LAMEZIA TERME La Calabria, se vuole e saprà fare, può farcela a risolvere il suo default economico della sanità. Potrà pagare i suoi debiti ai fornitori, da tempo stremati dai loro crediti impagati, e restituire l’anticipazione alla Cassa Depositi e Prestiti in un trentennio. Certamente, i ratei saranno «lacrime e sangue», ma la politica potrà forse fare qualcosa, sempre che sappia cosa e come muoversi.
Ieri sera alla Camera è divenuto, praticamente, legge l’emendamento presentato dal parlamentare di Forza Italia Roberto Occhiuto (lo è, atteso il voto di fiducia oramai prossimo al Senato) di aprire il credito alle Regioni perché le stesse possano pagare il debito commerciale, fiscale, contributivo e assicurativo dei rispettivi sistemi della salute (QUI IL TESTO).
Dieci commi provvidenzali (833-842) per le economie regionali. Specie per quella calabrese, che avrà tempo sino a settembre 2021 per fare ciò che avrebbe dovuto e saputo fare nel decennio di commissariamento ad acta e dunque accedere all’anzidetta anticipazione.
Un bel compito per il Commissario ad acta, prefetto Longo, che dovrà adempiere, sotto la propria diretta responsabilità, alla conta del debito certo, liquido ed esigibile al 31 dicembre 2019 del servizio sanitario nostrano.
In tempi di Covid e soprattutto con i conti che si ritrova nelle Asp, soprattutto quelle di Reggio Calabria e Catanzaro, e nelle Ao e, prioritariamente, in quella universitaria di Catanzaro, avrà un bel da fare. Dovrà tirare fuori tutta la tempra e la caparbietà del bravo poliziotto per dare ai calabresi quelle certezze del debito che gli stessi non hanno il «piacere» di non conoscere.
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