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«Per il bene dei calabresi non servono individualismi o “coup de theatre”»

Intervista al sottosegretario per i Beni culturali Anna Laura Orrico, big del Movimento 5 Stelle. Il punto sull’attività al Mibact: «Abbiamo ottenuto risultati importanti, anche per la Calabria. Fi…

Pubblicato il: 25/12/2020 – 8:52
«Per il bene dei calabresi non servono individualismi o “coup de theatre”»

di Antonio Cantisani
CATANZARO
«Soddisfatta per i risultati ottenuti». In un’intervista al Corriere della Calabria, il sottosegretario di Stato per i Beni culturali, Anna Laura Orrico, tira le somme di un anno drammatico tracciando un bilancio della sua attività in un settore estremamente delicato e rivendicando particolari «attenzioni sulla mia regione, quelle che spesso sono mancate in passato». La Orrico, esponente di primissimo piano del Movimento 5 Stelle, si sofferma anche sull’attualità politica, che vede i pentastellati impegnati nelle trattative in vista delle Regionali del 2021: «I nostri coordinatori – rileva – stanno facendo un grande lavoro, a tutte le altre forze civiche e politiche rivolgo un invito alla responsabilità e alla concretezza».
Onorevole Orrico, è stato un anno terribile, anche per il settore che lei sta seguendo, i beni culturali, le cui problematiche per la verità non emergono molto facilmente: proviamo a tracciare un bilancio delle varie azioni messe in campo, da Borghi in Festival a Cultura Crea per arrivare all’industria culturale in generale.
«Servire il Paese è un privilegio ed un onore, farlo in un momento storico come questo, assolutamente senza precedenti nella storia repubblicana, è uno stimolo in più per impegnarsi con maggiore determinazione cogliendo le occasioni offerte dalle difficoltà della pandemia, visto che le opportunità si annidano ovunque. Ecco perché sono particolarmente soddisfatta dei risultati ottenuti riguardo le azioni da lei citate. Il Covid ha permesso a moltissimi di riscoprire i borghi, un tema a me caro già in tempi non sospetti, non solo come luoghi da visitare ma anche posti dove vivere e lavorare. Da qui l’idea di dare vita ad un bando di gara – Borghi in Festival, la cui possibilità di partecipare scade il prossimo 15 gennaio – finalizzato a favorire la rigenerazione culturale, turistica ed economico-sociale dei piccoli centri di cui l’Italia è disseminata traendone un valore aggiunto unico. Ma è anche ora che imparino a fare rete e dialogare fra loro trasferendo buone pratiche e l’avviso pubblico di cui parliamo può essere uno strumento utile in questa direzione. Riguardo Cultura Crea, invece, che, ricordiamolo, è la principale misura di supporto per le imprese culturali e creative con focus su Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ho lavorato ad un ampliamento dei soggetti destinatari attraverso l’allargamento ad altre tipologie d’impresa, alla estensione degli ambiti territoriali di riferimento degli attrattori, all’apertura al Terzo settore; ho favorito le reti d’impresa, agevolato la formazione e il tutoraggio per le idee d’impresa».
I ristori e in generale il sostegno agli operatori, quelli nel campo dei beni culturali spesso trattati come “figli di un Dio minore”: l’impressione è che ogni volta bisogna fare una fatica titanica rispetto ad altri settori…
«Il governo attraverso i vari decreti legati all’emergenza Covid ha stanziato più di dieci miliardi di euro in termini di ristori per il mondo della cultura e per il turismo. Tra questi, il bonus/indennizzo per i lavoratori dello spettacolo è passato dagli iniziali 600 agli attuali 1000 euro. Certamente, nel Paese, si è avuta una maggiore presa di coscienza riguardo tutte le numerose professionalità che gravitano intorno al mondo della cultura e dell’indotto economico che esse generano ma, soprattutto, si è presa contezza, finalmente, dell’importanza di dover costruire tutele e forme contrattuali adeguate a queste professionalità