CORIGLIANO ROSSANO Le forze di opposizione consiliari ricusano il presidente del Consiglio comunale, al quale chiedono le dimissioni. Sono queste, alcune delle reazioni alla sortita della consigliera comunale e presidente della Commissione Statuto, Maria Salimbeni, nel corso dei lavori dell’ultima assise civica (qui la notizia).
Il non aver profferito parola dopo le esternazioni della capigruppo di Corigliano Rossano Pulita, peraltro movimento che esprime anche la presidente del Consiglio comunale, Marinella Grillo, ha quindi indotto tutti (quasi, manca solo il leghista Baffa fra le firme) i consiglieri di minoranza a chiederne le dimissioni.
Le motivazioni sono depositate in una lunga lettera, nella quale non solo si fa riferimento alla gestione del caso Salimbeni, ma anche ad una certa imparzialità di comportamenti da parte di una figura che dovrebbe essere superpartes.
LA LETTERA «Pregiatissimo Presidente – scrivono i consiglieri comunali Francesco Madeo, Rosellina Madeo, Adele Olivo, Gino Promenzio, Vincenzo Scarcello, Gennaro Scorza, Raffaele Vulcano e Aldo Zagarese – così proprio non va. Purtroppo, ancora una volta, ci troviamo a dover stigmatizzare l’atteggiamento della figura del presidente del Consiglio comunale rispetto all’equo trattamento riservato ai rappresentanti istituzionali in seno all’Assemblea civica di Corigliano-Rossano. Notiamo, da più tempo, che il principio di imparzialità, fondamentale per garantire l’equilibrio democratico all’interno dell’emiciclo consiliare, è puntualmente disatteso dalla sua condotta. Abbiamo più volte, con garbo e rispetto istituzionale, fatto presente questa situazione di contrazione di libertà di espressione e di equa visibilità per tutti i rappresentanti eletti, non da ultimo in una recente richiesta di chiarimenti formalizzata l’8 luglio 2020. Alla quale è seguita una sua risposta di rassicurazioni che, purtroppo, stante i fatti che continuano a ripetersi imperterriti, sono state puntualmente disattese».
«Provoca un civile sdegno – proseguono nella missiva di richiesta di dimissioni – quanto accaduto, ad esempio, nell’ultima seduta assembleare del 28 dicembre. La continua reprimenda nei confronti dei consiglieri dei gruppi di minoranza non trova alcuna fondata giustificazione nel complesso generale in cui si è svolta la seduta. Ancor più se poi, dall’importante scranno su cui ella siede all’interno dell’emiciclo, abbiamo atteso invano un richiamo nei confronti del consigliere comunale di maggioranza, nonché presidente della Commissione Statuto, Maria Salimbeni, per l’oscena frase pronunciata a microfoni accesi nel mentre si celebravano i lavori consiliari ed il cui accaduto ha avuto ampio risalto sulla stampa. Non è solo una questione di stile. I suoi atteggiamenti ostativi, repressivi e vessativi delle posizioni espresse dalla minoranza consiliare sono emersi persino nella presentazione delle richieste di consigli comunali oggetto dell’ordine del giorno. Le quali sono state deficitarie nella citazione dei soggetti presentatori quando si tratta delle minoranze. Ce ne siamo accorti ma non abbiamo sottolineato l’inconveniente perché a partecipare alla seduta c’erano persone estranee al contesto consiliare. Insomma, abbiamo soprasseduto per non creare imbarazzo alla Presidenza, al Sindaco e al resto dell’Amministrazione comunale. Sono piccole cose – evidenziano ancora – inconsistenti nell’opinione pubblica, ma che rappresentano uno sgarbo ed uno sfregio istituzionale da parte di quella figura eletta e pagata per mantenere i sacrosanti equilibri democratici sanciti dalla Costituzione. Lamentiamo ancora una volta, e lo facciamo per iscritto in modo che rimanga traccia, anche l’inconcepibile ed ingiustificato metodo di convocazione e conduzione delle pubbliche Assemblee. I cittadini ormai non sanno più come procede la vita del più importante organo istituzionale della Città. Nessuno sa della convocazione dei Consigli comunali, se non i diretti interessati: nessuno è messo nelle condizioni di accedere facilmente, attraverso i nuovi strumenti di comunicazione che mette a disposizione il mondo informatico, alle sedute del Consiglio comunale, diversamente da quello che accade in tutti gli altri enti comunali e sovracomunali della nazione. Forse perché fa più comodo alla Maggioranza non avere una partecipazione de visu. E in questo l’emergenza pandemica c’entra poco. È tutta una questione di volontà. La invitiamo, pertanto, a ripristinare, già dal prossimo incontro, i Consigli comunali in presenza, all’interno dell’aula consiliare cittadina, con la chiusura al pubblico e dando solo la possibilità agli organi di informazione di poter partecipare in totale sicurezza e secondo le norme anti-contagio».
Nel richiamare la presidente Marinella Grillo «da rappresentanti eletti, all’onere del suo ruolo e dei suoi doveri, ci aspettiamo una sua determinazione a riguardo. Considerato che, fino ad oggi, l’abbiamo vista distante dal ruolo che l’Assemblea l’ha chiamata a ricoprire. Alcune sgarbate cadute di stile durante l’ultima seduta assembleare avrebbero dovuto indurre ad avviare dei provvedimenti severi. Così non è stato e ci sembra che lei, nonostante presidente del Consiglio comunale, non riesca proprio a staccarsi dall’appartenenza alla maggioranza in cui è stata eletta. Di fatto c’è che si è consumato un evento grave ed è passato inspiegabilmente in sordina, e pertanto, dal momento che è ella garante e tutore dell’onorabilità dell’Assise civica riteniamo opportuno che sia proprio lei a fare un passo indietro – si conclude la missiva – rassegnando le sue dimissioni dall’incarico».
LE CRONICHE FALLE NELLA COMUNICAZIONE In effetti, quanto riscontrato dai gruppi di opposizione è prassi ormai consolidata nella mancata comunicazione nelle convocazioni dei consiglio comunali. Lo si viene a sapere solo perché qualche consigliere comunale di opposizione “spiffera” il segreto di Pulcinella. Atteggiamenti, peraltro, che penalizzano la possibilità di seguire un Consiglio comunale in remoto, già fortemente penalizzato da cronici problemi tecnici che impediscono di seguirne le evoluzioni. (lu.la.)
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