COSENZA I sospetti che dal gruppo criminale fondato da Franco Presta potesse fuoriuscire un collaboratore di giustizia sono stati confermati nel corso della prima udienza del processo “Valle dell’Esaro”. Davanti al collegio giudicante del tribunale di Cosenza, il legale di Roberto Presta ha comunicato di rinunciare alla difesa del suo assistito, che da oggi entra dunque nella schiera dei collaboratori di giustizia cosentini. È la prima volta che dal gruppo egemone ai piedi del Pollino e della zona jonica del Cosentino fuoriesce un pentito.
Roberto, insieme a suo fratello Antonio, Francesco Ciliberti e Costantino Scorza, in base alle indagini condotte dalla squadra mobile di Cosenza che hanno portato al rinvio a giudizio di 52 persone, era al vertice dell’organizzazione criminale ormai orfana di Franco Presta, recluso al regime di carcere duro. Sarebbero stati loro, da quanto emerge dagli atti di inchiesta, i capi indiscussi fino al giorno dell’arresto. Sotto questa guida, la Valle dell’Esaro, fino ai confini dell’area urbana di Cosenza, avrebbe operato attraverso una capillare organizzazione criminale garantendo l’arrivo di ingenti quantità di droga oltre che alla commissione di reati comuni. Tutto è ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare (qui il nostro approfondimento) firmato dal giudice del tribunale di Catanzaro, all’esito delle investigazioni coordinate dalla Direzione distrettuale di Catanzaro. Non esiste, da un punto di vista processuale un clan Presta e per questo le rivelazioni di Roberto Presta potrebbero essere preziosissime per gli inquirenti. Lui, insieme agli altri componenti del gruppo, avrebbe controllato il territorio avvalendosi di tanti collaboratori quante erano le cittadine interessate dallo smercio di droga che il gruppo Presta era in grado di fare arrivare nel Cosentino anche da grossisti della provincia di Reggio Calabria.
Sarà una figura chiave a disposizione della Dda per il prosieguo di ulteriori indagini oltre che per fare luce su alcuni episodi criminali che riguardano il Cosentino, tra questi alcuni omicidi del recente passato che non sono stati ancora risolti. Come quello di Vincenzo Chimenti e Salvatore Abate uccisi a Roggiano Gravina, città assunta a base operativa dai Presta. Oltre a questi, ci sono altri episodi di sangue su cui Roberto Presta potrebbe riferire. Il processo “Valle dell’Esaro” è aggiornato al prossimo 4 marzo, udienza nella quale inizierà il dibattimento. (mi. pr.)
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