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Alloggi popolari subaffittati in nero e carte false per i "buoni spesa" Covid, 22 indagati a Scido

I carabinieri scoprono una maxi truffa per occupazione abusiva delle case Aterp nel piccolo comune dell’Aspromonte. Inchiesta coordinata dalla Procura di Palmi

Pubblicato il: 19/12/2020 – 8:59
Alloggi popolari subaffittati in nero e carte false per i "buoni spesa" Covid, 22 indagati a Scido

SCIDO L’attuale clima economico, conseguente alla pandemia da Covid-19, ha aggravato ulteriormente le già precarie condizioni economiche delle famiglie in difficoltà, in favore delle quali il governo e le amministrazioni locali hanno riservato specifici aiuti e sussidi. Già in precedenza le famiglie bisognose hanno potuto accedere a particolari forme di assistenza, tra cui ad esempio l’assegnazione di alloggi popolari.
È, dunque, ancora più incredibile quanto successo nel piccolo paese aspromontano di Scido, dove i Carabinieri hanno scoperto una maxi truffa messa in atto da assegnatari di case popolari che, invece di occupare le abitazioni loro consegnate, le affittavano “in nero” ad altri soggetti, con il solo scopo di trarre un indebito guadagno e snaturando, pertanto, la ragione stessa dell’edilizia popolare.
L’inchiesta dell’Arma riguarda i reali occupanti delle case popolari di proprietà dell’Aterp Calabria, che si trovano in varie località del comune di Scido. Negli alloggi che, sulla base di documentazione che attesta lo stato d’indigenza, erano stati messi a disposizione di famiglie bisognose, i carabinieri hanno scovato – si tratta di ben 14 casi – soggetti diversi dagli originari assegnatari, fino ad appurare con le successive verifiche, la diffusa e consolidata pratica illegale di subaffittare, la propria casa popolare in cambio di canoni di affitto in nero.
Alla fine dell’inchiesta, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, sotto la direzione del sostituto procuratore Salvatore Rossello, ha emesso l’informazione di conclusione delle indagini e di contestuale garanzia nei confronti di 14 imputati, ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di truffa, occupazione abusiva di edifici in concorso ed abusivismo edilizio.
In merito alla documentazione presentata da alcuni residenti, in 8 casi, gli operanti hanno anche riscontrato false dichiarazioni attestanti situazioni d’indigenza, volte a ricevere indebitamente i “buoni spesa” erogati in favore delle famiglie bisognose dall’amministrazione comunale, per cifre che vanno dai 200 ai 400 euro a famiglia, per un totale di circa 3000 euro.
I truffatori, tutti residenti a Scido, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di falso ideologico e truffa.

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