CATANZARO «Ancora una volta la Calabria si distingue per il differimento della riapertura delle scuole. Il paternalismo e il buonismo non bastano più a 8 mesi dal primo lockdown, adesso ci vogliono risposte, a fronte di diritti negati a migliaia di studenti». E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato del M5s in merito all’ordinanza del presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, che stabilisce il calendario della chiusura delle scuole di diverso ordine e grado tra il 15 e il 31 gennaio. «Il governatore Spirlì ci dica cosa ha fatto e sta facendo per consentire agli studenti calabresi di frequentare in presenza – afferma la senatrice Granato -. Incominciamo da qui e facciamo in modo che anche i ragazzi delle superiori possano rientrare a scuola nelle percentuali previste dal Cts, come nella maggioranza delle regioni d’Italia. Con quelli aggiunti in legge di bilancio ammontano a 450 milioni di euro i fondi messi a disposizione delle regioni per il Tpl. Invece di stare sulla riva del fiume ad aspettare la prossima scadenza della riapertura per rispolverare sempre le stesse scuse, dato che gli enti locali hanno avuto prorogati anche i poteri commissariali straordinari conferiti loro addirittura ad aprile 2020, dia ai calabresi delle doverose risposte. Sono state aumentate le corse dei mezzi, sono state stipulate convenzioni con i privati? Ci dica Spirlì e ci dicano sindaci e presidenti di Provincia cos’hanno fatto di poteri e soldi che finora hanno avuto dal Governo per consentire il funzionamento delle scuole in presenza. Esistono sistemi di ricambio dell’aria che possono essere installati nelle aule, si è pensato ad attingere ai fondi disponibili anche presso il Ministero dell’istruzione, presso la Cassa depositi e prestiti, oltre a quelli dati cash ai singoli enti locali, per poterli istallare? Le soluzioni ci sono – conclude la senatrice del Movimento 5 Stelle – ma la scuola sembra essere l’ultimo pensiero di chi solo qualche mese fa faceva l’assessore alla Cultura. Semplicemente grottesco e paradossale».
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