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Regione, l’insostenibile peso del “sottogoverno”

Il Documento di Economia e Finanza “fotografa” ancora criticità e sacche di inefficienza nella sterminata galassia di enti strumentali, fondazioni e partecipate. Prioritario «continuare il processo…

Pubblicato il: 20/12/2020 – 8:31
Regione,  l’insostenibile peso del “sottogoverno”

CATANZARO «L’obiettivo che il governo regionale deve porsi è quello di un percorso forte e serio di razionalizzazione e riordino», che parta dalla riduzione delle spese. Nel Documento di economia e finanza per il triennio 2021-23, approvato dalla Giunta regionale e in via di approvazione in Consiglio regionale, si declinano le linee di azione per la gestione futura della sterminata galassia di enti strumentali, partecipate e fondazioni della Regione Calabria., al centro di un processo di razionalizzazione «già avviato» ma che «dovrà continuare».
IL QUADRO GENERALE Dovrà continuare perché il “sottogoverno” regionale pesa ancora parecchio sulle casse della Cittadella e presenta ancora tante zone d’ombra e sacche di inefficienza, esplicitate chiaramente nel Defr. A partire dalle partecipate, settore che ha visto una «eccessiva proliferazione», con l’adesione a società «non strettamente necessarie». «La Regione Calabria – si legge infatti nel Documento – possiede partecipazioni – talora minimali – in numerose entità, parte delle quali da tempo sottoposte a procedure fallimentari o di liquidazione. Sono stati numerosi gli interventi con cui, in passato, l’amministrazione ha tentato di contenere questo fenomeno. Non sembra esser stata recepita ancora la logica legislativa nazionale che prevede l’indispensabilità delle partecipazioni: è necessario un immediato sforzo aggiuntivo di tipo quantitativo da parte della Regione Calabria, sia in termini di trasparenza, sia in termini di governance contribuendo a migliorare l’efficacia dell’azione istituzionale, evitando, in ultima analisi, aggravi sui conti dell’ente senza alcun ritorno di investimenti per il benessere collettivo».
Per quanto riguarda, invece, gli enti strumentali e le fondazioni, in particolare, dall’analisi dei più recenti rendiconti «sono emerse – spiega il Defr – diverse criticità. In generale, questi enti: a) presentano un elevatissimo grado di dipendenza finanziaria dalla Regione, dalla quale traggono la quasi totalità delle entrate correnti; b) hanno una struttura dei costi fortemente sbilanciata in favore della copertura delle spese di auto-amministrazione e, in particolare, delle spese per il personale, che assorbono anche il 70-80% delle risorse in entrata; c) producono beni e servizi la cui utilità è poco misurabile, con conseguente difficoltà nell’individuare se la gestione dei progetti seguiti da questi enti avvenga secondo economicità ed efficienza».
PARTECIPATE Nel Documento si ricorda che la Regione a oggi detiene partecipazioni in 15 società di capitali di cui 5 in stato di fallimento, 4 in stato di liquidazione 6 in stato di attività: si tratta di Banca Popolare Etica, Ferrovie della Calabria, Fincalabra, Sacal, Terme Sibaritide, Sorical. La “raccomandazione” che la Giunta fa nel Defr per le società a partecipazione totalitaria o maggioritaria è «intraprendere precise azioni tese sia al rilancio delle attività assegnate a ciascuna società che al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario. Sarà quindi necessario, attraverso attente politiche di riduzione dei costi da attuare da parte del management delle società, attutire gli effetti negativi sui bilanci derivanti dallo stato di emergenza Covid-19». Nel dettaglio, per Fincalabra «sarà necessario effettuare un’attenta analisi considerato che, al netto del ridotto utile registrato nell’esercizio 2019, i risultati economici degli esercizi precedenti hanno evidenziato perdite rilevanti. Il management della società deve provvedere alla stesura di un Piano Industriale di risanamento». Quanto alle Ferrovie della Calabria, la scissione per costituire l’Agenzia reti e mobilità S.p.A. «non è stata effettuata; Ferrovie della Calabria dovrà redigere una bozza del progetto di scissione parziale della società in favore della costituenda società. Sarà necessario, inoltre, valutare gli effetti della scissione sul patrimonio della società atteso che la notevole perdita registrata nell’ultimo esercizio 2018 (euro 8.998.589) ha eroso il capitale sociale della società. Anche per il 2019 è proseguito un trend negativo con una perdita di esercizio di 1.051.283 euro». Inoltre, Terme Sibarite «pur avendo chiuso gli ultimi esercizi in attivo, ha mostrato una