’ex comune di Corigliano che non contemplava, ad esempio, le dirigenze comunali, e di conseguenza quelle per nomina secondo l’ex art.110 del Tuel, definite illegittime proprio perché avanzate con uno strumento in uso orfano di quelle figure.
La stessa commissione sin dal suo insediamento era stata molto criticata (qui e qui), anche dopo la nomina del comitato scientifico. (lu.la.)

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