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«Ci ha presi in giro sulla data del voto». Consiglieri di maggioranza infuriati con Spirlì

Il governatore reggente si aspettava (auspicava?) ieri il rinvio da parte del governo. Ma il 29 dicembre ha firmato un documento di maggioranza in cui le Regionali il 14 febbraio erano un punto fer…

Pubblicato il: 31/12/2020 – 15:01
«Ci ha presi in giro sulla data del voto». Consiglieri di maggioranza infuriati con Spirlì

di Pablo Petrasso
CATANZARO
«Quindi ci ha presi in giro…». I contatti tra i consiglieri regionali di maggioranza proseguono da ieri sera. L’ora “x” coincide con l’ultimo attacco del presidente reggente Nino Spirlì al governo nazionale, colpevole di non aver spostato nell’ultimo consiglio dei ministri la data delle Regionali in Calabria.
Frase incriminata: «Dopo aver costantemente bussato alla porta del presidente della Regione Calabria, con presunto spirito collaborativo, e dopo aver caricato a pallettoni la stampa di regime – che attaccava me e la maggioranza di governo in Calabria, additandoci come sterminatori di calabresi – i ministri targati Pd, M5s, Leu e Iv hanno deciso che in Calabria l’aria è buona, il virus è morto e a San Valentino si apriranno scatole di cioccolatini e urne elettorali». Tutti i membri della maggioranza che sostiene il centrodestra a Palazzo Campanella l’hanno interpretata allo stesso modo: Spirlì, in realtà, ha sempre lavorato sotto traccia per far slittare le elezioni, anche quando ha stretto un patto di ferro con i consiglieri nelle complicate ore che hanno preceduto l’ultimo consiglio regionale. E, secondo fonti accreditate, sta ancora lavorando in solitario per spostare la data all’11 aprile, ultima domenica utile nell’intervallo designato dal governo (che si chiude il 15 aprile)
Quel patto è arrivato al termine di una tesissima riunione di maggioranza, nel corso della quale i toni sono stati accesi, ben oltre i limiti del garbo istituzionale. Ed è stato messo nero su bianco. In un perfetto politichese che oggi si può svelare in maniera compiuta.
IL DOCUMENTO «A seguito della riunione di maggioranza tenutasi il 29 dicembre 2020 – recita il testo – alla presenza degli assessori Gallo, Orsomarso e Talarico, ribadita la fissazione delle elezioni regionali per il 14 febbraio, visto il particolare momento storico in cui la Calabria versa, si stabilisce di rilanciare con il massimo confronto tra le forze politiche e in maniera condivisa l’amministrazione e la programmazione delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, attraverso una cabina di regia composta dal presidente del Consiglio, capigruppo di maggioranza e giunta regionale».
LA MINACCIA DI FAR SALTARE IL BILANCIO Soltanto qualche ora prima, un gruppo di consiglieri regionali minacciava di non votare il bilancio se non fosse stata spesa una parola definitiva sulla volontà comune di andare al voto a San Valentino. Uno dei momenti a decibel più elevati, nella riunione, si era registrato infatti quando il governatore reggente aveva spiegato alla maggioranza di aver scritto al governo per sapere se la forbice elettorale fissata fosse sempre la stessa. Ai consiglieri, a quel punto, era stato chiaro che Spirlì avesse deciso di scavalcarli e di fare a modo suo, intavolando una trattativa sulla data del voto. Fissata tra l’altro dallo stesso Spirlì. L’insofferenza (è un eufemismo) è dovuta alla totale mancanza di confronto tra Presidenza e Consiglio (a volte anche tra Presidenza e giunta). Da qui la minaccia di non votare il Bilancio. Discussione agitata (di nuovo un eufemismo) prima della soluzione e del documento. Era, ricordiamo, il 29 dicembre, giorno della riunione dell’assemblea regionale che ha approvato un Bilancio al solito molto ingessato nel quale i consiglieri regionali hanno avuto margini di manovra meno ampi del solito per piazzare qualche emendamento a uso e consumo dei propri collegi elettorali.
LA GIRAVOLTA DI SPIRLÌ Il 30 dicembre, all’ora di cena, il centrodestra ha scoperto che anche dopo quel patto Spirlì si aspettava (auspicava?) il rinvio della scadenza elettorale. Se così non fosse sarebbe difficile spiegarsi l’attacco, anche feroce, all’esecutivo nazionale reo di non essersi ancora pronunciato sul rinvio. Strano, per un governatore reggente che soltanto il giorno prima aveva firmato un documento in cui si ribadiva «la fissazione delle elezioni regionali per il 14 febbraio».
In realtà, pare proprio che l’«interlocuzione costante» tra la Cittadella e Roma sia andata avanti anche dopo la stipula dell’accordo di maggioranza. E dunque Spirlì – che di fatto ha firmato tra i pasdaran di San Valentino – sarebbe venuto meno all’impegno preso con i “suoi” consiglieri dopo aver incassato il voto favorevole sul Bilancio.
CONSIGLIERI CONTRO ASSESSORI Molti, nel centrodestra, l’hanno vista come una sgradevole astuzia. Che potrebbe rendere i rapporti ancora più tesi.
E inquinare anche il rapporto tra consiglieri e assessori, con i primi che accusano i membri della giunta di voler procrastinare la durata della legislatura per posizionarsi meglio in vista di eventuali candidature (anche per questo nel documento è stata inserita la cabina di regia sull’utilizzo dei fondi). Un clima non proprio tranquillo. Il patto siglato dopo lo scontro avrebbe dovuto riportare il sereno. Già, avrebbe. (p.petrasso@corrierecal.it)

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