Corigliano Rossano piange Silvio Licciardi

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO La comunità rossanese, e più in generale tantissimi coriglianorossanesi, piangono la scomparsa di Silvio Licciardi, 65 anni, medico di famiglia, attivista politico e sociale, conosciuto da tutti, scomparso ieri a causa di un male che lo ha consumato in pochissimo tempo. E tutti lo ricordano per la sua umanità, la sua disponibilità, l’onestà, la professionalità, la lealtà e le mille battaglie a favore dei malati.
Politico forzista della prima ora, sin dal 1994, per decenni è stato anche il medico sociale della Rossanese. «Dopo un periodo di malattia ci lascia il dottor Silvio Licciardi, medico e grande sostenitore del centro destra cittadino. Consigliere comunale – così lo ricorda Giuseppe Turano, commissario del circolo cittadino di Forza Italia – fautore e anche coordinatore del movimento azzurro, a cui aveva aderito sin dal 1994, da sempre vicino alle esigenze della gente, con interesse particolare per la sanità, il sociale e lo sport. Forte sostenitore della fusione delle nostre città, ha sempre creduto nelle possibilità di sviluppo del nostro territorio, lottando con determinazione per l’affermazione delle nostre comunità. Ci uniamo al dolore della famiglia per la perdita di una persona disponibile verso i cittadini e i pazienti che a lui, per qualsiasi necessità, si rivolgevano non lesinando sforzi ed energie».
Commovente anche il commiato del consigliere regionale Giuseppe Graziano, cugino di Silvio Licciardi. «Non ho fratelli, ma cugini come fratelli. Tu eri un mio fratello maggiore. Sempre più avanti, un’icona per me. Al liceo – scrive Graziano su Facebook postando una foto del medico da giovane – ai tempi dell’università a Pisa. Città dove ti conoscevano tutti. Come qui da noi, chi non conosce il dott. Silvio Licciardi. Dovunque sei stato per studio, lavoro od altro hai lasciato amici ed amore verso il prossimo. Sempre vicino a chi aveva più bisogno, agli ultimi. Gli ultimi erano i primi. Eri un idealista, ecco non sopportavi i soprusi e la disonestà. Toppe cose ci legano. La politica, il calcio, gli affetti di sangue. Il mio medico, il nostro medico di famiglia. Era naturale chiamare Silvio, e Silvio c’era. Sempre! Ciao Silvio, salutami papà che questa volta, per la prima volta, non sarà felice di vedere suo nipote. Purtroppo. Ciao Silvio». (l.latella@corrierecal.it)