di Giorgio Curcio
POLISTENA Lasciato nella tenda del Pronto soccorso per oltre otto ore prima del trasporto d’emergenza su un’ambulanza, diretta all’ospedale di Reggio Calabria, dove morirà qualche ora più tardi e dopo diversi tentativi di rianimazione. Una storia di presunta malasanità che arriva, questa volta, dall’ospedale di Polistena. Una vicenda drammatica come tante altre sono successe in Calabria e che questa volta è costata la vita a Maurizio Frana, 51enne, fratello di Massimo Frana, ex esponente politico di Polistena della giunta di Mommo Tripodi.
LA VICENDA È proprio lui a ricostruire quello che, a tutti gli effetti, è stato un drammatico calvario iniziato la mattina del 29 dicembre scorso, con il primo ricovero nella tenda del Pronto soccorso dell’ospedale di Polistena a causa di un’insufficienza respiratoria. Al paziente vengono effettuati diversi esami e diventa da subito un potenziale paziente affetto da Covid-19. «In evidente stato confusionale e in condizioni ormai disperate – racconta Massimo Frana al – mio fratello è stato trasferito d’urgenza solo dopo le 17.30 nonostante fosse ricoverato dalle 9 del mattino. Non so neanche se nel frattempo qualcuno si sia preoccupato di effettuargli un tampone, anche di quelli veloci che lì in ospedale fanno abitualmente, poi lo hanno comunque ricoverato a Reggio come “sospetto caso Covid” ma solo nel tardo pomeriggio».
DA SOSPETTO CASO COVID AL DECESSO Già perché Maurizio Frana, in condizioni ormai critiche, viene trasportato d’urgenza al “Riuniti” di Reggio. Qui il tampone darà comunque esito negativo ma, il suo quadro clinico ormai compromesso, lo porterà qualche ora più tardi al decesso avvenuto attorno alle 22.15. Una vicenda drammatica sulla quale però il fratello è intenzionato a vederci chiaro, in attesa di avere in mano le cartelle cliniche: «Dalle informazioni che ho avuto – racconta ancora Massimo Frana – mio fratello sarebbe morto a seguito di uno shock settico che ha poi portato all’arresto cardiaco». «Ma quello che voglio capire – spiega al Corriere della Calabria – è se i sintomi che ha avuto mio fratello per tutto il giorno fossero riconducibili ad una infezione e dunque non al Covid. Forse mi è sfuggito qualche passaggio, è stato effettuato un tampone nell’arco delle 8 ore di ricovero a Polistena? E se sì, perché non lo hanno portato subito a Reggio Calabria?».
«CHIEDO VERITA’ E GIUSTIZIA PER MIO FRATELLO» Maurizio Frana lo scorso luglio era stato operato ad una gamba. L’intervento però non è andato come sperato e a settembre è stato operato di nuovo. Quasi ogni giorno poi è stato costretto per settimane a recarsi in ospedale per essere medicato. «Nonostante ciò – racconta il fratello – Maurizio si lamentava con mia sorella di fortissimi dolori alla gamba, con emissione di pus e sangue da dove era stata praticata l’incisione». Ora per Massimo, dopo aver perso un fratello, non rimane altro che chiedere giustizia: «Farò subito denuncia al Commissariato di Polistena. Quel che è certo è che non lascerò nulla di intentato per individuare e colpire possibili responsabilità». E in una lettera postata su Facebook, l’appello rivolto al sindaco di Polistena: «Le chiedo di sincerarsi, secondo le sue facoltà e competenze, di quanto accaduto a mio fratello, affinché tra l’altro simili episodi non abbiano a ripetersi per altri cittadini. La questione sanità in Calabria è un’emergenza nazionale di gravità intollerabile e le circostanze della morte di mio fratello richiedono di essere chiarite per amore della verità e per il bene collettivo». (redazione@corrierecal.it)
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