COSENZA Un quadro allarmate soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario, a causa dell’assoluta inadeguatezza, sia sul piano quantitativo che qualitativo dei servizi svolti dalla società affidataria dell’appalto, oltre all’indebito arricchimento per la società realizzato attraverso numerosi raggiri che hanno permesso di ottenere il pagamento di ore di lavoro relative a servizi integrativi e complementari mai effettuati, per un ammontare di 3.092.416,04 Euro.
GLI ARRESTI Questo il quadro messo in luce dall’attività investigativa della Procura di Cosenza, culminata questa mattina con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Cosenza, applicativa della misura degli arresti domiciliari nei confronti di quattro, fra funzionari e dirigenti, della società, aggiudicataria dell’appalto delle pulizie e dei relativi servizi integrativi dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Nello stesso procedimento la Procura ha richiesto nei confronti di cinque, fra funzionari e dirigenti dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, l’applicazione della misura cautelare interdittiva dal pubblico ufficio per i reati di abuso di ufficio e falso in atto pubblico. La Procura ha richiesto nei confronti della società anche l’adozione di misure cautelari, sequestro di somme di denaro nonché declaratoria di incapacità a contrarre con la PA., su cui il Gip si è riservato di decidere, all’esito del già disposto interrogatorio del legale rappresentante della società.
I NOMI Questi i nomi delle persone coinvolte. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Massimiliano Cozza, Fabrizio Marchetti, Salvatore Pellegrino e Gianluca Scorcelletti. Nei loro confronti e nei confronti di Monica Fabris sono stati disposti sequestri preventivi per equivalente fino alla concorrenza della somma di 3 milioni 92mila euro.
L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA L’indagine ha avuto inizio nell’aprile 2018 quando la Procura ha disposto un’ispezione igienico-sanitaria nei locali dell’Ospedale, eseguita dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Cosenza e del Nas Carabinieri di Cosenza, insieme al personale dello SPISAL di Catanzaro e dall’Ispettorato Territoriale Regionale del Lavoro di Reggio Calabria. In quella circostanza erano emerse gravissime carenze igienico-sanitarie, tanto da determinare il sequestro di alcuni locali, sale operatorie e reparti ospedalieri. Le problematiche rilevate hanno spinto la Procura a disporre un approfondimento investigativo sul rispetto delle condizioni contrattuali del bando di gara del 4 maggio 2012, indetto dalla Regione Calabria in relazione ai “Servizi di pulizia e servizi integrativi” presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza. L’ulteriore attività investigativa veniva delegata ed eseguita dai Finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e dai Carabinieri della Compagnia di Cosenza, con il contributo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e della Vigilanza Ispettiva dell’INPS di Reggio Calabria. Le attività investigative – sviluppatesi con intercettazioni telefoniche, copiose acquisizioni di documentazione, escussione a sommarie informazioni del personale medico e degli addetti alle pulizie, attività condotte dai Carabinieri della Compagnia di Cosenza, corroborate da puntuali riscontri contabili e approfondimenti sul contratto stipulato e sui successivi atti amministrativi adottati, a cura dei Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria – consentivano di far luce su ulteriori comportamenti penalmente rilevanti a discapito dell’intera comunità che si è ritrovata ad avere i locali dell’ospedale non adeguatamente puliti, per l’inadeguatezza ed insufficienza delle risorse impiegate oltre che per la carente attività di controllo.
SERVIZI MAI RESI Da un’accurata ricostruzione delle prestazioni pagate per servizi mai resi, da agosto 2014, data di avvio delle condizioni di appalto, a novembre 2018, è stato possibile quantificare l’importo illecitamente sottratto di 3.092.416,04 Euro. A questa somma va aggiunta quella ulteriore di circa 1.300.000 euro, determinata da fatture, non ancora pagate, in ordine alle quali la società ha avanzato azione civile esecutiva nei confronti dell’Azienda ospedaliera. Parallelamente, è stata riscontrata anche una responsabilità per gli stessi pubblici ufficiali che, senza controllare in alcun modo l’effettività delle prestazioni rese e neppure la documentazione a supporto dello svolgimento dei servizi espletati, hanno liquidato le fatture per servizi non resi.
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