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Il “balletto” della data del voto e la perdita di tempo, energie e non solo…

L’iniziale scelta del 14 febbraio per le Regionali ha fatto avviare il procedimento elettorale, arrivato a una fase avanzata, ora con il rinvio si dovrà azzerare (quasi) tutto per ripeterlo (quasi)…

Pubblicato il: 02/01/2021 – 7:27
Il “balletto” della data del voto e la perdita di tempo, energie e non solo…

CATANZARO Il “balletto” della data delle Regionali e la perdita di tempo, di carte, di energie e non solo. La telenovela che ha visto protagonisti la Regione Calabria e anche il governo nazionale per il voto al 14 febbraio, data ora diventata “carta straccia” per la decisione del rinvio causa pandemia, ha anche qualche risvolto pratico piuttosto antipatico, se si considera che lo slittamento, rispetto al giorno di San Valentino, almeno da una decina di giorni a questa parte era nell’ordine delle cose e nella mente (e nella volontà più o meno palese) di gran parte del mondo politico nazionale e regionale, centrodestra compreso. Per questo il gioco delle parti, lo scaricabarile tra i diversi livelli decisori – la Regione che aspetta una decisione del governo, il governo che a sua volta aspetta una decisione della Regione – alla fine ha prodotto un piccolo “pasticcio” in salsa tipicamente calabrese. Intanto, ha prodotto l’avvio del procedimento elettorale che adesso, con la nuova data delle Regionali che sarà cristallizzata nell’imminente decreto del presidente facente funzioni della Giunta Spirlì, dovrà essere “azzerato” per essere quindi ripreso daccapo, costringendo gli uffici preposti – da quelli della Regione come l’unità organizzativa regionale ma anche Prefetture e Comuni – a ripetere atti che magari potevano essere evitati nella prima stesura se solo non ci si fosse attardati nel “rimpiattino” messo in scena dalla Regione e anche dal governo prima di arrivare alla decisione che tutti in realtà davano oramai da parecchio tempo come scontata: non si vota il 14 febbraio ma qualche settimana più in là. Anche gli schieramenti politici si sarebbero risparmiati un po’ di liturgie più o meno stucchevoli (si pensi solo alle riunioni da remoto e in notturna da parte del centrosinistra, riunioni essenzialmente interlocutorie), fermo restando che alla fin fine nessuno in realtà sembrava davvero preparato per il D-Day di San Valentino, nemmeno il centrodestra che pure, con evidente intento strumentale, spingeva in modo ossessivo (ma non così unanime com si vuole far credere) per il 14 febbraio. Alla fine dunque si rinvia, al fondo di un percorso che ha visto Spirlì restare con il cerino in mano, stretto tra un centrodestra regionale che lo contestava (e lo contesta) fortemente e un governo che, pur colpevole per la sua parte in questo teatrino, ha di fatto svelato il tentativo del presidente facente funzioni di scaricare su altri una decisione che doveva essere sua (e certo a lui non sgradita). Quindi, niente Regionali il 14 febbraio e sostanziale inefficacia della mole piuttosto consistente di provvedimenti finora prodotti dal giorno dopo il primo decreto di Spirlì, quello di indizione delle Regionali il 14 febbraio (datato 30 novembre): da quel giorno – come si può consultare sul sito della regione si è infatti messa in moto una macchina elettorale che adesso, bloccata, dovrà ripartire ex novo. In questo lasso di tempo infatti sono stati prodotti tra gli altri il decreto del Prefetto di Catanzaro che determina i seggi e la loro assegnazione alle circoscrizioni (nella solita distribuzione, cioè 9 alla Nord, 8 alla Centro e 7 alla Sud) e cinque circolari tra cui quella sull’affissione, prevista entro il 31 dicembre, da parte dei Comuni dei manifesti di convocazione dei comizi elettorali (interrogativo: se i manifesti fossero stati già stampati, quanto si sarebbe speso, tra l’altro inutilmente?). Per non parlare del fatto che è stata anche elaborata la bozza dell’accordo tra Regione e Viminale per l’uso della piattaforma Siel (Sistema informativo elettorale), con impegno di spesa di 500mila euro (l’intero “pacchetto” delle Regionali costerà circa 7 milioni, per come stabilito con la variazione al bilancio della Regione varata lo scorso 28 novembre). Si tratta di atti “dovuti” che ora dovranno essere in buona parte ripetuti alla luce della nuova data delle Regionali. Magari qualcuno di questi atti resta valido lo stesso, ma il resto andrà rifatto. Ne consegue dunque che finora si sono persi tempo, energie, carte, forse anche soldi, e forse anche l’ultimo brandello di credibilità del sistema Calabria.

 

 

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