CATANZARO Prosegue la mobilitazione a sostegno della clinica Sant’Anna di Catanzaro, struttura d’eccellenza regionale nel settore della cardiochirurgia, colpita da una crisi di liquidità che ne mette a rischio l’attività. Domani è in programma un fasi mo’ davanti lka Prefettura di Catanzaro, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni affinché si eviti la chiusura del centro, mentre ancora oggi si susseguono gli interventi di esponenti politici e non solo. Inooltre, la parlamentare di Fratelli d’Italia Wanda Fero ha annunciato un’interrogazione al ministro della Sanlute Speranza.
RICHIESTA DI UN CONSIGLIO COMUNALE «Se a Catanzaro la politica, a tutti i livelli, negli ultimi mesi, non è stata in grado di dare segnali di efficienza amministrativa credo oggi abbia una grande occasione pe porsi in discontinuità con figuracce rimediate sui media nazionali e non solo tanto da perdere molto della propria credibilità con i cittadini catanzarese». Così il consigliere comunale di Catanzaro, Eugenio Riccio. «Si faccia allora coraggio, la politica locale, e – sostiene Riccio – dia un segnale di vicinanza e speranza alla propria comunità autoconvocandosi in consiglio comunale per discutere e sostenere la “giusta causa” dei lavoratori e dei pazienti del Sant Anna Hospital. Lo faccia immediatamente, prima della fine dell’anno, superando e derogando a qualsiasi legge e/o regolamento. Il momento lo impone unitamente ad azioni coraggiose e slanci di amore nei confronti della propria città. Si convochi, allora, un consiglio comunale aperto alla città ed a tutta la sua classe dirigente politica e amministrativa. Il Sant’Anna Hospital non può e non deve chiudere. La città non può permetterselo. La sanità nel capoluogo di Rregione non può permettersi di avere dei buchi, il sistema non reggerebbe l’ennesima crisi sociale che riguarda soprattutto i cittadini, pazienti e lavoratori che siano.
Perché se oggi, giustamente, i lavoratori difendono il loro status quo, non si può dimenticare che “pazienti” di un struttura sanitaria possiamo diventarlo tutti in qualsiasi momento . E tutti, in qualsiasi momento, hanno il diritto, costituzionalmente garantito, di essere curati nel migliore dei modi possibili a casa loro. Chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma – sostiene il consigliere comunale – non sulla pelle dei lavoratori e a costo.di una struttura che negli anni ha salvato migliaia di vite umane. Si convochi quindi un consiglio comunale dove tutti dovranno metterci la faccia. Anche quella parte della politica solita a nascondersi e a rifugiarsi in comodi silenzi». Riccio aggiunge: «Lunedi mattina, unitamente ai consiglieri comunali Gallo, De Sarro, Rosario Mancuso, Ursino, Angotti, Praticò, presenteremo presso l’Ufficio di Presidenza un documento per richiedere la convocazione di un consiglio comunale di urgenza, in cui possibilmente si parli anche di integrazione e di futuro reale e concreto della sanità catanzarese che è anche sanità calabrese. Oggi più che mai non è più tenpo di baronati, di primariati finti, di lotte di potere condotte con il camice per fini e scopi elettorali. IL Covid-19 ci “ha umiliati”, mostrandoci la fragilità di uomini ed amministratori, ma noi non possiamo permetterci di continuare a soccombere. Ognuno di noi è potenziale paziente di una struttura sanitaria, ognuno di noi è padre o madre di famiglia, ognuno di noi ha la responsabilità del mondo e della città che lasceremo ai giovani. Ora non c’è più posto per vigliacchi e codardi».