contrazione costante degli utili ed appare, pertanto, necessario monitorare con attenzione l’evolversi della situazione». Infine, Sorical: «La problematica principale – riporta il Defr   è data dalla crisi finanziaria e dall’elevata massa debitoria della società, legata soprattutto ai mancati/ritardati pagamenti da parte degli enti locali (Comuni). Per il prosieguo dell’attività della società occorre definire con chiarezza gli scenari futuri legati all’intero comparto del sistema idrico regionale che è in piena evoluzione» dopo la nascita dell’Autorità idrica Aic. Per le società dove la partecipazione al capitale è minoritaria (Banca Popolare Etica e Sacal), la Regione può esercitare solo i diritti di socio.
FONDAZIONI In passato, la Giunta regionale ha cercato di procedere a un riordino attivando le procedure di liquidazione di Fondazione Field, Fondazione Calabresi nel Mondo e Fondazione Calabria Etica. «La priorità della nuova amministrazione regionale – si raccomanda nel Documento di Economia e Finanza – è legata al superamento dei problemi che hanno ostacolato la conclusione delle liquidazioni stesse». Con riguardo alle fondazioni attive – Film Commission e Mediterranea Terina – «è necessario, di concerto con il management delle fondazioni, rilanciare le attività in modo da permettere alle stesse di perseguire gli scopi per cui sono state costituite»: per Terina «sarà necessario valutare con attenzione le dinamiche di bilancio atteso che, dall’esame dei documenti contabili, continua ad emergere la rilevante massa debitoria», per la Film Commission «nel prossimo triennio lo sforzo dovrà essere teso a continuare e implementare l’attività intrapresa perseguendo gli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa».
ENTI STRUMENTALI Per gli enti strumentali della Regione – Arsac, Arcea, Aterp, Azienda Calabria Lavoro, Arpacal, Calabria Verde, Ente Parchi marini – il Defr reitera «l’approvazione in via definitiva da parte degli enti in questione e dei competenti organi regionali, entro i termini di legge, dei bilanci di previsione e dei rendiconti di gestione, al fine di affermare la funzione programmatoria e di controllo dei suddetti provvedimenti contabili». Caso a parte è quello del Corap, stato posto in liquidazione coatta amministrativa con la prosecuzione temporanea dell’attività del Consorzio.
GLI OBIETTIVI DEL FUTURO Il Documento di Economia e Finanza declina quindi le azioni che la prossima amministrazione regionale dovrà proseguire e intraprendere, a partire dalla riduzione della spesa negli enti strumentali. «L’obiettivo che il governo regionale deve porsi – si legge – è quello di un percorso forte e serio di razionalizzazione e riordino, attraverso: il rafforzamento della politica di coordinamento sugli enti strumentali, le società partecipate e le fondazioni che deve costituire una procedura sistematica finalizzata all’efficienza della spesa; il rafforzamento delle attività di coordinamento e controllo; l’attuazione della razionalizzazione delle società partecipate». L’attuazione di consistenti interventi di riorganizzazione e di spending review «deve interessare le società “in house” e le società a partecipazione maggioritaria, al fine di ottenere l’equilibrio di bilancio e ridurre l’entità delle risorse regionali da destinare obbligatoriamente al Fondo per le perdite delle società. Anche per le società deve ribadirsi che la Corte dei conti ha evidenziato un’elevatissima spesa di personale e pertanto è necessario individuare percorsi di riduzione di tali costi». Inoltre, nel Defr si raccomanda «l’adozione di politiche atte a determinare una riduzione dei costi di gestione dei Consorzi di bonifica, tra l’altro estremamente causidici nei confronti della Regione, in un’ottica non di taglio lineare, ma di massimizzazione delle sempre più scarse risorse disponibili, attraverso anche una rivisitazione dei territori di competenza degli attuali Consorzi in termini di riduzione del numero degli stessi». Ultima raccomandazione: «Il ricorso alla Cassa integrazione dove possibile e per quanto compatibile con la normativa vigente, peraltro in continua evoluzione dopo l’impatto catastrofico sull’economia causato dalle necessarie misure di contenimento dell’epidemia del Coronavirus. Tale misura, adottata presso Calabria Verde e i Consorzi di bonifica, appare assolutamente opportuna, non solo perché in linea con le esigenze di limitare il contagio, ma anche per neutralizzare in parte il taglio importante di risorse operato dal governo nella manovra di bilancio 2020-2022 (40 milioni)». (c.ant.)
 
 

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