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Regionali, Spirlì "apre" al rinvio ma scarica la responsabilità sui consiglieri

Il governatore reggente scrive a Guccione, Aieta e Bevacqua: «Non eluderò il confronto, unanimemente si può indicare un’altra data. Ma il parere del Comitato tecnico-scientifico non conta»

Pubblicato il: 23/12/2020 – 15:08
Regionali, Spirlì "apre" al rinvio ma scarica la responsabilità sui consiglieri

CATANZARO L’indicazione si trova sul finire della comunicazione inviata dal presidente reggente Nino Spirlì ai consiglieri regionali di opposizione Carlo Guccione, Giuseppe Aieta e Domenico Bevacqua. «Non è mia intenzione – scrive Spirlì – eludere il confronto con i consiglieri regionali che, in quanto eletti dai cittadini calabresi, possono indicare ulteriori misure atte a garantire il corretto svolgimento delle elezioni e, unanimemente, richiedere il rinvio ad altra data della competizione elettorale». L’elefante nella stanza della politica calabrese è il rinvio delle Regionali, indette per il 14 febbraio, ad altra data: aprile, magari. Ne parla – e lo chiede – apertamente il centrosinistra, mentre la maggioranza in teoria non vuole sentir ragioni ma, nella pratica, comincia a ventilare l’idea di uno slittamento (ne parla anche l’assessore al Bilancio Franco Talarico nel nostro talk di approfondimento).
Anche la lettera firmata dal governatore facente funzioni si muove su questo filo sottile: non considera percorribile l’opzione del ricorso al Comitato tecnico-scientifico per valutare l’opzione del voto a febbraio in relazione al rischio Covid ma non chiude alle richieste dell’opposizione. Rilancia la palla al governo – dal quale però non sono arrivate aperture – ma tiene la porta aperta. Come dire: trovate voi una soluzione perché io non posso spingermi troppo in là. Il rischio – tutto politico – è quello di essere individuati come i responsabili dello “stiracchiamento” della legislatura regionale. Quello sanitario, invece, riguarda la possibilità che – tra riunioni politiche e campagne porta a porta – l’epidemia riprenda vigore. Sentiero stretto, appunto.
Spirlì, per ora, si limita – a parte la disponibilità al dialogo – a girare attorno alla questione. Ribadisce ciò che si sa: le elezioni sono indette per il prossimo 14 febbraio, decisione «maturare a seguito di formale richiesta da parte di tutti i gruppi di maggioranza e anche a seguito di un confronto con i capigruppo di tutto il consiglio regionale». Erano tutti d’accordo, insomma. Certo, l’intendimento è quello di «garantire il regolare svolgimento» delle consultazioni e, sotto questo aspetto, la seconda ondata Covid non è cosa da sottovalutare. Per questo, «gli uffici del Gabinetto hanno avviato una interlocuzione con i Gabinetti dei ministeri dell’Interno e degli Affari regionali al fine di chiarire la competenza sulle misure da adottare per il rigoroso rispetto di tutte le misure precauzionali idonee a prevenire il rischio di propagazione del contagio da covid-19».
C’è un aspetto tecnico da chiarire che riguarda le regole da seguire. Nella costante interlocuzione con i ministeri, la Regione ha chiesto di conoscere quali siano le normative a cui fare riferimento per «assicurare il pieno esercizio del diritto di voto» e per evitare conflitti di competenza tra lo Stato e la stessa Regione.
Il canale con Roma è aperto, ma non sarà attraverso l’interlocuzione con il Comitato tecnico-scientifico che si potrà arrivare al rinvio. Così, almeno, la pensa Spirlì: «Appare evidente – scrive – come il Cts operi esclusivamente a supporto del governo e che non rientrino tra i suoi compiti indicazioni sulla possibilità di svolgere o meno competizioni elettorali». La porta, dunque, è aperta. Ma il presidente reggente non ha intenzione di prendere l’iniziativa per non scontentare una maggioranza che si dice ufficialmente determinata ad andare al voto a febbraio. Sposta, così, il problema: lo affida alle determinazioni del consiglio regionale. E l’elefante (per adesso) resta nella stanza (ppp).

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