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Six Towns, in Appello assolto il "massone". Salta l'ergastolo al boss di Belvedere Spinello

La sentenza di secondo grado ribalta le pene comminate dal gup nel 2018. Passa dal fine pena mai a 10 anni il boss Agostino Marrazzo. Assolto il “contabile” che partecipava ai summit con Nicolino G…

Pubblicato il: 17/12/2020 – 12:57
Six Towns, in Appello assolto il "massone". Salta l'ergastolo al boss di Belvedere Spinello

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO
Una sentenza che stravolge quella di primo grado è stata emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro – Gabriella Reillo presidente, a latere Francesca Garofalo – sulla cosca di Belvedere Spinello. Il procedimento è noto col nome di “Six Towns”, per i sei Comuni (Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Caccuri, Castelsilano, San Giovanni in Fiore e Cerenzia) sui quali imperversa la famiglia Marrazzo. E proprio due fra i vertici della cosca hanno ottenuto dalla Corte i maggiori sconti di pena che ribaltano la sentenza di primo grado emessa il 6 luglio 2018 dal gup di Catanzaro. Rideterminata la pena per il capo-cosca Agostino Marrazzo che passa dall’ergastolo a 10 anni di reclusione, assolto dall’omicidio di Franco Iona avvenuto l’8 ottobre 1999.
I tre fratelli Agostino, Giovanni e Sabatino Marrazzo vengono considerati dall’accusa collocati nella cosiddetta società Maggiore con la dote di “santisti”, per i quali la Dda aveva ottenuto il 41 bis, ovvero il carcere duro.
ASSOLTO IL MASSONE Assolto per non aver commesso il fatto Sabatino Marrazzo, il contabile, detto anche “il massone” (8 anni in primo grado) che nelle sentenze passate in giudicato di Kyterion (stessa Corte d’Appello, stessa sezione ma con giudici diversi) viene indicato come esponente di vertice del locale di Belvedere Spinello. L’imputato era accusato di organizzare le strategie finanziarie della cosca anche in virtù delle proprie “entrature” e conoscenze nelle istituzioni organizzandosi con altri componenti delle cosche per realizzare società per investire soprattutto nell’eolico. Una figura, quella di Sabatino Marrazzo, sulla quale più di un pentito ha messo voce. Se ne parla anche tra i faldoni della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” che mette in luce il potere massonico-deviato dell’imputato. Il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio (noto per la sua militanza nelle logge e gli addentellati nei servizi segreti) spiega che a Marrazzo venne «affidato il “maglietto” della Loggia Pitagora di Crotone, il Tempio era a Rocca di Neto, dove aveva trovato un ristorante». Non solo. Virgiglio spiega come ci si aiutasse tra fratelli massoni. Tra gli esempi c’è il caso di Sabatino Marrazzo che si rivolge agli appartenenti alla loggia «quando il fratello venne arrestato per un grave delitto e diceva di essere innocente; in quella occasione il professore Francica tenne una “tornata” a Crotone, Francica gli consigliò un legale di Cosenza che “poteva fare tante cose”». L’occasione per parlare di massoneria il contabile la coglie anche, emerge dall’inchiesta “Six Towns”, nella tavernetta del boss Nicolino Grande Aracri al cospetto del quale si reca col fratello Agostino per parlare del florido mercato delle energie rinnovabili e anche della commercializzazione del cippato (legname di scarto usato come materiale da combustione o nelle lavorazioni industriali, nda) dall’estero, attraverso lo scalo portuale della città di Crotone.
PENE RIDETERMINATE E ASSOLUZIONI Rideterminata la pena anche per l’ex boss Francesco Oliverio, oggi collaboratore di giustizia, da 18 anni e 6 mesi a 16 anni e 2 mesi. Non doversi procedere per Valentino De Francesco per prescrizione del reato a lui ascritto. Rideterminata la pena per Saverio Gallo in 7 anni e 2 mesi (9 anni in primo grado). Assolto Antonio Guzzo per non aver commesso il fatto (6 anni e 8 mesi in primo grado).
CONDANNE CONFERMATE Confermate le condanne nei confronti di Saverio Bitonti, 11 anni e 6 mesi; Luigi Bitonti, 2 anni e 4 mesi; Domenico Bitonti, 1 anno e 4 mesi; Ignazio Bozzaotra, 1 anno e 4 mesi; Salvatore De Marco, 8 anni; Giovanni Madia, 9 anni e 2 mesi; Giovanni Marrazzo, 10 anni; Francesco Rocca, 10 anni; Giovanni Spadafora, 10 anni e 4 mesi; Vittorio Spadafora, 3 anni e 8 mesi; Ilario Spina Iaconis, 6 anni e 8 mesi; Paolo Spina Iaconis, 6 anni e 8 mesi; Pasquale Torromino, 7 anni. Necessari 90 giorni per comprendere le ragioni della sentenza. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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