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Piano ripresa e resilienza, i deputati del Pd chiedono «una quota superiore al 34% dei finanziamenti per il Sud»

Un gruppo di parlamentare dem formulano una serie di considerazioni da sottoporre all’esecutivo a fronte della discussione della bozza del Pnrr. «Chiediamo per il Mezzogiorno un quantitativo di ris…

Pubblicato il: 17/12/2020 – 8:08
Piano ripresa e resilienza, i deputati del Pd chiedono «una quota superiore al 34% dei finanziamenti per il Sud»

ROMA Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sul territorio nazionale nelle attenzioni dei deputati del Partito democratico. In una nota i parlamentari, fra cui Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, esprimono alcune considerazioni chiedendo una più equa ripartizione.
Nella nota diffusa dai deputati Bruno Bossio Enza, Bordo Michele, Del Basso De Caro Umberto, De Luca Piero, Frailis Andrea, Lacarra Marco, Losacco Alberto, Manca Gavino, Miceli Carmelo, Mura Romina, Navarra Pietro, Pagano Ubaldo, Pezzopane Stefania, Raciti Fausto, Siani Paolo, Topo Raffaele, Viscomi Antonio vengono formulate una serie di considerazioni: «1. Il documento discusso nel Consiglio dei Ministri della scorsa settimana è una bozza. Il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato a più riprese che, in quanto bozza, essa sarà discussa ed eventualmente emendata, anche per effetto dell’interlocuzione con il Parlamento. Il Ministro Amendola si è espresso pubblicamente nella stessa direzione, sostenendo la centralità del Parlamento e il fondamentale ruolo di indirizzo sua della maggioranza che dell’opposizione; 2. La Relazione della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati nella quale sono state indicate le priorità nell’utilizzo delle risorse del Recovery Fund è stata approvata il 12 ottobre scorso. Il voto favorevole della maggioranza e l’astensione costruttiva delle opposizioni, frutto di un confronto ampio e costruttivo, testimoniano il pieno coinvolgimento di tutti i gruppi parlamentari nell’indicazione delle linee di indirizzo per l’uso delle risorse; 3. A pagina 20 della Relazione si suggerisce di destinare al Mezzogiorno risorse del Pnrr in misura anche maggiore rispetto a quanto previsto dalla clausola del 34%, in ragione del maggiore moltiplicatore della spesa per investimenti effettuata al Sud che non solo accelererebbe la velocità di convergenza all’interno del territorio nazionale nel lungo periodo, ma migliorerebbe anche la dinamica di convergenza dell’Italia verso il resto d’Europa. A questo proposito si invita il Governo ad «applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza (popolazione, Pil pro capite e tasso di disoccupazione) anche all’interno del nostro Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da sostenere le aree economicamente svantaggiate».
«Nel ruolo di parlamentari eletti in rappresentanza dei territori del Mezzogiorno, – continuano – desideriamo dare la più ampia diffusione di quanto da noi sostenuto, fiduciosi che il Governo prenderà in doverosa considerazione le indicazioni che provengono dal Parlamento, massima espressione della volontà popolare. Facendo nostro lo spirito dell’intervento promosso e condiviso dalle istituzioni europee, riteniamo doveroso tenere in debito conto i criteri di riparto che hanno determinato l’attribuzione degli 81 miliardi di finanziamenti a favore dell’Italia anche per la ripartizione delle risorse all’interno del nostro Paese. In considerazione del fatto che l’applicazione rigorosa del criterio distributivo che ha assegnato le risorse all’Italia determinerebbe per il Sud e le isole una porzione pari al 66% dei sussidi, chiediamo di stanziare al Mezzogiorno una quota rilevante dei finanziamenti al di sopra del 34%. Siamo, inoltre, consapevoli che le risorse economiche da sole non bastano. Devono essere accompagnate da una visione chiara e coerente di sviluppo. Con questa consapevolezza offriamo il nostro pieno contributo di idee e di progetti al Governo affinché i territori che rappresentiamo possano cogliere al meglio le sfide poste dalle risorse del Next Generation Eu».
 

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