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Magorno: «Rassicurazioni istituzionali su LSU-LPU Calabria, voterò sì alla fiducia»

Il senatore di Italia Viva: «È tempo della dignità e della responsabilità – scrive ancora Magorno – non verso il governo ma nei confronti della Calabria»

Pubblicato il: 30/12/2020 – 13:12
Magorno: «Rassicurazioni istituzionali su LSU-LPU Calabria, voterò sì alla fiducia»

ROMA «Nella giornata di ieri ho inviato una lettera al Presidente Conte, per invitarlo a sanare entro il 31 dicembre il grave vulnus consumato ai danni degli LSU-LPU calabresi. Inopinatamente, la commissione bilancio prima e la Camera dei deputati poi, con l’avallo del governo hanno cancellato la norma di salvaguardia e di tutela per questi lavoratori. È tragicamente grave quanto
avvenuto. Nel mentre, si toglieva certezza e prospettiva a tante famiglie, si distribuivano centinaia di milioni di euro in mance inutili a tanti deputati e lobbisti che assediavano e intralciavano i lavori parlamentari. Nessuno può immaginare di scaricare sui sindaci o altri amministratori locali le follie legislative, i veti e l’inefficienza dei ministeri. I Sindaci, non hanno scudi che li proteggono dalla Corte dei Conti. Ho chiesto un intervento del Presidente del Consiglio che deve materializzarsi “hic et nunc”. La vita dei cittadini e allineata con l’orologio , così come le loro esigenze. La giornata è composta di 24 ore. La politica ogni tanto pretende di farla diventare di 72. Chi ha tempo non aspetti tempo. I sindaci Calabresi quello che possono fare oggi lo hanno fatto ieri. Per i precari calabresi quello che dovrebbe essere fatto fra qualche mese deve essere fatto oggi». Questo quanto ha comunicato il senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno.
«Nella missiva – scrive – avevo avvisato il Presidente che in alternativa sarei stato costretto a valutare negativamente l’intera manovra finanziaria, non avendo io i normali strumenti e le prerogative delle procedure parlamentari , strozzate dal voto di fiducia. La Calabria non può essere schiacciata e umiliata, non può essere abbandonata, non può essere derisa e oltraggiata. Non è possibile offendere oltre l’intelligenza dei Calabresi calpestandone la dignità. I calabresi, non chiedono con il cappello in mano favoritismi legislativi. I Calabresi rivendicano diritti e per quanto mi riguarda, eserciterò, come del resto ho sempre fatto , tutte le mie funzioni e metterò in campo tutte le mie energie per tutelarli». «Lo faccio alla luce del sole e lottando in prima linea con il coltello tra i denti e a viso aperto. Non sono un ascaro, non agisco nell’ombra, non frequento salotti, non siedo nei circoli illuminati, non rappresento poteri , non sono ostaggio di logiche politiche , lavoro solo per la terra che amo».
«È tempo della dignità e della responsabilità – scrive ancora Magorno – non verso il governo ma nei confronti della Calabria. Una terra forte ma che spesso i suoi rappresentanti istituzionale hanno fatto diventare debole Una terra di uomini liberi, imprigionati dai bisogni che la politica non elimina ma alimenta. Una terra dove l’ascensore sociale fatica a funzionare; la meritocrazia è sostituita anche nelle università dalle appartenenze e gli ultimi e i non protetti vengono respinti, calpestati, umiliati e anche scacciati dalla loro terra per inseguire un futuro migliore . Un futuro , negato in Calabria, da chi controlla la scala sociale tenuta aperta prioritariamente per i sodali al sistema. Al sistema politico, al sistema accademico, al sistema, burocratico, al sistema economico».
«Un sistema unico, intriso di falso perbenismo e di patetico moralismo – conclude Magorno – che vuole tenere ingabbiata la Calabria. Oggi ho avuto rassicurazioni istituzionali che entro domani la questione sarà risolta. Mi fido delle istituzioni e quindi mi appresto a votare la fiducia. La fiducia nella vita è una cosa seria. Viene concessa ma può essere ritirata se tradita. Io non ci sto ai balletti della politica. Io sono un uomo libero, un riformista vero, un calabrese fiero ,serio , lineare e ove la fiducia che oggi darò sarà mal riposta, sarà irrevocabilmente ritirata».

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