ed a questo mondo. Da questo assunto, ed in tal senso, abbiamo attivato al Mibact un tavolo permanente di crisi per il mondo dello spettacolo ma anche un tavolo interistituzionale col Ministero del Lavoro per iniziare il percorso di cui sopra. Anzi, le dico ancora di più accogliendo una riflessione del presidente dell’Inps Tridico: in Italia è importante pensare ad una forma di reddito che salvaguardi gli artisti nella fase della creazione così come avviene in Germania, Francia e Belgio. Una fase che vuole dire studio e preparazione e che non viene in alcun modo retribuita. Sappiamo che dobbiamo fare di più e il governo è già al lavoro per recuperare nuove risorse e per semplificare le procedure di erogazione dei ristori, così da dare sostegno anche a chi ancora non ne ha avuto».
Per la Calabria i beni culturali sono sicuramente una potenziale enorme ricchezza: qual è lo stato dell’arte complessivo e quali progetti per il futuro?
«La Calabria possiede risorse uniche che non possono essere più dimenticate o sottostimate. Bisogna ribaltare la narrazione e l’idea stessa di sviluppo che abbiamo di questa terra, a partire dalle ricchezze culturali. Un moto che deve partire innanzitutto dai calabresi, i quali debbono ricordarsi chi sono e da dove vengono. Personalmente, in questa esperienza al governo di poco più di un anno, ho molto concentrato le mie attenzioni sulla mia regione, quelle che spesso sono mancate in passato. Le posso raccontare dell’impegno per il rilancio del parco archeologico e del museo di Sibari, con il conferimento dell’autonomia speciale e con la destinazione di 3 milioni di euro attraverso il Piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”. Dei due milioni di euro destinati al parco archeologico di Palmi grazie al nuovo Piano strategico Gpbc: qui fra gli interventi previsti anche il supporto tecnologico della realtà aumentata. Stiamo lavorando per attivare un percorso di valorizzazione della Tonnara di Bivona e del sistema museale crotonese per finalizzare finalmente l’investimento Antica Kroton. Su Cosenza, oltre il Cis sul “centro storico”, mi sono attivata sulla Biblioteca Civica, fra le istituzioni culturali più antiche della Calabria, firmando un protocollo Mibact-Demanio-Provincia-Comune per il rilancio del complesso monumentale di Santa Chiara che la ospita e per la valorizzazione delle attività culturali e creative legate alle forme contemporanee di espressione artistica, nonché stimolando il restauro, completato, di ventotto meravigliosi corali membranacei miniati risalenti al XVI secolo. Senza contare le sinergie con la Soprintendenza per salvaguardare la celebre Abbazia della Sambucina nei secoli importante centro religioso, artistico e culturale o il sistema Dunale di una perla dell’alto Tirreno come San Nicola Arcella. Insomma, ovviamente c’è molto da fare ancora ma stiamo provando ad invertire il trend, cercando di mettere tutto a sistema».
I Contratti istituzionali di sviluppo: a che punto siamo? Cosenza sembra in fase avanzata ma altri territori – come Catanzaro – lamentano ritardi…
«Il Mibact ha competenza per quattro Contratti istituzionali di sviluppo, di cui ho espressa delega, riguardanti il recupero e la riqualificazione di altrettanti importanti centri storici del meridione per l’importo di 90 milioni di euro ciascuno. Cosenza, Napoli e Taranto sono contratti già sottoscritti mentre Palermo è in dirittura di arrivo. Qualcosa come trecentosessanta milioni di euro. Su Cosenza abbiamo fatto un lavoro di cui vado particolarmente fiera considerati i tempi stretti, i ritardi accumulati, la mediazione fra soggetti interessati e l’attività di ascolto dei cittadini portata avanti. Rispetto agli altri Cis, come quello di Catanzaro, non ho competenze né dirette né indirette. Però, per come ho già avuto modo di dire al sindaco Abramo, sono disponibile per qualsiasi azione istituzionale di supporto che possa rivelarsi utile agli altri Cis calabresi».

