di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Maria Rosaria è sorridente e ci scherza su, forse per stemperare la tensione del momento. Qualche istante ed il vaccino è inoculato.
È un giorno speciale per Maria Rosaria Fusaro, infermiera del Pronto soccorso dell’ospedale “Giannettasio” di Corigliano Rossano, la prima ad essere stata sottoposta a profilassi, direttamente dalle mani del direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia – o reparto Covid, che dir si voglia – Giovanni Malomo. Ma è un momento speciale, che resterà nella storia della sanità territoriale, anche per lo spoke di Corigliano Rossano.
A nove giorni di distanza dal “V-day” regionale, il vaccino antiCovid arriva anche negli ospedali spoke della Regione, con questa primissima esperienza, in anticipo sulla tabella di marcia, a Corigliano Rossano. L’emozione mista all’ansia è tanta, fra gli operatori sanitari che si susseguono. Natale Straface, primario del Pronto soccorso, dirigente del Dipartimento Emergenza Accettazione supervisiona le operazione.
«D’intesa con l’amministrazione aziendale – spiega Straface – si è deciso di iniziare con la somministrazione di 50 dosi al giorno. Priorità sarà data agli operatori del reparto Covid, poi a quelli dei due pronto soccorso del “Giannettasio” e del “Compagna”, quindi a tutta l’area di emergenza e l’Anestesia e Rianimazione, con un’organizzazione fornita dalla direzione sanitaria. Siamo riusciti ad anticipare di qualche giorno rispetto alle previsioni, abbiamo messo su un’organizzazione non facile perché è la prima volta che ci troviamo di fronte ai tempi ristretti legati alla catena del freddo (i vaccini devono essere conservati a -70 gradi, ndr). Il personale del Pronto soccorso – specifica poi il dirigente medico – è entusiasta, da giorni preme perché chi lavora in prima linea teme per la propria salute. Quella del vaccino è l’unica via per uscire dall’emergenza sanitaria».
L’antidoto sarà inoculato poi al resto degli operatori sanitari «dei servizi, della Microbiologia, dei laboratori emotrasfusionali. Poi – conclude Natale Straface – daremo priorità ai pazienti dializzati e oncologici. Successivamente sarà compito del servizio di prevenzione farsi carico della vaccinazione capillare del territorio, con il coinvolgimento dei medici di famiglia. L’organizzazione sarà importante ma delicata».
«Finalmente, siamo soddisfatti, così ci sentiamo più sicuri», commenta emozionata Maria Rosaria. Qualche battuta di spirito coi colleghi e poi via, di nuovo in corsia. (l.latella@corrierecal.it)
x
x