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Covid e Brexit, il Natale dei calabresi nel Regno Unito: «Troppe incertezze, la gente ha paura»

Imprenditori, liberi professionisti ma anche accademici di Oxford. I timori della “variante” del coronavirus, l’uscita dall’Ue e le incertezze economiche spaventano gli emigrati calabresi. «Il gove…

Pubblicato il: 22/12/2020 – 8:01
Covid e Brexit, il Natale dei calabresi nel Regno Unito: «Troppe incertezze, la gente ha paura»

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME L’emergenza coronavirus, la pandemia globale, ma anche la Brexit “no deal” e ora la variante di quel Covid-19 che rischia di complicare, e di molto, i piani per l’uscita dall’emergenza nel Regno Unito. L’obiettivo è lasciarsi alle spalle un drammatico 2020 ma guardare al nuovo anno con un rinnovato ottimismo appare ancora azzardato. Tra timori e allarmismo, i numeri non sono certo confortanti: sono stati 33.364 i casi registrati ieri in Gran Bretagna mentre rimangono le perplessità sul piano vaccinazioni. Intanto i voli diretti in Italia sono stati bloccati e chi è riuscito ad arrivare in Calabria è già stato sottoposti ai test.
Preoccupazioni che oltremanica sono condivise sia dai britannici, sia dai cittadini italiani e dai tanti calabresi che lì ci vivono e lavorano da tempo, dopo aver lasciato per necessità o volontà, la propria terra e la Calabria per cercare di realizzare sogni e ambizioni attraverso difficoltà, investimenti, impegno e dedizione. Certezze che ora rischiano di crollare al pari di un castello di carta in balìa di una tempesta. E quando le certezze mancano, a mantenere tutto in piedi è solo la speranza e l’ottimismo.
GLI IMPRENDITORI «A preoccuparci di più è però la Brexit», spiega al Corriere della Calabria Mauro Laruffa, imprenditore originario di Cittanova e che vive da tempo a Londra dove ha ideato “Specialty Cafetiere”. «La situazione – spiega – è abbastanza strana e sicuramente non delle migliori per chi fa business. Siamo in un momento in cui si vivono due grandi incertezze, la prima è quella che affligge tutti, il Covid-19, la seconda è la Brexit che sta per verificarsi in un momento così delicato per noi». A proposito del Covid-19 e della variazione del virus, Mauro Laruffa si dice un po’ preoccupato per gli eventuali risvolti negativi: «Il precedente lockdown – ci racconta – è stato molto blando e tutti hanno continuato ad uscire come se nulla fosse. In questi ultimi giorni, invece, ho notato molto meno affluenza, segno che le persone osservano magari di più le regole ed hanno paura ad uscire di casa».
«SONO PIU’ PREOCCUPATO PER LA CALABRIA» Più netto, invece, il giudizio di un altro calabrese “adottato” dal Regno Unito, Stefano Bonfà, direttore e fondatore della “Oxford Sustainable Development Enterprise (Sde)” e originario di Samo, piccolissimo centro della provincia di Reggio Calabria. «Vivo qui da 15 – ci racconta – e sono sempre stato nel mondo accademico e della ricerca e dunque conosco bene le vicende legate ai virus e ai mutamenti. Fino alla stagione estiva c’era poca preoccupazione qui in Inghilterra, poi da luglio è cambiata la situazione. Ora c’è ancora più apprensione, ma non tanto sul mutamento del virus anche perché era un rischio calcolato, soprattutto nel mondo scientifico, quanto la scarsa attività e lo stop legato al lockdown». A preoccupare di più è però la Brexit “no deal”: «Siamo migranti e stiamo qui da ormai da tempo e siamo abituati alle usanze inglesi ma a preoccupare maggiormente è la Brexit rispetto al Covid-19. Si troverà qualche soluzione, credo, anche perché è impossibile isolarsi rispetto al mercato europeo e globale, perciò sono fiducioso che una soluzione si troverà». E non manca neanche qualche “stoccata” all’Italia e alla Calabria: «Io sto ad Oxford e conosco bene le capacità della ricerca che qui va avanti da anni, ininterrottamente. Non c’è nulla di improvvisato, specialmente adesso come accade ad esempio in Italia. Qui c’è una strategia chiara contro le malattie infettive per queste ragioni c’è molta fiducia. Sono più preoccupato per la Calabria dove non c’è alcuna capacità di muoversi nel mondo della ricerca scientifica. Per questo da tempo stiamo cercando di stringere collaborazioni con l’Università Mediterranea con i progetti di ricerca “Orizzonte 2020” nell’ambito ambientale, climatologico ed epidemiologico. Ma in questi anni abbiamo visto una scarsa attenzione da parte delle istituzioni e della Regione Calabria».  
«PASSEREMO IL NATALE DA SOLI» Fra i calabresi che da tempo ormai lavorano e vivono nel Regno Unito c’è anche chi è meno ottimista come Francesca Renda, 30enne originaria di Lamezia Terme impegnata nel mondo dello spettacolo: «Sono stati mesi difficili quelli trascorsi. Decidere o meno di recarsi a lavoro o fare la spesa è sempre stata una nostra scelta, mai un’imposizione da parte del governo britannico. Ora ci troviamo di fronte all’impossibilità di passare il Natale in compagnia perché ho tutti i parenti e gli amici lontani e non posso raggiungere nessuno». «La situazione attualmente non è delle migliori – ci racconta ancora Francesca – stiamo andando verso il peggio o questa è la sensazione diffusa per via dei tanti lockdown. I locali e le palestre avevano riaperto, con le restrizioni certo, ma ora tutto è chiuso. Ci avevano promesso che la situazione sarebbe migliorata ma ora ci troviamo di nuovo tutti chiusi in casa». «Capisco che si tratta di una situazione senza precedenti ma l’opinione diffusa è che la fiducia nel governo sia molto scarsa perché sono incapaci a darci direttive certe. Non abbiamo sensazioni positive». (redazione@corrierecal.it)

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