I rapporti Mibact-Regione Calabria: alti e bassi, solo alti o solo bassi?
«I rapporti con la Regione Calabria li considero costruttivi, improntati sul dialogo istituzionale riguardante i temi della cultura. Faccio due esempi. Ci siamo messi intorno ad un tavolo inerente la Tonnara di Bivona, di cui le parlavo prima, per salvaguardarne il patrimonio ambientale e culturale garantendone una gestione armonizzata fra più enti, perché è arrivato il momento di capire che bisogna costruire progetti che sappiano camminare con le proprie gambe. Non rientrerebbe fra le mie più strette competenze ma il territorio mi ha chiesto di adoperarmi ed io ho coinvolto i soggetti interessati per trovare soluzioni. Anche sulla questione della tutela di Capocolonna ho attivato un tavolo istituzionale che sta affrontando le condizioni del sito, peggiorate dal recente maltempo, e lo sto facendo con la collaborazione di tutti gli enti. Se le istituzioni non parlano fra loro è finita, gli interessi di bottega vanno lasciati in disparte. Soprattutto in questa fase storica».

Onorevole Orrico, c’è anche un’attualità politica che non si può non tenere in debito conto, e lei è anche un esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle: avete concluso gli Stati generali, ma cosa hanno portato di nuovo?
«La scelta più interessante venuta fuori è, a mio avviso, quella di creare un sistema collegiale di governance. Guardi, le ripeto in estrema sintesi quello che vado dicendo ormai da tempo sulla questione: a mio avviso lo stile della leadership dovrebbe essere condiviso e partecipato. È importante che sia improntato sull’ascolto e che raccolga il punto di vista delle varie anime del Movimento 5 stelle, tutte meritevoli di attenzioni!».
L’impressione comunque è che resta una marcata litigiosità all’interno del Movimento 5 Stelle, anche a livello regionale: è così? E si dice che abbiate ormai smarrito la capacità di intercettare il malessere dei cittadini, anche e soprattutto in Calabria…
«
All’interno del Movimento 5 stelle, come le ho appena detto, ci sono anime diverse, cosa che ritengo una risorsa – sia ben chiaro- , tutte impegnate a fare il meglio per il Paese e credo anche che, soprattutto in Calabria, sia d’obbligo pensare e agire responsabilmente. Ponendo critiche, o autocritiche, purché siano sane dunque costruttive. Demolire, o indebolire, un progetto politico dall’interno è una pratica diffusa ad ogni latitudine politica in Italia oltre ad essere anche la più semplice. Il difficile è perseguire gli obiettivi di tutti e non solo quelli personali, fare squadra, costruire: è lì che si vede la stoffa del politico, dell’amministratore, della figura istituzionale. I cittadini meritano una politica coi piedi per terra ma che sia capace di volare alto, che ragiona piuttosto che litigare su chi ha ragione. Sembrano giochi di parole, ma le assicuro che non lo sono. Mi auguro, anzi, conto che su questo terreno matureremo sempre di più per intercettare al meglio le esigenze dei calabresi. Sui “si dice”, invece, non mi esprimo».
In Calabria si voterà per le Regionali: anche se sul tema delle alleanze il vostro dibattito interno resta sempre molto serrato e persino divisivo, questa volta sembra prevalere la strada dell’alleanza con il Pd, il centrosinistra e altre forze civiche. Come giudica questa fase di trattative, comunque complicate?
«Siamo una forza giovane che però governa il Paese e come tale dobbiamo comportarci. Abbiamo pertanto l’obbligo di essere responsabili e costruire, se l’opportunità politica lo richiede e lo consente, una coalizione che sia ampia e rispecchi una sana alternativa. I nostri coordinatori per le Regionali stanno facendo un grande lavoro nel sedersi ad un tavolo complesso, con diverse anime e con trattative che spesso sono costrette a confrontarsi con personalismi che definirei improduttivi, dunque inutili. Ai coordinatori vanno i miei complimenti per quanto fatto finora e il mio supporto per il futuro. Mentre a tutte le altre forze civiche e politiche rivolgo un invito alla responsabilità ed alla concretezza. Perché per perseguire il bene dei calabresi non servono né individualismi né “coup de theatre”: serve una visione e serve generosità politica, oltre che umana. Se vogliamo essere il cambiamento, dobbiamo per primi dimostrare di adottare comportamenti nuovi e improntati solo alla logica del bene comune. Solo questo rimane delle esperienze politiche, di tutte le esperienze politiche, e la gente se ne accorge, lo sa. D’altronde, l’alternativa, in Calabria, è provare a vincere le competizioni elettorali per come si legge sulle intercettazioni pubblicate dal suo giornale in merito ad alcune inchieste giudiziarie: anche se non ci fossero responsabilità penalmente rilevanti – a quelle penserà la magistratura – ci restituiscono comunque un quadro imbarazzante di certa classe politica che si avvia mestamente all’estinzione». (redazione@corrierecal.it)

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