INTERROGAZIONE DELLA FERRO Intanto, la vicenda del Sant’Anna viene portata all’attenzione del governo nazionale dal deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che annuncia una interrogazione al ministro Speranza con la quale si chiede di individuare un percorso, anche attraverso l’impegno del commissario alla Sanità, per garantire la prosecuzione dell’attività cardiochirurgica e la salvaguardia del posto di lavoro per medici e personale sanitario, garantendo il pieno rispetto della legalità. «Al di là delle vicende di natura penale e amministrativa, su cui devono far luce la magistratura e gli organismi competenti – dice Wanda Ferro – è necessario scongiurare il fermo delle attività della clinica nella cardiochirurgia, che è al servizio di un’utenza proveniente da tutta la regione e che non può essere assorbita nell’immediato dalle altre due cardiochirurgie di Catanzaro e Reggio Calabria. Bisogna evitare di favorire, ancora una volta, l’emigrazione sanitaria in un settore che riguarda patologie gravi e delicate, in cui il fattore tempo fa la differenza tra la sopravvivenza e la morte del paziente. La città di Catanzaro non può permettersi di perdere 300 posti di lavoro e le grandi competenze maturate negli anni da medici e personale sanitario, che rappresentano un patrimonio della sanità calabrese che va salvaguardato. Sulla situazione del Sant’Anna Hospital – conclude Wanda Ferro – c’è stata fin dall’inizio l’attenzione di Fratelli d’Italia con il capogruppo Filippo Pietropaolo, e c’è stato l’interessamento del presidente facente funzioni Nino Spirlì, ma è ora necessario attivare un tavolo di crisi, anche con l’intervento del ministero della Salute, che coinvolga tutte le parti interessate».
MANGIALAVORI E SANTACROCE Secondo il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori, «non c’è più tempo da perdere: il commissario ad acta della Sanità calabrese, Guido Longo, convochi a stretto giro un tavolo tecnico per affrontare e risolvere la crisi del Sant’Anna Hospital. La città di Catanzaro e l’intera Calabria non possono permettersi di fare a meno di una struttura sanitaria d’eccellenza. Mi unisco all’appello del management aziendale del Sant’Anna, che – ricorda Mangialavori – ha già annunciato la chiusura dopo l’ultima comunicazione ricevuta dall’Asp di Catanzaro. La fine delle attività di un presidio cardiochirurgico di assoluto valore, in cui operano professionalità straordinarie – continua Mangialavori –, sarebbe una sciagura in grado di dare un colpo mortale al già boccheggiante sistema regionale; sarebbe la conferma del fatto che la sanità calabrese, anziché rialzare la testa, continua a perdere pezzi, magari a tutto vantaggio di cliniche del Nord Italia forse meno attrezzate del Sant’Anna, ma di certo più fortunate dal punto di vista “geografico. Ecco perché – conclude Mangialavori – il commissario Longo, l’Asp di Catanzaro e il dipartimento Salute – conclude il senatore di Fi – devono esperire ogni possibilità per scongiurare l’ennesimo atto di spoliazione di una sanità regionale ormai allo stremo».
A sua volta, il consigliere regionale Frank Mario Santacroce sostiene: «Consapevoli che le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sono gravissime e che la ricerca della verità deve essere alla base di ogni percorso di legalità e giustizia i lavoratori della clinica catanzarese vanno comunque salvaguardati e tutelati specie se si tiene conto che loro sono le vere vittime di questa triste vicenda che – prosegue – non può e non deve essere analizzata limitandosi a ricercare i colpevoli ma cercando di estendere le responsabilità a quella classe dirigente regionale e politica che negli anni ha omesso di fare i controlli, ha omesso di esercitare i necessari poteri ispettivi quando si tratta di strutture private che operano sotto accreditamento e quindi con soldi pubblici». Per Santacroce «è proprio il commissariamento decennale della sanità calabrese che ha creato questi fenomeni ed invece di occuparsi di riordinare il sistema sanitario ha pensato solo a navigare a vista senza mai occuparsi seriamente dei problemi. A questo punto è facile per tutti manifestare solidarietà ma i lavoratori e i pazienti hanno bisogno di risposte e non solo