LOCRI Improvvisamente e inaspettatamente è venuto a mancare l’avvocato e professore Antonio Mazzone. Maestro di vita e di professione, ascoltare una sua arringa era, a tutte le età, un momento di alto apprendimento.
Ci mancheranno la sua profonda conoscenza del diritto, il suo amore per lo studio e per la formazione, la sua mitezza e il suo alto senso deontologico, uniti alla sua umiltà; doti che lo hanno reso e lo renderanno sempre un gigante nella vita e nella professione. Tanti giovani hanno avuto l’immensa fortuna di potersi formare con lui, in studio, in udienza, nella vita di tutti i giorni, anche solo osservando il suo modo di rapportarsi con l’aula di giustizia.
Pietro Calamandrei diceva: «Che vuol dire grande avvocato? Vuol dire avvocato utile ai giudici per aiutarli a decidere secondo giustizia, utile al cliente per aiutarlo a far valere le proprie ragioni. Utile è quell’avvocato che parla lo stretto necessario, che scrive chiaro e conciso, che non ingombra l’udienza colla sua invadente personalità, che non annoia i giudici colla sua prolissità e non li mette in sospetto colla sua sottigliezza, proprio il contrario di quello che certo pubblico intende per “grande avvocato”».
Antonio Mazzone era tutto questo, era e rimarrà per tutti un grande avvocato. Oggi l’avvocatura italiana è più povera, ma i giovani che sono cresciuti insieme a lui porteranno sempre con loro l’eredità del suo insegnamento, un qualcosa di inestimabile.
L’Associazione italiana giovani avvocati di Locri – presieduta da Antonia Fabiola Chirico – si stringe affettuosamente alla famiglia e allo studio dell’avvocato Antonio Mazzone in questo tragico epilogo di un anno da dimenticare.
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