di Fabio Benincasa
COSENZA La rottura era inevitabile, quasi scontata. Che la storia d’amore tra Mirko Bruccini ed il Cosenza fosse ai titoli di coda lo si era capito quest’estate quando sul centrocampista erano piombate Avellino e Lucchese pronte ad offrire e garantire al calciatore un contratto pluriennale a cifre importanti. Ma il secco no del presidente Guarascio ha interrotto sul nascere qualsiasi possibile trattativa e rispedito al mittente le avances dei due club. «Bruccini è il mio capitano e me lo tengo stretto» ha risposto il patron rossoblù all’entourage del calciatore non chiudendo (almeno nelle prime intenzioni) le porte ad un possibile rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2021. Però di quel rinnovo non si è mai parlato o meglio ci sono stati degli incontri (a Lamezia Terme) e delle fumate grigie seguite a costanti e ripetuti rinvii. Fino ad oggi, quando è chiaro a tutti l’insanabile frattura tra le parti che dovrebbe portare alla cessione del calciatore nella prossima sessione di mercato.
Bruccini vuole giocare, ma Occhiuzzi non sembra intenzionato a concedergli spazio e alla sua età (34 anni) il calciatore di La Spezia vorrebbe avvicinarsi a casa e firmare l’ultimo contratto importante della carriera. Non una richiesta assurda, visto che ha sempre onorato la maglia scendendo in campo con al braccio la fascia e sul petto il simbolo dei lupi, rispettando in silenzio le decisioni di società e allenatore. E nessuno può dimenticare quanto siano stati pesanti alcuni gol segnati dallo stesso “Bruce” Bruccini, reti utili a conquistare gli obiettivi che la società ha imposto nel corso degli ultimi anni a giocatori e allenatore. Ed allora perché trattenere un giocatore desideroso di vivere una nuova esperienza? È vero, trovare un sostituto all’altezza non è semplice, ma il Cosenza – in estate – ha ingaggiato diversi centrocampisti e a giudicare dal numero di minuti messi insieme dal numero 21 rossoblù in questa prima parte del torneo di B, il suo è un ruolo non da assoluto protagonista ma da semplice comparsa. Nelle prossime settimane le parti potrebbero rivedersi, ridiscutere ma non certamente del rinnovo di contratto. Ormai è troppo tardi, il vaso è rotto. (redazione@corrierecal.it)
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