CATANZARO Nella giornata di lunedì 28 dicembre, personale del Commissariato di Catanzaro Lido ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con relativo divieto di comunicazione con la stessa nei confronti di F.A., di anni 42, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale. Tale misura scaturisce dalla denuncia presentata, in data 3 ottobre 2020, dalla moglie dello stesso, la quale raccontava le vessazioni continue, di natura psicologica oltre che nella forma di aggressioni fisiche e verbali, perpetrate da parte dell’ex marito nei suoi confronti e nei confronti del loro figlio minorenne. F.A., continuamente, aggrediva verbalmente la moglie svilendo il suo ruolo di madre e di moglie, minacciandola, altresì, di morte e, in un paio di occasioni, la aggrediva fisicamente colpendola con un pugno e strattonandola, causandole lesioni personali giudicate guaribili in giorni sette. La tempestava quotidianamente di messaggi denigratori, rivolti a lei ed alle sue amiche più strette, provocandole uno stato di ansia e di turbamento. Inoltre, la seguiva dovunque andasse, interferendo nella sua sfera di relazioni ed avvicinando persino il suo nuovo compagno, presentandosi sotto l’abitazione dello stesso e chiamandolo più volte sul telefono cellulare. Tale comportamento violento ed aggressivo veniva posto in essere anche nei confronti del loro figlio di anni quattro, il quale veniva continuamente insultato e umiliato dal padre, tanto da costringerlo ad avviare un percorso di cura neuro-psichiatrico. Il bambino, inoltre, assisteva a quasi tutte le condotte perpetrate dal padre nei confronti della madre. In un’occasione, il padre abbandonava il bambino in balia di un pipistrello, dandosi alla fuga e scatenando il suo pianto disperato, mettendone così a rischio l’incolumità fisica. Considerata la gravità dei fatti esposti, personale del Commissariato Lido, dopo aver svolto minuziose indagini, deferiva il nominato in oggetto alla locale Procura della Repubblica, che richiedeva ed otteneva la misura cautelare a cui F.A. veniva sottoposto.
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