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La Soprintendenza sarà a Crotone, inammissibile il ricorso del Comune di Catanzaro

Il Tar ha rigettato l’istanza con la quale veniva sollecitato l’annullamento del decreto del Mibact che ha individuato la città pitagorica come sede per il nuovo Ufficio. «Il Comune non è legittima…

Pubblicato il: 28/12/2020 – 16:15
La Soprintendenza sarà a Crotone, inammissibile il ricorso del Comune di Catanzaro

di Gaetano Megna
CROTONE
Resta a Crotone la sede della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro-Crotone. Il Tar del Lazio ha dichiaro “inammissibile” il ricorso presentato dal Comune di Catanzaro. Così aveva deciso il ministero dei Beni culturali nel mese di dicembre del 2019 quando ha annunciato la riorganizzazione del Mibact la sede della Soprintendenza resta a Crotone. Nel dicembre del 2019 C’era stata subito la presa di posizione contraria del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ma il Mibact con il Decreto ministeriale n. 21 del 28 gennaio scorso ha confermato la decisione di allocare “a Crotone la sede della neo istituita Soprintendenza archeologica”. Le amministrazioni comunale e provinciale di Catanzaro decisero di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio in quanto, a loro avviso, la sede più opportuna era quella della città capoluogo di regione. Catanzaro sul piano politico era più rappresentativa di Crotone e soprattutto «i principi di buon andamento e razionalità dell’azione amministrativa imporrebbero di collocare la sede delle Soprintendenze nel “capoluogo” di Regione per il tipo di “collegamenti istituzionali” che un siffatto ambito garantirebbe».
Il Mibact, invece, nel fare la scelta, aveva valutato la presenza nel territorio della provincia di Crotone di una grande quantità di resti archeologici e musei. Non un problema di rappresentanza politica. Nel ricorso Catanzaro aveva chiesto anche di valutare la presenza nella città capoluogo di regione della straordinaria presenza di «tessuto artistico, architettonico e culturale, nonché dell’imponente rete museale».
Con il ricorso era stato chiesto sia la sospensiva che l’annullamento dell’atto che, appunto, assegnava la sede della Soprintendenza a Crotone. Il 12 giugno del 2020 il Tar del Lazio ha disposto la sospensiva. In quel momento si è pensato che il Comune di Catanzaro avrebbe potuto spuntarla. Contro il ricorso del Comune di Catanzaro si sono costituiti sia il Comune di Crotone che il Mibact. A questo punto è entrata in gioco anche la Provincia di Catanzaro “ad adiuvandum” e in qualità di “esponente dell’ente territoriale più vasto avente interesse all’annullamento del decreto”. La Provincia di Catanzaro ha, tra l’altro, ricordato di “avere proposto un autonomo ricorso al Tar Calabria”. La sentenza del Tar del Lazio, pubblicata oggi, ha dichiarato quindi il ricorso presentato dal Comune di Catanzaro “inammissibile” e pertanto la sede resta a Crotone.
«RICORSO INAMMISSIBILE: INTERESSE REGIONALE» La decisione contenuta nella sentenza del Tar del Lazio è di dichiarare “inammissibile” il ricorso proposto dall’Amministrazione del capoluogo regionale calabrese.
Premettendo che il decreto impugnato ha previsto anche Soprintendenze interprovinciali, per il Tar «rispetto a tale assetto, il Comune lamenta un pregiudizio per l’intera comunità calabrese, che avrebbe eventualmente potuto lamentare la Regione Calabria». Il Comune di Catanzaro, infatti, «in quanto ente esponenziale del territorio comunale di riferimento, ancorché riferibile al capoluogo di Regione, non è legittimato a far valere in giudizio interessi imputabili all’intero ambito regionale la cui tutela è affidata alla Regione, e dunque ad un altro soggetto costituzionalmente distinto che, solo, potrebbe rivendicare la pretesa irrazionalità delle scelte effettuate con il Decreto impugnato».
In più, per i giudici non può essere ricavata una legittimazione del Comune “in forza del precedente Dm del 1985, con il quale, secondo la tesi del ricorrente, sarebbe stata “istituita la sede per la Soprintendenza per i beni Aaas di Catanzaro”». Tale atto, infatti, «si era limitato a istituire un semplice Ufficio distaccato della Soprintendenza di Cosenza. Sicché, il Comune di Catanzaro, anche nel precedente assetto, pur essendo capoluogo di Regione, non era stato individuato quale sede di una Soprintendenza propria. La struttura organizzativa che risulta, invero, necessariamente collegata al capoluogo di Regione è, infatti, il solo Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per la Calabria».

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