Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

«Idee chiare e forte volontà per cambiare la sanità in Calabria»

Intervista al commissario Guido Longo: «Il mio ruolo è in salita. Cercherò di migliorare il settore puntando su due priorità, il fabbisogno epidemiologico e l’organico, oggi ridotto ai minimi termi…

Pubblicato il: 06/01/2021 – 11:17
«Idee chiare e forte volontà per cambiare la sanità in Calabria»

CATANZARO «Il mio ruolo è tutto in salita. Per affrontarlo ci vogliono gambe e fiato, e cioè idee chiare e una forte volontà di arrivare al cambiamento, sperando di vedere la cima nel più breve tempo possibile». Lo afferma il commissario ad acta della sanità calabrese, il prefetto Guido Longo, in un’intervista esclusiva con il Corriere della Calabria. «Cercherò di migliorare il sistema e assicurare i Lea alla popolazione calabrese, che amo», aggiunge poi Longo, che si sofferma anche sulle polemiche per la bassa percentuale di vaccinazioni anti Covid registrata finora in Calabria: «Lungi da me attribuirla all’indisponibilità dei medici», precisa il commissario ad acta preannunciando comunque un confronto con i dirigenti regionali «per pervenire a una organizzazione che sia espressione della massima efficacia».
Prefetto Longo, partiamo dal tema delle vaccinazioni: sta suscitando polemiche la sua dichiarazione a Radio Capital, ripresa da agenzie di stampa e da vari organi di informazione, dichiarazione nella quale lei avrebbe detto di non conoscere i dati dei vaccinati e di addebitare la bassa percentuale in Calabria alla non obbligatorietà di sottoporsi al vaccino. Cosa risponde?
«Vi ringrazio per avermi dato modo di chiarire, così tempestivamente, il contenuto della mia dichiarazione. Quanto alla affermazione che mi si addebita, in relazione alla mancata conoscenza della percentuale dei vaccinati rappresentata dal giornalista nella misura del 5,4%, ho il dovere di precisare che il mio “non mi risultano” era riferibile alla diversa intensità che avevo dei vaccinati, che era nella contestualità di circa il 20%, poi divenuta, al lordo dei dati pervenuti da Vibo Valentia, del 21,1%. Ben lungi da me poi addebitare la bassa frequenza ad una mancata disponibilità dei sanitari a sottoporsi alla vaccinazione così come tradotta dalla stampa, tutt’altro: ho fatto un riferimento alla non obbligatorietà del vaccino perché la ritengo un brutto handicap rispetto all’obiettivo di raggiungere presto la percentuale del 70% della popolazione a garanzia dell’immunità di gregge. La mia critica, nella sostanza, riguardava l’assenza di poteri imperativi tali da consentire una tempestiva campagna vaccinale. Dunque, da parte mia nessuna intenzione di giustificare la bassa percentuale con la indisponibilità dei medici istituzionalmente destinatari a sottoporsi al vaccino, che sono numerosi. E io li ringrazio per questo».
Ma come spiega la bassa percentuale dei vaccinati in Calabria rispetto alle disponibilità? La nostra regione si contende l’ultima posizione in classifica con la Sardegna…
«Veda, questo è il dato che mi preoccupa e che mi indurrà ad assumere decisioni funzionali a mutare questa tendenza, nonostante i dati calabresi sono di poco inferiori – soltanto lo 0,3% – rispetto a quelli della fino a poco tempo fa efficientissima Lombardia. Il sistema vaccinale calabrese, e non solo, va necessariamente efficientato. Al mio rientro provvederò a confrontarmi con i dirigenti regionali per pervenire a una organizzazione che sia espressione della massima efficacia. Lo farò, unitamente al dirigente generale del Dipartimento regionale Tutela della Salute Francesco Bevere, con la collaborazione del Cts di cui si è dotato il Dipartimento, utilizzando al riguardo gli epidemiologi accademici facenti parte nello stesso Comitato».
Restano però ancora sul tappeto le innegabili difficoltà del sistema calabrese contro l’emergenza Coronavirus, compreso il programma vaccinale…
«L’elaborazione del Programma operativo Covid ha rappresentato per la Calabria un problema che ha afflitto l’organizzazione commissariale già con il mio predecessore. La soluzione è stata ritrovata con la sua elaborazione e la successiva condivisione ministeriale. Nelle more si è tuttavia generato un grave problema interpretativo, cioè che chiamato ad assumere le relative decisioni, da parte del Capo di Dipartimento di Protezione civile quale soggetto attuatore, era stato ritenuto il presidente della Regione. Un compito fatto proprio dalla compianta presidente Jole Santelli piuttosto che dal commissario da acta, chiamato a sostituire le funzioni di presidente della Regione in ambito sanitario, a mente dell’articolo 120 della Costituzione. Da qui, la nomina dei dirigenti delegati dal soggetto attuatore, con i quali avrò modo di rapportarmi nella giornata di domani».
Quindi, ha in animo di stravolgere le cose nella Regione Calabria?
«Stravolgere le organizzazioni non è mai stato il mio hobby preferito, piuttosto mi adopererò per realizzare quanto sono stato chiamato a fare dal governo. Cercherò di migliorare il sistema e assicurare i Lea alla popolazione calabrese, che amo per aver svolto in Calabria la mia attività di servitore dello Stato. Questo è la mia mission, che mi vedrà fedelmente impegnato. In proposito, c’è tuttavia da dire che il mio ruolo è tutto in salita. Per affrontarlo ci vogliono gambe e fiato, e cioè idee chiare e una forte volontà di arrivare al cambiamento, sperando di vedere la cima nel più breve tempo possibile. Sentirò presto tutte le categorie coinvolte e insieme a loro andrò a redigere la mia mappa del bisogno di managerialità, che dovrà essere basata su due grandi strumenti ricognitivi: quello del fabbisogno epidemiologico e quello dell’organico del personale necessario, oggi ridotto ai minimi termini. Non trascurando ovviamente di avere certezza e verità sul bilancio complessivo, indispensabile per potere accedere alla anticipazione di liquidità che, grazie alla legge di bilancio 2021, consentirà al Servizio sanitario regionale di pagare i creditori al 31 dicembre 2019. Io ce la metterò tutta: l’unica cosa che chiedo alle calabresi e ai calabresi è il tempo necessario per fare chiarezza sulle cose, mantenute nella nebbia per oltre dieci anni». (redazione@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x