BOLOGNA Dopo la sentenza di appello “Aemilia” di ieri a Bologna, è stata eseguita questa mattina una misura di custodia cautelare in carcere per un imputato, Antonio Muto (classe 1971), già detenuto perché coinvolto in un altro processo di ‘Ndrangheta, e cioé l’operazione “Grimilde”. Ha dunque trovato accoglimento da parte dei giudici la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale Lucia Musti nei confronti di Muto per il reato di associazione mafiosa, in qualità di partecipe. In appello Muto è stato condannato a otto anni e sei mesi.
Il secondo grado del più importante processo contro la ‘Ndrangheta in Emilia-Romagna si è concluso con 91 condanne per circa 700 anni di carcere complessivi e 27 tra assoluzioni e proscioglimenti. In ambienti giudiziari si registra soddisfazione in particolare per la tenuta dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per l’imprenditore modenese Augusto Bianchini, condannato a nove anni, e per l’ex poliziotto Francesco Matacera (sette anni e dieci mesi).
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