di Roberto De Santo
CATANZARO La seconda ondata della pandemia in Italia ha avuto effetti più letali rispetto alla prima. Inoltre ha interessato fette più consistenti della popolazione italiana compreso anche il Sud Italia e la Calabria. Anche se in quest’ultimo caso percentualmente in misura minore. È quanto emerge dal report dell’Istat sull’incidenza del Covid nella mortalità in Italia. Passando a setaccio i dati sulle cause di morte registrate in Italia da febbraio a novembre scorso, gli analisti dell’Istituto nazionale di statistica hanno determinato che il tasso di letalità per Covid è stato pari al 9,5% del totale dei decessi nell’intero periodo. Se durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) questa quota è stata del 13% – riporta il Rapporto -, nella seconda ondata il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale. Ma entrando nello specifico regionale le divergenze sono decisamente elevate.
Con le regioni del Nord che hanno registrato un impatto maggiore di decessi rispetto alla media nazionale e del Mezzogiorno.
Le regioni più colpite sono state la Valle d’Aosta (+139% contro il +71% di aprile), il Piemonte (+98% contro il +77% di aprile), il Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile) e il Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%). L’incremento dei decessi di novembre è più basso della prima ondata solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in
Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo). Molto al di sopra di quanto avvenuto al Sud Italia e in Calabria.
I DATI CALABRESI Guardando i dati calabresi emerge che tra febbraio-maggio i decessi causati dal Coronavirus sono stati 128 che rappresentano il 1,8% del totale delle morti registrate complessivamente nella regione in questo lasso di tempo. È un dato che pone la Calabria tra gli ultimi posti in Italia per tasso di mortalità da Covid. Decisamente lontana dalla media nazionale del 12,8% e soprattutto di quella delle regioni del Nord Italia (circa il 20%). Se poi analizzati nella fase successiva, in cui in tutta Italia la pressione negli ospedali era decisamente scesa per la diminuzione drastica dei contagi seguiti ai mesi di lockdown, il tasso di mortalità da Covid è crollato. Tra giugno e settembre scorso i soggetti affetti da Coronavirus deceduti in Calabria sono stati 3 che tradotto in termini percentuali significa lo 0,05. Una diminuzione registrata anche in altre parti del Paese e che aveva fatto sperare nel contenimento degli effetti drammatici dell’epidemia. Una speranza poi svanita in autunno, con la ripresa consistente del numero di contagi e dunque dei decessi. Che, appunto, stando ai numeri poi riportati nel report dell’Istat sono divenuti più drammatici che rispetto alla prima ondata. In due mesi, in Calabria ci sono stati 159 morti in conseguenza del Coronavirus cioè oltre il 4,6% dei decessi che si sono registrati tra ottobre e novembre in regione. Oltre il doppio di quanti registrati nella prima ondata. Ma sempre lontano da quanto avvenuto nelle altre regioni soprattutto del Nord del Paese: in media quasi il 19%.
In Italia, il tasso di mortalità da Covid in questi due mesi è stato pari al 15,7%, mentre nel Mezzogiorno oltre 12,8%.
IDENTIKIT DEI DECESSI Leggendo i dati del report stilato dall’Istat sulla base dei numeri forniti dall’Istituto superiore di sanità, emerge che nel lasso di tempo preso in esame sono stati gli anziani a pagare il prezzo più alto in termini di mortalità. L’11% del totale complessivo dei decessi si sono registrati tra i 65 e il 79 anni a cui si aggiunge l’8% tra gli over 80. Solo il 4% dei decessi si sono avuti tra gli italiani nella fascia di età tra 0-49 anni e 8% tra i 50 e 64 anni. Indice che il Covid ha portato via un’intera generazione che aveva contribuito a costruire il nostro Paese. (r.desanto@corrierecal.it)
x
x