di Alessia Truzzolillo
CATANZARO L’ultima udienza dei procedimenti riuniti “Calabria Etica” e “Robin Hood” si è tenuta lo scorso 3 dicembre. Per quanto riguarda il processo “Calabresi nel Mondo”, il dibattimento entrerà nel vivo il prossimo 3 marzo.
Per tali procedimenti non si è ancora giunti a un pronunciamento dei giudici eppure sembra essersene già persa la memoria. L’attività investigativa della Guardia di finanza di Catanzaro mise in luce, per quanto riguarda “Calabria Etica”, che il presidente del dismesso ente in house della Regione, Pasqualino Ruberto, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2014 aveva contrattualizzato a progetto 253 persone, avviando quattro progetti che non erano stati oggetto di alcun affidamento da parte della Regione Calabria. Lo scopo, secondo l’accusa, era quello, del tutto personalistico, di creare consenso politico. Tanto che la mancanza di un avallo amministrativo e finanziario per tali progetti portò – dopo lo scoppio del caso e le indagini da parte della magistratura – a dichiarare nulli, in autotutela, i contratti stipulati.
Di quegli elenchi si parla, con preoccupazione, anche in Cittadella regionale: non dovesse mai venire fuori che in mezzo a madri e padri di famiglia che hanno bisogno di stabilità vi sono anche le posizioni di coloro che hanno assunto diritti dopo essere stati contrattualizzati sulla base di quelle che la magistratura ritiene logiche clientelari e familistiche. La questione è spinosa assai perché da una parte c’è l’annosa questione del precariato storico della Regione Calabria che attende risposte da troppo tempo, formata da famiglie monoreddito, con precari in età avanzata, in gravi difficoltà economiche e dall’altra il modus operandi, anch’esso radicato, delle contrattualizzazioni clientelari.
NOMI CHE RITORNANO Tra i contrattualizzati (poi “annullati”) in “Calabria Etica” c’erano la compagna di Pasqualino Ruberto Bianca Maria Vitalone (con un contratto consistente da 114.580 euro lordi in tre anni); Carlo Marino, fratello della dirigente della Fondazione, Maria Teresa Marino; Tadiana Gabriele, dipendente dell’ex moglie di Ruberto e sposata con l’ex amministratore unico di una società di cui Ruberto era socio al 50%. Sono queste le posizioni sulle quali la finanza concentra maggiormente la propria attenzione perché «vincoli di collegamento» con i responsabili dell’ente. Persone che, tra l’altro, dalla Fondazione avevano percepito ulteriori redditi nelle precedenti annualità. Nomi che ritornano (e non sono gli unici) nel lungo elenco dei 208 precari della legge 12 (in servizio negli enti sub regionali Field, Calabria Etica e Fondazione Calabresi nel Mondo).
Quei contratti vennero annullati in autotutela, finirono sotto la lente della Guardia di finanza di Catanzaro e costituiscono oggi prova d’accusa in un processo davanti al Tribunale di Catanzaro. Oggi tornano in auge nell’elenco dei precari per i quali la Regione potrebbe aprire la procedura di stabilizzazione.
La graduatoria definitiva è stata pubblicata con il decreto dirigenziale del 12 novembre 2020.
CALABRESI NEL MONDO Il processo riguardo alle assunzioni clientelari all’interno della Fondazione Calabresi nel Mondo avrà inizio il prossimo 3 marzo. Tra gli imputati c’è l’ex parlamentare Pino Galati al quale viene contestato il reato di abuso d’ufficio per avere «macroscopicamente violato» norme costituzionali, leggi, e anche l’articolo 13 dello statuto della Fondazione, «a fini clientelari, per mantenere e incrementare il proprio bacino elettorale tramite l’assunzione all’interno della Fondazione di un cospicuo numero di collaboratori, principalmente del territorio lametino». Anche in questo caso vengono riportati i nomi di coloro che, secondo l’accusa, sarebbero stati contrattualizzati secondo logiche personalistiche, per legami parentali, personali e politici. Gli inquirenti hanno stilato un elenco di 26 nomi specificando il legame, personale, parentale o politico che lega le singole persone a Pino Galati.
E parte di questi nomi ritornano nell’elenco dei precari da stabilizzare da parte della Regione: Michelangelo Cardamone, di Lamezia Terme, rapporto politico; Giuseppe Marrazzo, Lamezia Terme, rapporto personale; Vincenzina Palmieri, Lamezia Terme, rapporto politico; Fabio Davoli, Lamezia Terme, già vicesegretario della Fondazione; Paolo Strangis, Lamezia Terme, parentela con Cicione (Francesco Giuseppe Cicione, legato da rapporto politico con Galati, ndr); Donatella Rocca, Lamezia Terme, rapporto politico.
TENTENNAMENTI A fine novembre scorso, però, qualcosa non va per quanto riguarda le stabilizzazioni. I primi tentennamenti arrivano dall’assessore al Bilancio, Franco Talarico che il 24 novembre non ha firmato la delibera per imputare i fondi previsti (4,5 milioni di euro appunto) più altri 500 mila per garantire la copertura contrattuale di due anni (12 mesi più altri 12), a tempo determinato e attraverso l’agenzia “Calabria Lavoro”, per dare seguito alla successiva manifestazione di interesse, di fatto “blindata” e riservata agli appartenenti al bacino dei precari della ex legge 12.
Il 30 novembre si impantana anche la giunta regionale che rimanda tutto alla prossima seduta del consiglio regionale. C’è fermento e poca tranquillità intorno a questa manovra. Ora toccherà al consiglio regionale. I sindacati sono sul piede di guerra. I precari, però, non sono tutti uguali, non hanno tutti maturato diritti, stando alle inchieste della Procura di Catanzaro, allo stesso modo pure in mezzo a una pletora di famiglie in seria difficoltà in attesa da anni di un contratto che gli restituisca la dignità. E questo è un problema, soprattutto a un passo dalle prossime regionali. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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