Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

Il Sant'Anna di Catanzaro va alla guerra anche davanti al Tar

Ricorso della clinica per ottenere l’annullamento degli atti dell’Asp: «In tema di accreditamento la competenza è della Regione, e il primo atto l’ha firmato un semplice dirigente interno dell’azie…

Pubblicato il: 05/01/2021 – 14:49
Il Sant'Anna di Catanzaro va alla guerra anche davanti al Tar

CATANZARO “Violazione ed errata applicazione della legge regionale” in materia di autorizzazioni e accreditamenti sanitari, “erroneità dei presupposti, eccesso di potere per contraddittorietà, incompetenza” e ancora “assenza assoluta di istruttoria, carenza di motivazione,l errata interpretazione delle nome di settore e dei presupposti per ritenere inesistente l’accreditamento della struttura, irragionevolezza”. Su questi due motivi si fonda il ricorso presentato dalla clinica Sant’Anna di Catanzaro al Tar della Calabria per chiedere, previa sospensione, l’annullamento dei provvedimenti dell’Asp che dispongono il divieto di erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario regionale. Nel ricorso, il Sant’Anna, che in questi giorni sta vivendo uno stato di crisi finanziaria per mancati rimborsi da parte dell’Asp e per la revoca dell’accreditamento, sostiene che in tema di accreditamento la competenza è della Regione e non dell’azienda sanitaria provinciale, che – contesta poi la clinica catanzarese – in prima battuta si sarebbe fatta viva irritualmente con un dirigente interno.
«UNA SENTENZA DI MORTE» In particolare, il ricorso al Tar – si legge nell’atto – è indirizzato contro la nota del “dirigente responsabile “Monitoraggio e Controllo” (prot. n. 1028 del 23 dicembre 2020) e successiva nota della stessa Dirigente prot. n. 1038 del 24 dicembre 2020, e provvedimento Commissione straordinaria nella stessa nota citato ma non conosciuto, disposizione Commissione straordinaria Asp Catanzaro inviata con pec del 28 dicembre2020, altri atti presupposti non conosciuti)”. Il Sant’Anna Hospital ricostruisce così la situazione: «La situazione finanziaria conseguente alla mancata stipula del contratto 2020 – che non ha consentito l’erogazione delle spettanze neppure per le prestazioni regolarmente rese e, addirittura, in gran parte pure “validate” dalle competenti strutture dell’Asp – ha creato enormi difficoltà operative e gestionali dal momento che in assenza di contratto, l’azienda non ha inteso corrispondere nessuno importo. Si è fatto fronte, fino ad ora, con “prestiti” nell’intento di evitare la chiusura della struttura… senonché, inaspettatamente, il 23 dicembre è pervenuta alla casa di cura, via pec, nota prot. n. 1028 di pari data, a firma del dirigente responsabile “Monitoraggio e Controllo” del seguente tenore: “Vista la nota prot. 142379 del 23 dicembre 2020 a firma del management aziendale, si restituiscono le notifiche di ricovero relative alla data odierna, evidenziando che in futuro – non risultando rinnovato l’accreditamento né riscontri da parte dei competenti uffici regionali – la struttura interessata non potrà più erogare prestazioni con onere a carico del Ssr. Più che un “regalo di Natale” (si era alla vigilia), la “sentenza di morte”». Il Sant’Anna di Catanzaro – prosegue il ricorso – evidenzia l’irritualità della nota, firmata da un dirigente interno dell’Asp, e la stessa dirigente precisa «“onde evitare addebiti di responsabilità non dovuti alla sottoscritta, che quanto da noi trasmesso nella nota prot. n. 1028 del 23 dicembre 2020 scaturisce da provvedimento emesso dalla Commissione straordinaria congiuntamente al direttore sanitario e amministrativo dell’Asp il 22 dicembre 2020”». Il 128 dicembre alla clinica catanzarese arriverà – è la ricostruzione contenuta nel ricorso al Tar – «è pervenuta pec a firma della Commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro, indirizzata