ROMA Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto Calabria, nel testo già licenziato dalla Camera. Il decreto è dunque legge. I sì sono stati 149, i no 117 (tra cui il senatore di Iv Ernesto Magorno; Italia Viva ha votato sì) e un astenuto.
«ORA GARANTIRE IL DIRITTO ALLA SALUTE» «Il decreto sulla gestione commissariale della sanità calabrese che oggi il Senato approva con il voto del Pd concederà altri 24 mesi, attraverso misure eccezionali, per risanare il sistema e garantire anche in Calabria il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza. Nel tempo, nonostante il commissariamento dal 2009, si sono riscontrate inadempienze sconcertanti nel sistema sanitario calabrese, come l’assenza di bilanci certificati e un modello organizzativo che puntava più a dismettere che a riorganizzare, l’assenza dei servizi territoriali con il conseguente ricorso massiccio all’ospedalizzazione, la sovrapposizione con gli interessi della criminalità organizzata, tanto che i diritti garantiti dall’articolo 32 della Costituzione non lo erano per i calabresi. Questo provvedimento intende creare le condizioni per il ritorno alla normalità». Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della commissione Sanità, parlando in dichiarazione di voto.
«Con la scadenza dell’efficacia del precedente decreto – ha continuato Paola Boldrini – siamo di fronte allo stato di necessità. Si prevedono il rafforzamento delle funzioni del commissario ad acta e degli altri commissari con il ruolo di Invitalia e Agenas, per proseguire con il piano di rientro dal disavanzo, adempiere ai Lea, intervenire sulla rete ospedaliera e dei servizi territoriali, sull’emergenza urgenza e per aumentare i posti letto. Il commissario straordinario, l’ex prefetto Guido Longo, è un uomo delle istituzioni che ha fatto della lotta alla criminalità organizzata la sua missione. Gli siamo grati per aver accettato questo incarico e riponiamo in lui grande fiducia. Lo Stato con la collaborazione delle altre Regioni si impegna con 60 milioni in 3 anni per ripianare il debito e permettere assunzioni, prevedendo comunque una centralità del ministero della Salute che eviti ogni possibile vuoto di responsabilità. E’ una sfida difficilissima, ma necessaria soprattutto in questa fase di pandemia, perché la sanità non è solo emergenza ma anche diritto alla salute».
LA SCELTA DI PORRE LA FIDUCIA Il ministro Federico D’Incà, in mattinata, ha posto a nome del governo la fiducia su decreto legge con le norme che dettano le funzioni del Commissario alla sanità della Calabria. In aula sono iniziate subito le dichiarazioni di voto sulla fiducia.
MAGORNO VOTA NO «Non posso che sentirmi mortificato e deluso da un Governo che, di fatto, sembra aver dimenticato e abbandonato la Calabria. Una Calabria considerata sempre di più Cenerentola di Italia. Con un mio emendamento al Decreto Calabria proponevo di istituire, all’interno della struttura commissariale della sanità un organo formato dai sindaci, con poteri di controllo e di proposta. Purtroppo, questa norma è stata inopinatamente stralciata e ciò dovrebbe preoccupare l’intera delegazione dei senatori calabresi, quantomeno di coloro che appartengono al centrosinistra e alla maggioranza di Governo. Questo Decreto doveva esaltare il ruolo dei sindaci, invece li umilia e contemporaneamente li manda in prima linea a mani nude. Con questo Decreto si vuole governare per sempre la Calabria attraverso la sanità. Di fatto si stabilisce un principio che anche la moderna civiltà giuridica avanzata aborre. Il “fine pena mai”. Il “fine commissariamento” per la Calabria mai! Ed io, che sono cresciuto alla scuola di quella politica che parte dal basso, fatta con dignità, coerenza e trasparenza, in una piccola sezione di partito come in piazza, per il popolo e con il popolo, dico No!». Così il Senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno.
PARENTE ANNUNCIA IL SÌ DI ITALIA VIVA «Tutti dobbiamo impegnarci affinché la Calabria possa superare il commissariamento e restituire alla sua popolazione il diritto alla salute. Troppe volte la Calabria non ce l’ha fatta, ora dobbiamo farcela e lo dobbiamo ai cittadini e alle cittadine Calabresi che da anni si spostano per i loro bisogni sanitari, lo dobbiamo ai giovani ricercatori, ai professionisti della sanità che scelgono di tornare in Calabria per riportare eccellenza. Lo dobbiamo anche alla classe politica che vuole cambiare le cose, ai sindaci che qualche giorno fa mi hanno portato il loro grido di dolore. Cominciamo una nuova era. Torniamo alla normalità e facciamo della Calabria anche un esempio di ripristino delle cure primarie, della medicina territoriale, di come anche il sistema sanitaria deve funzionare». Lo ha detto in aula al Senato la senatrice di Italia Viva, Annamaria Parente, Presidente della commissione igiene e sanità a Palazzo Madama annunciando il sì di Italia viva alla fiducia sul decreto Calabria.