di belle parole specie se queste arrivano da quella classe politica che ha creato questo scempio. Non ho mai pensato che la revoca dell’accreditamento sia il sistema migliore per risolvere la vicenda sia perché sguarnisce il sistema di prestazioni mediche che evidentemente erano state delegate ai privati perché gli ospedali pubblici non ne erano all’altezza o dotate di unità di terapia intensiva coronarica con posti sufficienti per il fabbisogno per cui resto dell’idea che la struttura debba essere affidata ad un amministratore giudiziario che rimetta in sesto l’accreditamento e gestisca la clinica fino alla fine del percorso giudiziario e non limitato alle prestazioni già erogate nel 2020. Questo sistema, già adottato in altre realtà italiane, deve essere accompagnato anche dalla stipula di nuove convenzioni con tutte le strutture sanitarie che gestiscono servizi pubblici perché bisogna sempre garantire la prosecuzione dei servizi in situazioni simili e non necessariamente arrivare subito alla revoca o sospensione degli accreditamenti o autorizzazioni. È un problema di metodo che è sbagliato e va subito corretto. Fatta eccezione dello specifico problema emerso dalle indagini la clinica resta un’eccellenza calabrese che deve essere tutelata come tale perché proprio la Regione Calabria l’ha resa tale e ora deve essere altrettanto diligente e responsabile a ridare dignità a chi ha sempre lavorato onestamente e non merita questo trattamento. Non è revocando le autorizzazioni che si risolvono i problemi e per quel che posso – conclude Santacroce – sarò al fianco di chi in questo momento sta subendo un’ingiustizia e che vuole poter lavorare onestamente anche ricercando eventualmente nuovi imprenditori pronti a intervenire nel caso si rendesse necessario».
VISCOMI: «IL SANT’ANNA DI CATANZARO TRA LE ECCELLENZE ITALIANE» «I fatti sono ostinati. E in un mondo in cui gli aggettivi qualificativi si sprecano e ognuno rivendica la propria eccellenza, i fatti – e non le parole – dimostrano in modo chiaro ed evidente il valore del Sant’Anna. E i fatti sono contenuti nel Piano Nazionale Esiti per il 2019 sviluppato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) per conto del ministero della Salute. Cardiochirurgia, ad esempio, si conferma tra le eccellenze Italiane, per il bypass aoc con 283 interventi con una mortalità a 30 gg del 0,66% contro il valore medio atteso nazionale del 2%».
E’ quanto sostiene il deputato del partito democratico, Antonio Viscomi. «Anche per quanto attiene gli interventi sulle valvole – prosegue – il risultato è stato molto buono con una mortalità media di 2.9% nonostante un incremento percentuale degli interventi in condizioni di emergenza/urgenza, dalla comorbilità associata (case mix 2.43) e dalla maggiore frequenza di interventi complessi con impianto di più protesi. Tali numeri confermano i risultati del 2017 con un trend in incremento circa il livello di qualità delle prestazioni cardiochirurgiche che passa dal 90,7% al 91,7%. E nel 2019 sono stati effettuati 805 interventi; 638 interventi cardiochirurgici in CEC, 166 con modalità off pump. Sono state inoltre eseguiti 21 interventi di impianto di endoprotesi. La sostituzione della valvola aortica è stata eseguita in 279 pazienti; quella della valvola mitrale in 247 pazienti; 448 pazienti hanno eseguito intervento di by-pass aortocoronarico. L’analisi congiunta del 2018 e del 2019 confermano la cardiochirurgia del Sant’Anna di Catanzaro tra le Eccellenze italiane, candidandosi come centro di riferimento dell’area Sud. Stando così le cose, chi può accettare l’idea di perdere un presidio sanitario di questo genere? Credo nessuno, tantomeno il Ministero della Sanità che ha assunto su di sé l’onere di affiancare la sanita regionale per il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza. Queste sono le parole che mi sono sentito di inviare al Ministro della Salute – conclude Antonio Viscomi – senza le solite formalità della procedura parlamentare per chiedere attenzione nell’interesse dei lavoratori, dei pazienti, ma soprattutto dei cittadini. Perché senza sanità che funzioni è lo stesso diritto di cittadinanza ad essere messo in dubbio».
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