anche a tutte le Ao e Asp della Calabria, al commissario per il piano di rientro, alla direzione generale del Dipartimento regionale Salute, alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Catanzaro, del seguente tenore: “Con la presente si comunica che, ad oggi, non vi è per la Casa di Cura Villa S. Anna spa l’accreditamento da parte della Regione Calabria, essendo lo stesso scaduto nel 2017 e che pertanto non può erogare prestazioni con oneri a carico del Ssr. Si precisa, altresì, che Villa S. Anna Spa. mantiene, allo stato, l’autorizzazione sanitaria all’esercizio».
I MOTIVI DEL RICORSO Secondo il Sant’Anna «i provvedimenti impugnati (il primo addirittura a firma del dirigente. “Monitoraggio e Controllo” dell’Asp e non del “legale rappresentante” dell’Azienda pubblica stessa) si configurano come una vera e propria “revoca dell’accreditamento” , dal momento che vietano la possibilità di “erogare prestazioni con oneri a carico del Ssr. La competenza, però, in materia di accreditamento, per come chiaramente dispone l’articolo 11 della legge regionale 24/2008 e il relativo regolamento regionale d’attuazione 13/ 2009, è̀ del dirigente generale del Dipartimento regionale tutela della salute e politiche sanitaria, non certo dell’Asp e, men che meno, della dirigente “Monitoraggio e Controllo”. Vero è che la stessa dirigente, evidentemente “preoccupata” dalla pronta reazione della casa di cura, ha subito “preso le distanze”… ma è altrettanto innegabile che la “prima” perentoria disposizione l’abbia emanata lei, con tutte le conseguenze che seguono in ordine alla illegittimità dell’“ordine” emanato». «Del pari illegittima» – prosegue il Sant’Anna nel ricorso al Tar – «è a disposizione del 28 dicembre emanata dalla triade commissariale che regge attualmente l’Asp di Catanzaro, poiché anche tale organo si è arrogata una competenza che non le è propria nella materia dell’“accreditamento”, dal momento che sostiene (peraltro erroneamente) che detto “accreditamento” Villa S. Anna non ha in quanto “scaduto”, addirittura “dal 2017”. Verrebbe facile rilevare come mai la stessa Asp abbia sempre, fino ad ora, considerato “valido” l’accreditamento della struttura, con la quale ha stipulato i contratti (fino a tutto il 2019), liquidato le prestazioni erogate (almeno fino al 2019) e inviato (luglio 2020) il contratto 2020 per la sottoscrizione».
IL RUOLO DELL’ASP E DELL’OTA REGIONALE Nel ricorso, inoltre, il Sant’Anna evidenzia che a settembre 202 «è stato attivato un nuovo accesso della Commissione Asp di Catanzaro e della commissione Ota (“Organismo tecnicamente accreditante”) regionale. In data 23 dicembre 2020 l’Asp ha comunicato all’azienda le conclusioni della Commissione Asp rassegnate il 10 dicembre 2020: parere favorevole con prescrizioni». Ne deriva – sostiene la clinica catanzarese nel ricorso – che «il comportamento aziendale nel processo dell’accreditamento è stato sempre aderente alla norma. L’azienda ha soddisfatto tutti i punti della norma richiesti dal processo dell’accreditamento. Ritardi e disguidi sono da ricercare nella processo burocratico dell’Asp di Catanzaro e/o del Dipartimento regionale. Se ritardi ci sono stati, quindi, non sono certo addebitabili alla casa di cura che, in attesa della conferma del “rinnovo” dell’accreditamento, ha regolarmente continuato a svolgere l’attività anche per conto del Ssr». Il Sant’Anna così conclude nel ricorso al Tar: «È irragionevole, pertanto, oltre che illegittimo, considerare la struttura priva di accreditamento solo ed esclusivamente per ritardi nell’iter di rinnovo ad essa non addebitali». A quanto risulta da fonti della Cittadella, contro il ricorso si sarebbe già costituita al Tar anche la Regione Calabria, per le quali “le argomentazioni addotte» dalla clinica «non appaiono fondate». (a. c.)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x