«In questo provvedimento abbiamo anche ottenuto una informativa mensile dei sindaci per sono sempre in prima fila. Lo Stato impegna risorse economiche e risorse umane per questo decreto. Abbiamo una grande occasione per far risollevare le sorti della bellissima terra calabrese e per queste ragioni, il gruppo di Italia Viva voterà la fiducia al provvedimento Calabria».
FORZA ITALIA: «COMMISSARIAMENTO HA FALLITO» «Il decreto in esame rappresenta la palese sconfitta delle politiche commissariali attuate negli ultimi 10 anni in Calabria, dove è peggiorata la qualità dei servizi erogati, sono aumentati i viaggi della speranza e si è avuto il blocco del turn over. Piuttosto che commissariare ancora, addirittura aumentando i termini a 24 mesi, non sarebbe stato meglio pensare ad un piano straordinario per l’adeguamento dei tanti ospedali chiusi o sottoutilizzati?» Lo ha detto nell’Aula del Senato la vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Maria Rizzotti, intervenendo sul dl Calabria. «Un commissariamento che aveva denunciato già Jole Santelli, che ieri avrebbe compiuto 52 anni, in una lettera del 13 settembre in cui aveva proposto collaborazione e si sarebbe assunta ogni responsabilità. La sensazione che abbiamo oggi è che il governo sia preso solo dalla bramosia di gestire direttamente la sanità e le sue poltrone. Siamo qui a discutere dunque di un decreto – ha aggiunto la senatrice Fi -, in cui si affidano 440 mln di soldi pubblici ancora una volta al commissario Arcuri senza alcun controllo e con la tutela di uno scudo penale, negato invece ai medici e al personale sanitario. E in cui si mandano a casa 70 professionisti dipendenti di Agenas che invece, dopo 10 anni di precariato, avrebbero potuto finalmente essere stabilizzati. Tutto ciò è vergognoso. Questo decreto – ha concluso la senatrice Rizzotti – non tutelerà il diritto alla salute dei calabresi».
«Il decreto che proroga il commissariamento della Sanità calabrese per ulteriori due anni viola apertamente diversi principi costituzionali, in primo luogo quello che prevede la leale collaborazione tra enti territoriali e lo Stato e la sussidarietà. La Regione invece viene privata di svolgere la sua funzione ed i suoi legittimi poteri. Inoltre, il commissarimento è finalizzato al mero rientro del debito senza tenere in alcun conto la necessità di garantire le cure ed una sanità all’altezza ai calabresi sul loro territorio. Ecco perché chiediamo il non passaggio agli articoli». Lo ha chiesto in aula la senatrice di Forza Italia Fulvia Caligiuri, illustrando la proposta di non passare all’esame degli articoli del dl Calabria che prevede la proroga del commissariamento della Sanità calabrese. «Dopo i fallimenti di ben undici anni di commissariamento – ha aggiunto Caligiuri – l’unico provvedimento da fare d’intesa con tutte le forze politiche era la restituzione della gestione della sanità alla Regione».
SICLARI: «CALABRESI FIGLI DI UN DIO MINORE» «11 anni di commissariamenti, 11 anni di fallimenti durante i quali non è stato garantito il diritto alla salute dei calabresi trattati dal governo come figli di un Dio minore. Ed ora invece di restituire la gestione della sanità calabrese alla Regione si proroga senza alcuna logica il commissariamento che non risolverà nulla ma aggraverà la situazione. Forza Italia dice no a questo decreto e si impegna, una volta tornata al governo centrale, di mettere fine a questa vergogna del commissariamento infinito». Lo ha detto in aula il senatore di Forza Italia, Marco Siclari, nel corso delle dichiarazioni di voto sul dl Calabria.
«Al governo è mancato persino l’amore per la parte più debole del Paese – ha aggiunto Siclari. Con quale logica si ripropone un dl di commissariamento di altri due anni dopo i fallimenti registrati in undici anni? Fallimenti che hanno comportato persino la zona rossa alla Calabria per l’incapacità della Sanità di curare i malati di Covid. Ed ora siamo convinti che anche il piano vaccini non potrà che riservare amare sorprese perché l’attuale situazione in cui versa la sanità non potrà assicurare una pronta e completa vaccinazione dei calabresi».
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