ROMA «Egregio Presidente, ritengo necessario un suo autorevole ed immediato intervento, attraverso l’adozione di un Decreto del Governo, riguardo alla problematica di oltre 4500 lavoratori Lsu-Lpu che in da oltre 20 anni assicurano servizi essenziali in circa 400 Comuni calabresi. Mi permetto di ripercorrere i complessi sviluppi della vicenda. Il percorso di stabilizzazione dei suddetti lavoratori è iniziato nel dicembre 2013, con la legge finanziaria 147». Questo è quanto scrive in una lettera, indirizzata al premier Giuseppe Conte, il senatore di “Italia Viva” Ernesto Magorno.
«Dal primo gennaio 2015, grazie al governo Renzi, gli LSU/LPU hanno ottenuto il primo contratto a tempo determinato che è stato prorogato di anno in anno per tre anni fino a dicembre 2017 per consentire i 3 anni necessari per la stabilizzazione in base alla “legge Madia”. Poiché non tutti gli enti però erano pronti per completare le stabilizzazioni il contratto è stato prorogato di anno in anno ancora fino a dicembre 2020. A questa data, quasi tutti i comuni e gli Enti hanno provveduto alle stabilizzazioni, tranne quegli enti in dissesto che non avevano avuto le autorizzazioni dalla COSFEL, più qualche ente minore non comunale. Per questo motivo era stato inserito nella legge di bilancio un comma che prorogava per altri 3 mesi il contratto a tempo determinato, al fine di completare l’iter per tutti. La legge con il comma 294 è arrivata in aula, ma la notte tra il 22 e il 23 dicembre è stato cassato. Intanto il 24 dicembre la COSFEL, tramite le prefetture, ha inviato una lettera autorizzando i comuni a stabilizzare, ma solo gli LSU.
Anche se in realtà per gli LSU, l’autorizzazione è ancora subordinata a un decreto che il Ministero del Lavoro dice di aver fatto, ma del quale, a dire il vero, non esiste ancora la pubblicazione».
«In ogni caso – scrive Magorno – restano fuori tutti gli LPU, che numericamente sono quasi quanto gli LSU, perché non c’è accordo trai i diversi ministeri (Lavoro, Funzione Pubblica, Interno) sulla interpretazione della legge a proposito delle deroghe che sono sempre state estese anche ai finanziamenti regionali che servono per stabilizzare gli LPU, mentre oggi il Ministero dell’Interno sostiene che non è così. Per tale motivo la Regione ha inviato un quesito alla Funzione Pubblica, sul quale la dirigente incaricata, invece di confermare, come aveva sempre fatto, che le deroghe sono uguali anche per LPU, ha inteso scaricare la responsabilità sul MEF. Alla luce di questo complesso percorso il motivo dell’istanza che le sottopongo con la massima urgenza, Presidente Conte, riguarda l’impellente necessità di reintrodurre il testo del comma 294 entro il 31 dicembre 2020 in modo che tutte le controversie tra i ministeri possano essere risolte massimo entro gennaio del prossimo anno, o nella legge di bilancio, o con decreto del governo.
Se non si fa questo dal 1 gennaio 2021, i lavoratori ancora non stabilizzati rientreranno nel bacino LSU, come sussidiati, cioè come lavoratori a nero, condizione dalla quale li avevamo tolti nella scorsa legislatura. A questo è necessario aggiungere che in ogni caso dal 1 gennaio 2021, i lavoratori non riusciranno a tornare a lavorare nei loro comuni perché da quando è iniziato il percorso di stabilizzazione, la Corte dei Conti non autorizza più le convenzioni per i progetti con lavoratori socialmente utili, e i Comuni si troveranno dalla sera alla mattina senza risorse strategiche per il funzionamento dell’Ente».
«Pertanto, Presidente Conte, per quanto sopra descritto, ritengo – continua Magorno – di basilare importanza un intervento risolutore sulla questione attraverso un Decreto del Governo che entro il 31 dicembre proroghi per 3 mesi i contratti a tempo determinato per i lavoratori calabresi ancora non stabilizzati. Lo chiedo nell’interesse dei lavoratori interessati e delle loro famiglie, e per i risvolti sociali drammatici che una mancata soluzione arrecherebbe. Non da ultimo, glielo scrivo da Sindaco di un comune calabrese, per il grave venir meno del supporto oramai fondamentale che gli LSU – LPU, assicurano al quotidiano lavoro delle amministrazioni che già vivono drammaticamente il disagio dell’assenza di uomini e risorse». «Ritenendo tale problematica di decisiva importanza – conclude il senatore – per le ragioni che Le ho esposto, in assenza di un riscontro positivo mio malgrado, ma in coerenza con il mio percorso politico rivolto sempre alla soluzione dei problemi della mia terra, sarò costretto a valutare di non votare la legge di Stabilità».
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